Tartufo Bianco del Monferrato: rinviato l’incontro di sabato ad Acqui Terme

A causa dell’emergenza sanitaria legata al Coronavirus l’incontro è rinviato a data da destinarsi.

 

Sabato 29 febbraio 2020, dalle 16.00 alle 18.00 presso Villa Ottolenghi in Acqui Terme (Strada Monterosso, 42) si terrà l’incontro pubblico: “Tartufo bianco pregiato del Monferrato: una proposta per il territorio”, organizzato dall’Università del Piemonte Orientale in collaborazione con il Comune di Alice Bel Colle (AL) per lanciare ufficialmente il progetto per il riconoscimento e la valorizzazione di uno dei fiori all’occhiello dell’eccellenza gastronomica del territorio piemontese: il Tuber Magnatum Pico, meglio noto come “Tartufo bianco di qualità”.

All’incontro hanno già aderito numerosi sindaci dei comuni del Basso Monferrato, autorità e rappresentanti delle istituzioni, a testimoniare l’elevato interessati nei confronti di questa iniziativa: la messa a punto un metodo di certificazione analitica dell’origine del prodotto attraverso la ricerca di microelementi tipici del territorio e l’analisi del DNA del fungo ipogeo nostrano.

Il progetto nasce da un’idea del noto ristoratore alicese Franco Novelli, poi messo a punto dal professor Vito Rubino del DISEI (Dipartimento di Studi per l’economia e l’impresa UPO) che sarà incaricato anche di seguirne gli sviluppi “giuridici”. L’iniziativa mira a creare un marchio collettivo certificativo “Tartufo bianco pregiato – Comuni del Monferrato”, il cui disciplinare garantirà l’origine del prodotto attraverso tracciabilità documentale e metodiche analitiche che verranno predisposte dall’Università del Piemonte Orientale. Il prodotto si porrebbe, in questo modo, all’avanguardia a livello globale, assicurando un’affidabile autenticità dei tartufi contrassegnati e certificati.

Gli aspetti analitici saranno studiati e curati dal professor Maurizio Aceto del DISIT (Dipartimento di Scienze e innovazione tecnologica UPO) che approfondirà il tema della ricerca dei lantanidi, terre rare presenti in modo specifico in ogni terreno e rintracciabili anche nel prodotto naturale. Il professor Guido Lingua, anch’egli afferente al DISIT, grazie alla collaborazione con il CNR seguirà la messa a punto di una banca dati del DNA del tartufo bianco monferrino, per consentire una identificazione della genetica del prodotto locale.