Gli esami sono finiti [Il Flessibile]

di Dario B. Caruso

L’impressione è che sia proprio così.
Siamo in un tempo sospeso (?) nel quale lentamente si allenta la presa su ciò che non è primario e si dimenticano le fondamenta.

La commedia di Eduardo De Filippo “Gli esami non finiscono mai” (1973) suona oggi più che mai come un monito.
Nella pièce teatrale il protagonista (Guglielmo Speranza, nomen omen) racconta la propria vita come una sequenza di prove da superare, una via l’altra, fino alla vecchiaia in cui si chiude in casa, a leggere, in poltrona e proteso in un mutismo assoluto verso tutti; eclatante il finale: anche nel momento della dipartita la famiglia non rispetta le sue ultime volontà, di essere cioè seppellito nudo.

I genii dell’arte rappresentano la società com’è per comunicarci come sarebbe meglio che fosse, ammonendoci sul domani.
Pian piano oggi è divenuto domani e facciamo i conti con gli errori del passato ai quali sommiamo scelte presenti che valuteremo in futuro.

Il percorso di uno studente comincia all’età di tre quattro anni.
Negli anni Sessanta del secolo scorso i bambini effettuavano un piccolo esame in seconda elementare quindi l’esame di quinta che preludeva al salto verso la scuola media.
Queste due tappe furono abolite negli anni, il ministro Moratti cancellò l’esame di licenza elementare cominciando a paventare l’idea di istituto comprensivo e quindi di un percorso quanto più omogeneo e condiviso tra i vari ordini di scuola.

Il 2020, anno della pandemia, costringe gli studenti di terza media (fine primo ciclo) e quinta superiore (fine secondo ciclo) ad affrontare un esame online e proforma.
Quest’anno il nuovo governo ha cominciato a ragionare su come modificare, rendere fattibili e attuali, gli esami di giugno 2021.
Per la scuola media tutto si ridurrà nella prova orale.

STANISLAO Caro Speranza, mettetevi bene in mente questo: una volta laureato bisogna dare alla società conto e ragione di questa laurea. Voi, in fondo, laureandovi, non avete fatto altro che impiantare una regolare contabilità con tanto di libro mastro, nel quale gli altri, non voi, si prenderanno la briga di segnare le entrate e le uscite dei meriti e dei demeriti che via via si verificheranno durante il vostro impegno di professionista, marito e padre di famiglia.

GUGLIELMO (con gli occhi sbarrati) E fino a quando?

GIROLAMO Fino a quando quel tale “pezzo di carta” non sarà diventato per riconoscimento popolare una vera e propria laurea.

STANISLAO E ricordate che soltanto pochi privilegiati riescono a raggiungere il traguardo.

Viene da pensare, ringraziando Eduardo, che quel tale “pezzo di carta” domani non esisterà più.