Monumento a Franzini [Un tuffo nel passato]

di Tony Frisina

 

 

Fin da bambino, passeggiando per viali e vialetti dei giardini pubblici, mi sentivo attratto ed incuriosito dai busti in pietra dedicati a personaggi a me sconosciuti posti nei pressi del monumento ad Andrea Vochieri.

Ciò che però mi incuriosiva veramente in misura maggiore era quella sorta di monolite – con delle scritte incise su una faccia – di cui proprio non conoscevo il significato, posizionato poco oltre le altre statue.

Quel bel blocco di marmo lucido circondato da un cordolo in pietra e con un basso recinto di barre metalliche fermate tramite angolari in bronzo mi sembrava strano.

Cosa avrebbe potuto essere quell’oggetto? Che significato avrebbe potuto mai avere?

Capivo che quel manufatto fosse strano e senza un apparente significato. La scritta incisa raccontava di un capitano, Giuseppe Franzini, morto ad Adua

Ricordo che spesso, durante i giochi e le corse per quei magnifici giardini avevo provato l’impulso di salire su quello che inconsapevolmente capivo essere una sorta di basamento… lo era davvero. Devo però aggiungere che a quel tempo temevo fortemente di essere sorpreso dai vigili urbani (le gatte) sempre presenti e pronti all’intervento (altro che videosorveglianza!) più che per la difficoltà ad effettuare la difficile scalata…

Col tempo e con ricerche neppure troppo complicate – qualche anno dopo – sono riuscito a svelare quello che da bambino mi era sembrato un arcano insormontabile.

Certamente a dieci anni nulla sapevo. Non conoscevo i fatti, gli eventi, la storia.

Quello che oggi so bene – purtroppo – è che le guerre provocano solo morte e distruzione… annientano persone, luoghi e oggetti.

Le guerre cancellano il passato (anche i politici ingordi però lo fanno, lo hanno sempre fatto). Le guerre inghiottono vite umane e – paradossalmente – altre guerre riescono a fagocitare anche ciò che commemorava gli eroi.

La cartolina che pubblico in questa occasione ritrae il Monumento poco dopo il giorno dell’inaugurazione e purtroppo non esistono soggetti raffiguranti tale evento. Della statua raffigurante Franzini si conoscono solamente pochi tipi di cartoline. Non più di sette o otto.

Il Capitano Franzini, alessandrino per nascita, era caduto ad Adua nel corso di una battaglia, nel 1896; gli era stata conferita la Medaglia d’Argento al valor militare; durante la Seconda Guerra Mondiale è sparito così anche il suo monumento (inaugurato il 25 Maggio 1913), lasciando vuoto e desolato il basamento.

Per concludere voglio sperare che, visti i risultati del ripristino del Monumento ad Urbano Rattazzi che aveva collocazione al centro di Piazza Vittorio Emanuele II, non succeda altrettanto con Franzini. Meglio il vuoto piuttosto che un’oscenità spacciata per arte.

Franzini

L’esultanza di Alessandria per la presa di Adua – Domenica sera verso le ventuno si è avuto in città una simpatica dimostrazione patriottica per la riconquista di Adua. Improvvisamente la sirena del Municipio chiamò la popolazione a raccolta. Dai cinematografi uscivano gli spettatori e in breve tutta un intera folla fu raccolta a Casa Littoria ove erano già ammassati gli organizzatori del Regime. Gli studenti universitari, i giovani fascisti, intonarono i canti della Rivoluzione. Il lungo corteo procedette verso corso Roma e giunse in piazza Vittorio Emanuele ove si fermò alla Prefettura. Ai lunghi e nutriti «alalà» prese la parola il Prefetto ricordando nobilmente il sacrificio vendicato. La colonna degli iscritti alle file della Rivoluzione sostarono quindi al comando di Divisione dove il Generale comandante la Divisione disse pure brevi parole. La popolazione seguì con crescente entusiasmo tutta la manifestazione. Al monumento del cap. Franzini morto ad Adua e posto nei giardini sono stati deposti serti di fiori.

[La Libertà – Settimanale Cattolico della Provincia di Alessandria – Organo della Giunta della Diocesi di Alessandria – Anno XVI – Numero 40 – Alessandria – Giovedì 10 ottobre 1935 – Anno XIII E.F.]