Il Parco della Rimembranza di Alessandria [Un tuffo nel passato]

I Giardini Pubblici [Un tuffo nel passato] CorriereAl 20di Tony Frisina

 

 

 

 

 

 

                                              Le principali

                                               realizzazioni

                                    del comune di Alessandria

Quando il Fascismo assunse, anche nella città di Alessandria il potere amministrativo, ebbe a trovarsi di fronte a una ben triste eredità di aspirazioni insoddisfatte e di aspettazioni deluse. Lo studio delle numerose, sentite e propugnate esigenze della città e della popolazione subì ancora per i primi anni serie procrastinazioni a causa dell’avvicendarsi di numerose amministrazioni straordinarie; ma con la creazione dell’Istituto podestarile poté essere metodicamente iniziato e, in una gran parte dei casi, tradotto in decise, grandiose e meritorie attuazioni.

                                        Parco della Rimembranza

                                         e monumento ai Caduti

In primo luogo vanno citate le iniziative attuate dal Comune per onorare la memoria degli Alessandrini Caduti sul campo dell’onore durante la grande guerra. E cioè, negli anni 1930 e 1931, la sistemazione a parco, con una spesa di lire 122.000, della sponda destra del Tanaro nel tratto compreso tra il Ponte della linea ferroviaria per Torino ed il Gazometro, destinando la parte, a valle del ponte medesimo, a Parco della Rimembranza. E successivamente l’inaugurazione del monumento agli stessi Caduti, avvenuta il 24 maggio 1937 alla presenza dell’Augusto rappresentante di S. M. il Re, S. A. R. Ferdinando di Savoia, duca di Genova. Il monumento è opera dello scultore Gaetano Orsolini, risultato vincitore di un concorso a cui hanno partecipato ben 90 concorrenti. Esso raffigura il Combattente a cavallo che ritorna, dopo tutto avere donato, alla sua terra, e che, pur non avendo più nemici di fronte a sé, impugna ancora la spada, ma a guisa di croce. Nessun indumento ricopre il suo corpo, perché qualunque indumento lo avrebbe identificato soldato di qualche arma speciale, ed invece gli simboleggia tutti i combattenti della grande guerra. Il suo destriero è massiccio, ma è il cavallo della guerra, che lo riconduce in Patria segnando il ritmo trionfale della marcia eroica. I nomi degli 812 Caduti della città sono incisi su due grandi lastroni laterali al basamento; sopra ai lastroni aleggiano Vittorie alate scolpite nel granito. In due fregi di bronzo sono riassunte le vicende del combattente: la partenza dalla famiglia, la trincea, la bandiera, l’assalto. Il basamento, semplice e nobile per la materia e per la linea, reca la seguente iscrizione: «Alessandria esalta la virtù dei suoi Figli caduti per la Patria – in terra in cielo in mare antesignani dell’Impero».

Delle opere di alto interesse igienico che la città insistentemente richiedeva sono stati ormai compiuti il civico acquedotto e la fognatura: iniziative dovute all’esclusivo sentimento munifico e alla comprensione nobilmente elevata del senatore Teresio Borsalino.

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Leggere queste note mi fa provare un grande senso di appartenenza (che però sta già svanendo…) alla nostra meravigliosa Italia e molta rabbia per tutto ciò che questo nostro (bel?) Paese sta vivendo. Lo dimostrano i fatti negativi che ogni giorno veniamo a conoscere.

In questa occasione ho voluto addentrarmi nell’argomento Parco della Rimembranza, pubblicando il servizio – di un anonimo giornalista – apparso sulle pagine di “Attività e opere pubbliche della provincia di Alessandria nel tempo fascista / A. XVI / Fascicolo speciale della Rivista «Alexandria».

Mi fa molto male pensare al bel Parco della Rimembranza che avevamo – come ampiamente descritto nel servizio introduttivo – lungo una sponda del fiume Tanaro.

Rammento di esserci stato qualche volta verso la fine degli anni ’50, da bambino, accompagnato dai miei genitori; sono ricordi offuscati dal tempo passato e per via della mia tenerissima età.

Un particolare legato a questo luogo però mi viene in mente con più incisività; il momento che mi appresto a narrare è stato forse l’ultima occasione in cui ho avuto la possibilità di godere tutto quel magnifico verde.

Vi ero andato – accompagnato da mio papà che mi conduceva sulla canna della bicicletta – per liberare un passerotto caduto dal nido e che per qualche giorno avevamo nutrito ed allevato in casa.

Ricordo in particolare che la bestiola per tutto il tragitto – da via Piacenza, dove allora abitavamo, fino al Parco della Rimembranza – non si fosse mossa dalla mano di mio padre appoggiata al manubrio della bici. Per sicurezza il piccolo passero era assicurato ad un sottile cordino affinché non avesse dovuto correre eventuali pericoli volando per le strade, prima della sua liberazione in mezzo alla natura.

Appena giunti al Parco mio padre aveva provveduto a slegare il cordino dalla zampina e successivamente, dopo un’ultima carezza data con gli occhi, a liberare la bestiola.

Quell’attimo fu molto toccante. Vedere il passerotto volare verso la libertà fu un momento ricco di sensazioni positive e per me quell’emozione fu fondamentale, così tanto intensa da incidere profondamente il ricordo di quei momenti nella mia memoria.

Troppo presto il Parco della Rimembranza è stato distrutto. Buona parte di quel terreno saccheggiato per lasciar posto alla piscina comunale ed al palazzetto dello sport.

Gli alberi restanti, quelli sopravvissuti allo scempio, sono ormai semplici piante che non ricordano più i nostri 812 Caduti.

I nomi di quei Morti restano ancora incisi (per fortuna) sul marmo del basamento del Monumento ai Caduti presso i Giardini Pubblici.

Il tanto venerato sindaco Basile1 purtroppo – per l’ennesima volta e più che in ogni altra occasione – mi delude e mi avvilisce.

Lasciamo perdere che il sindaco Basile fosse stato il rivale numero uno, il nemico giurato dell’Arco di Piazza Genova. Lasciamo perdere che avesse preteso di volerlo demolire con ogni suo mezzo. Teste un po’ più pensanti della sua, per fortuna, glielo avevano negato in più occasioni (da Torino e da Roma).

La sua smania di rincorrere il progresso e la modernità troppe volte gli offuscò la mente, non permettendogli una più giusta visione della Città e il giusto rispetto che avrebbe dovuto nutrire per la Storia patria.

Non si può e non si deve cancellare un Luogo simbolo, che dovrebbe invece essere considerato Sacro per l’eternità. Così anche, dopo la guerra, non si sarebbe dovuto lasciare in abbandono il Parco della Rimembranza, soprattutto per il valore concreto – era uno dei polmoni verdi della città – e per la valenza simbolica che questo luogo racchiudeva.

 

La Piscina comunale, che aveva scalzato il ben più nobile Parco della Rimembranza, è ora in uno stato di totale degrado ed incuria.

Ognuno tragga da questo risultato le conclusioni che ritenga più logiche.

Tornando a parlare del Parco della Rimembranza posso dire di provare una profonda delusione per la fine a cui è andato incontro dopo poco più di vent’anni dalla inaugurazione.

Trovo inconcepibile la distruzione e la trasformazione di quel Sacro Luogo e sottolineo che mi avrebbe inorridito anche soltanto l’idea di farlo. A mio avviso tutto questo scempio ha infangato la memoria dei nostri Caduti.

Una piscina ed un palazzetto dello sport erano necessari alla città. Sicuramente si sarebbero dovuti cercare altri luoghi più consoni per praticare sport e per divertirsi ma, soprattutto, per poter ancora onorare la memoria dei nostri Ragazzi.

Chiudo qui la filippica per fare un breve cenno – da collezionista di immagini d’epoca – sull’argomento trattato.

Fra le migliaia di cartoline e fotografie che custodisco con immensa soddisfazione e con emozione, conservo parecchi documenti fotografici riguardanti proprio questo tratto della sponda destra del Tanaro.

Il Parco della Rimembranza di Alessandria [Un tuffo nel passato] CorriereAl 2

La fotografia più importante che qui mostro, già pubblicata nel mio libro Ricordi Alessandrini,2 è la rarissima immagine di uno dei momenti più toccanti e commoventi del dopoguerra.

Cito la didascalia che corredava l’immagine.
“Il 4 Novembre 1931 venne inaugurato il Parco della Rimembranza sulla riva destra del fiume Tanaro dalle Autorità locali e solo il 24 Maggio 1937 vi fu l’inaugurazione ufficiale. Ad ognuno dei Caduti alessandrini era stato dedicato un albero. Verso la fine degli anni ’50 il sito venne occupato dalla Piscina Comunale e dal Palazzetto dello Sport.”

Il Parco della Rimembranza di Alessandria [Un tuffo nel passato] CorriereAl 3

Un’altra interessante immagine che da anni conservo, pur essa pubblicata sulla predetta opera, è una piccola fotografia di autore sconosciuto. Ecco la didascalia che la corredava:

“In una tiepida giornata di Settembre del 1935 non c’è nulla di meglio di una passeggiata lungo il Tanaro.”

La terza immagine è un’interessante cartolina, di una certa rarità, messa in commercio Il Parco della Rimembranza di Alessandria [Un tuffo nel passato] CorriereAl 1negli anni ’30 e a suo tempo pubblicata su Quaderno Alessandrino3 .

Cartolina stampata a cura della Cartoleria Tasso e spedita il 24 Dicembre 1936. Ecco la didascalia che l’accompagnava.

“Negli anni 1930 e 1931 sul tratto di sponda del Tanaro compreso tra i ponti ferroviario e stradale fu realizzato il Parco della Rimembranza, in memoria dei Caduti alessandrini.

Infine voglio rendere omaggio pubblicamente ad un caro amico nonché mio estimatore, oltre che eccelso artista. Giuliano Saba.

Con grande generosità ha voluto arricchire la mia raccolta con la donazione di innumerevoli fotografie dell’Alessandria del tempo che fu.

Sono quasi tutte piccole istantanee di famiglia – fotografie amatoriali – che nella loro semplicità contribuiscono ad alimentare e ad arricchire di particolari il quadro delle nostre conoscenze.

Già più volte, in scritti precedenti, avevo asserito che per me è più importante la piccola storia rispetto alla Grande Storia, quella da tutti conosciuta e narrata dai libri di storia, appunto.

La piccola storia è costituita da fotografie, da brevi scritti, da semplici reperti cartacei che riguardano il singolo individuo, la famiglia, l’immediato, le piccole cose. I brandelli di vita di cui parlo sono le piccole storie, sono le testimonianze che hanno contribuito a ricamare il tessuto della nostra città e dei suoi abitanti; testimonianze che continuano a raccontare piccoli fatti. Questi effimeri frammenti di ricordi potrebbero restare passeggeri, potrebbero svanire, rischierebbero di accompagnare per sempre nell’oblio le storie che invece sanno raccontare, se accolte dalle mani giuste.

A tal proposito offro tre piccole immagini che riguardano proprio momenti di vita privati. Le classiche passeggiate sulle sponde del Tanaro con caratteristica foto ricordo.

Il Parco della Rimembranza di Alessandria [Un tuffo nel passato] CorriereAl 4

La prima delle “foto ricordo” – datata 7 dicembre 1940 – raffigura una signora in posa accanto ad un albero del Parco; alle sue spalle è visibile, oltre ad una giovane pianta ancora protetta dai tutori, una caratteristica imbarcazione per il trasporto della sabbia che veniva pescata dal fiume. Purtroppo la breve didascalia annota soltanto il momento della fotografia e non anche il nome della protagonista o del fotografo.

Il Parco della Rimembranza di Alessandria [Un tuffo nel passato] CorriereAl 5

In questa immagine una raffinata e giovane coppia è in posa presso uno dei vialetti del Parco. L’uomo veste una divisa militare e la signora un elegante vestito da mezza stagione; entrambi sorridono al fotografo. La didascalia rende nota la data del 19 maggio 1942. Oltre il vicino argine con gli alberi, si osserva il chiaro corso del Tanaro e sulla sponda opposta si notano – seppure sfuocate – numerose costruzioni. L’erba del prato risulta praticamente incolta. Vista la situazione storica del momento è già tanto poter vedere questi sorrisi…

Il Parco della Rimembranza di Alessandria [Un tuffo nel passato] CorriereAl

Nell’ultima piccola istantanea che propongo mi sembra di rivedere la signora già immortalata nella fotografia 4. Un sentiero costeggia la fila di alberi alle spalle della donna e in lontananza si distingue appena la sagoma di un ponte. La qualità dello scatto non permette con certezza di sostenere che si tratti del ponte ferroviario ma presumo trattarsi proprio di questo. La didascalia, vergata dalla stessa mano di quella della fotografia n. 4, recita “Alessandria, 4 settembre 1942 – XX”.

Con questo mi congedo dai lettori invitando, chi ha ricordi in merito di non essere pigro e di voler aggiungere commenti e ricordi a questo scritto.

 

1 Nicola Basile (ViggianoPZ1883Genova 1979) fu sindaco di Alessandria dal 1947 al 1964.

2 Ricordi Alessandrini : Cartoline e Cronache d’epoca : Operazione nostalgia n. 2 / Tony Frisina; introduzione di Gianfranco Calorio. – Alessandria : Comune di Alessandria, 2008. – 231 p. : ill. ; 35 cm. (Sul front.: Mosaiko Kids).

3 Quaderno Alessandrino : Cartoline e Cronache d’epoca : Operazione nostalgia n.3 / Tony Frisina. – [S.l. : s.n.], stampa 2015 (Asti : Astigrafica). – 72 p. : in gran parte ill. ; 30 cm.