La Guerra dei Mondi (7) – Noi [Il Superstite 468]

ATO6: "Crisi idrica, i cittadini siano più parsimoniosi con l'acqua" CorriereAl 1di Danilo Arona

 

 

Veniamo a lavorare tutte le mattine. Partenza da casa alle otto, più o meno. Abbiamo ridotto l’orario di nostra iniziativa. Per prudenza anche nei nostri confronti.

Poco traffico, ovvio. Dentro le macchine tutti indossano la mascherina. L’Apocalisse mostra un volto quasi normale, è questa la grande trovata del Nemico. E fai fatica a crederci.

Quando entriamo in città il traffico di poco è più sostenuto. Mi auguro che sia tutta gente che va a lavorare per indispensabile servizio. Prima linea.

Posteggiamo in garage, vicinissimo al punto vendita. Un salto all’edicola che è quasi di strada. Gianna chiuderebbe volentieri ma le edicole devono stare aperte, meno male. Nel locale, dentro il suo trasportino, sonnecchia la gatta siamese di Gianna che nulla sa di questo tragico ed epocale giro di boa.

Apriamo. Arriva gente. Come state, noi bene e voi, meno male, si tira avanti. Tutti o quasi con mascherina. Di tanto una no-vax o un complottista per i quali non sta accadendo nulla. È una grande truffa, dicono in sintesi, ci sono gli stessi morti della passata stagione, solo che adesso fanno le conferenze stampa tutte le sere per enumerarli!

Ok, cari furbastri, e tutti i medici e gli infermieri morti in trincea? Non ricordo che ci fossero la passata stagione. Ma con questi non discuto. Non discuto con nessuno nella mia posizione. Vendo cose e le vendo a chiunque, rosso, nero o complottista. Fa parte dell’etica professionale.

Quattro ore passano veloci.

Torniamo. Dato che sono le 13, vedo meno gente che all’andata. Potrebbe essere una domenica d’agosto alle 13, paragone che regge fino a un certo punto.

A casa, dopo venti minuti. Abitiamo in campagna, in un piccolo borgo. Location ideale per apocalisse zombi. Poche case coloniche e contadini comunque all’opera nonostante l’emergenza. Persino l’esecrabile cannoncino anti-storno spara da qualche parte, perché per qualcuno il problema più importante in questo momento è rappresentato dagli uccelli che vanno a beccare i semi affioranti dalla terra.

Si mangia, si vede un film in TV, mia moglie fa tanti passi attorno alla casa, io tento di scrivere. Tento. Non sono mai stato tanto vuoto e scarico. L’Apocalisse, quella vera e non immaginata, mi sta deprivando di immaginario. E pensare che ho scritto almeno 4 libri sulla Fine dei Giorni, divertendomi non poco. Perché, fino a quando non ci sguazzi dentro, l’Apocalisse è divertente, terapeutica. Adesso no: è triste, plumbea e il Superstite, io, non ha certezze di sopravvivere. Sono prossimo ai 70 anni, età giusta per cantare Mondo crudel, è l’ora dell’addio (Peppino di Capri).

Pian piano arriva la sera. Da un po’ di tempo di vedono dei tramonti rosso sangue. Anche adesso non si fa eccezione. Sono cieli cromaticamente bellissimi, ma trasmettono inquietudine. Per tanti rappresentano presagi di morte. Ci sta.

La cena. Fabi che è deliziosa, i tiggì che sono film dell’orrore. Con la conta quotidiana dei morti, dai 700 agli 800. E poi tutto il mondo, ma proprio tutto, con centinaia di migliaia di decessi e di infetti. No, mi correggo. Esiste un luogo dove l’immondo viris ancora non attacca: l’Antartide. Lì ci sta un nutrito gruppo di ricercatori e scienziati italiani che, come l’hanno raccontata all’ANSA, “possono ancora abbracciarsi”. Erano partiti a febbraio per trascorrere tra i ghiacci l’inverno antartico e per affrontate 8 mesi in condizioni estreme, lasciando le famiglie in apprensione. Adesso il mondo si è rovesciato. La normalità ora circola tra i ghiacci polari, mentre il resto del mondo lotta contro un nemico invisibile, dimenticando le interazioni sociali. È proprio un mondo agli antipodi. Loro, temerari scienziati partiti per 8 mesi di isolamento dal resto del mondo, a decine di migliaia di chilometri dalle proprie famiglie, si ritrovano ora a essere i soli a poter godere di una passeggiata, per quanto glaciale, magari anche in gruppo. E si ritrovano a dover consolare e supportare coloro che, alla partenza, apparivano preoccupati di fronte allo scenario di quei lunghi mesi di esilio. «Da qui aiutiamo parenti e amici a vivere isolati–  ha puntualizzato un fisico italiano  -, molti ci dicono che preferirebbero stare qui, in Antartide- Prima del Coronavirus questo luogo era percepito come pericoloso. E ora, per adesso, è il posto più sicuro al mondo.»

Già, con l’immagine dell’Antartide nella mente, sarebbe bello spararci per il dopocena La Cosa di John Carpenter. Ma l’abbiamo già visto una mezza dozzina di volte. «Non c’è qualcosa da ridere?», chiede Fabi. Massì, su Amazon Prime ci stanno tutti i film di Verdone. Uno che non conosciamo lo troviamo di sicuro. Eccolo, trovato, partito. Fabi ride, io no. Ma a me i film comici piacciono poco. Beh, eccetto Frankenstein Junior, s’intende.

Film finito, ancora un pezzo di Tiggì. Poi, prima di ritirarsi a dormire, chiudo i gatti in cucina e mando giù dose tripla delle Gocce di Morfeo che mi aiutano a dormire e mi spengono l’angoscia per il mondo che sta morendo.

Perché il mondo di prima non tornerà più. Sperando di sopravvivere, ci dovremo adattare.