di Mauro Remotti
“Nella pianura di Alessandria, a un’ora di cammino dal villaggio di Marengo, si trova un’altra borgata, detta Spinetta che lo splendore del paese vicino, famoso in tutto il mondo, ha completamente oscurata.” Così recita l’incipit del racconto breve L’imperatrice di Spinetta[1], un’opera postuma (pubblicata nel 1981) dello scrittore tedesco Paul Johann Ludwig von Heyse[2], autore di storie spesso ambientate in Italia dove ha trascorso vari periodi della sua vita.
La novella – liberamente ispirata alle gesta del famoso brigante Mayno della Spinetta – narra le vicende di Pia, che da piccola assiste alla rievocazione della battaglia di Marengo; evento fortemente voluto da Napoleone in occasione del suo viaggio verso Milano (nel mese di maggio del 1805) per l’incoronazione a re d’Italia. Lo stesso Bonaparte scorge la bambina tra il pubblico e la fa salire sul suo cavallo salutandola con un bacio sulla fronte. Un momento di effimera gloria che l’accompagnerà per tutta la vita. Il destino le fa poi incontrare un bravo giovane con il quale si fidanza e progetta di sposarsi: Mayno della Spinetta.
Secondo le usanze popolari, il giorno delle nozze, gli amici dello sposo avrebbero dovuto accompagnare il corteo facendo scoppiare dei mortaretti e sparando in aria colpi di moschetti e pistole. Tale consuetudine era però vietata dalle severe disposizioni del re sabaudo Carlo Felice. Nonostante le suppliche di Pia, Mayno e i suoi compagni decidono di rispettare comunque la tradizione lasciandosi andare a rumorose baldorie, confidando nella comprensione della polizia. Purtroppo uno dei due gendarmi in servizio a Spinetta, tal Barbone, spasimante respinto da Pia, coglie l’occasione per far arrestare lo sposo. Inevitabilmente scoppia una rissa tra invitati e guardie, che termina con il ferimento di Barbone e la fuga di Mayno verso la boscaglia nei dintorni di Novi.
Qualche mese più tardi, Mayno, ormai diventato un noto bandito, torna a Spinetta e convince il parroco a celebrare finalmente il matrimonio. Al termine della cerimonia, il fuorilegge, scimmiottando Napoleone, incorona se stesso imperatore e l’esterrefatta moglie imperatrice di Spinetta. Questo surreale avvenimento ha un effetto destabilizzante nei confronti della povera Pia che perde la ragione. Il giorno seguente, per evitare la cattura da parte dei gendarmi, Mayno è costretto a separarsi per sempre dalla sua amata consorte. Negli anni a venire, incontrandola sull’uscio di casa con in mano una conocchia vuota, i passanti la saluteranno ancora in questo modo: “Dio ti benedica, imperatrice di Spinetta!”[3]
Nella trama dell’opera, pur apprezzata dai critici, vi è poca corrispondenza tra gli avvenimenti realmente accaduti e il tempo narrativo. Mayno della Spinetta non compie, infatti, le sue celebri imprese nel terzo decennio del XIX secolo (quando in Piemonte regnava Carlo Felice), bensì combattendo gli occupanti francesi nei primi anni dell’Ottocento. Anche la protagonista, Pia, personaggio di pura fantasia, ricorda a grandi linee la vera moglie del brigante, Cristina Ferraris, nipote del parroco del paese; così come i fatti di sangue legati ai festeggiamenti per il matrimonio di Giuseppe Mayno e Cristina, celebrato il 19 febbraio 1803, subiscono una trasformazione attraverso l’introduzione della figura del gendarme cattivo Barbone che fa da contraltare al futuro bandito-gentiluomo.
Completamente inventato è pure l’episodio, richiamato nel titolo della novella, dell’incoronazione di Pia a imperatrice. Può darsi che lo scrittore abbia preso spunto dall’appellativo Re di Marengo e Imperatore delle Alpi che Mayno si era attribuito in sberleffo a Napoleone. Infine, anche la presunta nascita di Pia proprio nel giorno della nota battaglia, sabato 14 giugno 1800, è del tutto anacronistica: appena sei anni più tardi, il 12 aprile 1806, Mayno della Spinetta si ucciderà per evitare la cattura da parte dei gendarmi francesi.
[1]Paul Johann Ludwig von Heyse, L’imperatrice di Spinetta (Die Kaiserin von Spinetta), Tranchida Editori Inchiostro, 1993.
[2] Paul Johann Ludwig von Heyse (Berlino, 15 marzo 1830 – Monaco di Baviera 2 aprile 1914) scrittore, poeta e drammaturgo tedesco, si dedica allo studio delle lingue classiche e di quella romanza, oltre alla traduzione di diversi autori italiani. Nel 1910 viene insignito del Premio Nobel per la letteratura.
[3] Il 17 settembre 2015, presso il Museo Cesare Lombroso, in Spalto Marengo 35, si è tenuta una performance di Ombretta Zaglio del Teatro del Rimbalzo intitolata: “L’imperatrice di Spinetta (storia di Pia)”.