di Cristina Antoni
Nell’autunno del 1504 Raffaello Sanzio arriva a Firenze, dove rimane per circa 4 anni e dove, munito di lettera di presentazione al gonfaloniere della Repubblica Pier Soderini, da parte di Giovanna Feltria della Rovere, signora di Senigallia, lavora per aristocratici e membri della ricca borghesia, dipingendo quadri sacri ed in particolare Madonne e ritratti. Raffaello sente l’esigenza di una espansione delle esperienze e di una uscita dal cerchio magico del Perugino. L’attrazione verso Firenze, fulcro vitale delle arti rinascimentali è quindi inevitabile. L’intento di Raffaello è proprio quello di ammirare le opere innovative dei grandi artisti contemporanei e più anziani di lui: Leonardo e Michelangelo.
Le opere realizzate a Firenze dal Sanzio sono molte, per la maggior parte esposte nei grandi Musei di tutto il mondo.
E’ stato possibile formulare un’ipotesi assai attendibile in relazione alla carriera fiorentina di Raffaello, basandosi sulla esatta datazione della Madonna del Cardellino, in cui l’influsso leonardesco è assolutamente evidente, sia in rapporto allo stile che alla composizione (1504-1506).
Raffaello esegue questo dipinto per Lorenzo Nasi e Sandra di Matteo di Giovanni Canigiani, le cui nozze furono celebrate tra la fine del 1505 e l’inizio del 1506. L’opera, cruciale per tutta la sua carriera subisce nel corso del tempo anche i danni derivanti dal crollo di Casa Nasi nel 1547 e si rompe in 17 pezzi, poi ricomposti. Ciò che si puo vedere oggi è l’esito dell’intervento riparatore prima e di un restauro realizzato poi nell’arco di 10 anni (dal 1998 al 2008) ad opera dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.
L’idea della struttura piramidale del dipinto arriva da Leonardo e si contrappone al disegno umbro di scuola peruginesca, ammorbidito dalla tecnica dello sfumato (sempre leonardesco).
Osservando il dipinto si avverte la vertigine divina.
Il volto e lo scollo della Vergine emergono sul paesaggio. La Madonna del Cardellino è per Raffaello un esperimento, ma rasenta la perfezione.
Le figure sono immerse in un ampio paesaggio fluviale. Cielo nuvoloso con squarci d’azzurro. L’orizzonte appare molto alto.
L’intreccio di sguardi dei tre personaggi è carico di allusione e crea una magica atmosfera di armonia. La Vergine, vestita di rosso e con il manto blu tiene in mano un libretto. I personaggi sono a piedi nudi sul prato contornato da ciocche di viole.
San Giovannino, vestito poveramente, dona il cardellino a Gesù Bambino.
Il cardellino, il pettirosso ed il fringuello durante la Crocifissione cercarono di aiutare Gesù a togliere la corona di spine. Da qui il musino del cardellino spruzzato dal sangue di Cristo, simbolo del sacrificio e della Passione.
La Madonna, bionda e di incarnato chiaro, come tutte le madonne fiorentine, rappresenta la bellezza ideale.