di Graziella Zaccone Languzzi
1) Alla Fondazione CrAl, che dimostra sempre di più la capacità di cogliere e soddisfare le istanze provenienti dal territorio. La Fondazione alessandrina sa essere un punto di riferimento nei processi erogativi per finanziare attività socialmente utili, con una presenza innovativa e propositiva: “Il Presidente Mariano: Durante la pandemia Fondazione CrAl ancora più vicina alla comunità alessandrina: ma è anche il momento di progettare il futuro”.
Nell’articolo viene ricordato che, di fronte all’emergenza Coronavirus, la Fondazione si è subito mobilitata sul proprio territorio, fornendo una prima risposta alle diverse esigenze locali. Per il 2021 altri progetti sono stati presentati dal Presidente Luciano Mariano per un sostegno al territorio socio economico e culturale: “Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria: quasi 1 milione di euro per progetti sul territorio”.
Si tratta di quattro nuovi bandi: bando “Nessuno Escluso” dedicato alle povertà emergenti, bando “Futura” per le giovani generazioni in ambito scolastico, bando “Musica e Dintorni” per le manifestazioni musicali, culturali e artistiche, bando “Storia e Memoria” per il recupero del patrimonio artistico e culturale. I dettagli li potete leggere nell’articolo, o sul sito della Fondazione. Importante ed essenziale la missione istituzionale dell’ente, in un confronto continuo con la collettività, e con le tante associazioni, a partire da quelle del volontariato sociale e sanitario, ma anche culturale e artistico. Per questo motivo merita il massimo voto.
Voto: 10
2) Le prenotazione dei vaccini di Poste Italiane: “COVID-19: Poste attiva la prenotazione dei vaccini – al momento non in tutte le regioni”.
Nulla da dire per questo ulteriore servizio che Poste Italiane intende offrire, ma sarebbe necessario che gli sportelli fossero attivi laddove ante Covid sono stati eliminati per tagliare i costi, e occorre riaprire quelli chiusi o sospesi per Covid in quartieri, sobborghi, frazioni creando disservizi e disagi che conosciamo, e abbiamo subìto. Dopo un anno ad Alessandria è stato riaperto l’ufficio 9 di piazza Torriani, quartiere Galimberti: era ora, ma sarebbe utile anche la riapertura dell’ufficio sito nella frazione di San Michele chiuso da tempo. Un ufficio rinnovato ma mai aperto in una frazione che conta 947 abitanti, per un totale di 408 famiglie residenti. Vorrei sapere, e se lo chiedono anche gli abitanti di San Michele, quali sono i motivi per non riaprire questo ufficio: il Covid francamente pare comoda scusa. Dobbiamo supporre che manca il personale? Basterebbe farli tornare in servizio ‘in presenza’, e assumere personale laddove occorre. Poste Italiane è una società per azioni, circa il 70% del suo capitale sociale è detenuto dal Ministero Economia e Finanze e dalla Cassa Depositi e Prestiti, e la restante quota da investitori privati. Inoltre Poste Italiane dovrebbe garantire un servizio di pubblica utilità come la consegna della posta, servizio definito dal legislatore “universale”. Ottima cosa insomma se Poste Italiane decide di impegnarsi direttamente anche sul fronte prenotazioni vaccini, ma si tenga allora conto del fatto che tale servizio va offerto ‘in presenza’, pensando prima di tutto a chi non è in grado di utilizzare le tecnologie di rete. E per operare ‘in presenza’ riapriteli, questi benedetti uffici postali…
Voto: 4
3) I pensionati, spesso ignorati e praticamente invisibili, gli unici che non hanno potere contrattuale: non possono indire uno sciopero perché a chi creerebbero danni? A nessuno, e nessuno se ne accorgerebbe. Sarebbe ora che potessero recuperare quanto è stato tolto negli ultimi dieci anni. I pensionati non sono una categoria privilegiata, perché ogni mese viene loro erogata la pensione. Mi riferisco ovviamente a noi ‘popolo’ non certo a chi percepisce pensioni da nababbo o incassa vitalizi d’oro, e i privilegiati che godono ancora della Legge Mosca (n. 252/1974),che nonostante varie promesse non mi risulta ancora essere stata abrogata: “I 1.800 politici e sindacalisti con la doppia pensione a sbafo”.
Su questo privilegio, ogni tanto è bene ricordarlo, politici e sindacalisti sono in pensione senza avere mai pagato contributi non avendo prestato attività lavorativa presso partiti, sindacati e cooperative con abusi infiniti: mogli, figli, fidanzate, suocere, centinaia di persone hanno portato a casa pensioni immeritate. Risultano averne beneficiato, dal 1974 ad oggi, quarantamila personaggi, compresi nomi di peso come l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha maturato contributi della Legge Mosca anche lui senza aver lavorato in un sindacato o in una cooperativa, in aggiunta ovviamente alle relative ricche pensioni sempre a carico dell’Inps… cioè delle tasche di tutti coloro che hanno lavorato e lavorano davvero. Ma torniamo ai pensionati comuni, quelli a cui la pensione non è stata regalata: le loro pensioni tra Irpef mensile, trattenute regionali, provinciali, comunali, recuperi e conguagli da parte dell’INPS, zero indicizzazione da anni, stanno perdendo potere di acquisto. Senza più essere sotto il “regime” Monti/Fornero, e dopo la “beffa” del governo Renzi ai pensionati, che ha tradito la sentenza della Corte Costituzionale sulla rivalutazione degli assegni pensionistici, in questo 2021 lo Stato continua a ‘limare’ le pensioni. E’ tempo di giustizia. Per difendere le pensioni e i salari dall’inflazione, i sindacati che il 31 luglio 1992 firmarono un protocollo di intesa con il Governo Amato cancellando la scala mobile, è tempo che rilancino con forza un nuovo strumento essenziale di tutela e di salvaguardia di pensioni e salari. Non è meglio che ci sia benessere per tutti, e non solo per alcuni?
Voto: 2