Ospedale di Acqui Terme: chi fa demagogia a buon mercato?

Perché stanno smantellando l'ospedale di Acqui Terme? CorriereAl 1Quale reale futuro per l’Ospedale di Acqui Terme? E’ di pochi giorni fa la visita ‘tranquillizzante’ dell’assessore regionale Icardi (Lega), che ha ribadito che il forte ridimensionamento del nosocomio acquese (opera della giunta Chiamparino nello scorso quinquennio, ndr) non proseguirà, e anzi si tornerà ad investire, ma in una logica ‘di rete’ con gli altri presidi ospedalieri della provincia.

Concetto del resto ben spiegato da Mimmo Mercogliano, cardiologo e esponente di rilievo del Partito Democratico di Alessandria, nella sua recente intervista a CorriereAl: è impensabile che ogni piccolo ospedale di territorio sia attrezzato, in termini di investimenti tecnologici e professionalità, per curare le patologie più gravi, come appunto è per cardiologica e cardiochirurgia.
Inevitabile che si lavori ad un unico centro di eccellenza provinciale (anzi interprovinciale, Alessandria Asti), con un ruolo strategico del 118.

Eppure c’è chi (magari senza nessuna competenza medico sanitaria, ma che importa: uno vale uno, no?) pare non averlo ancora capito. Insomma, campagna elettorale permanente.

Ma un ospedale super specializzato ogni 30 chilometri non ce lo possiamo permettere: lo vogliamo ammettere, o andiamo avanti così?

Di seguito le dichiarazioni di Federico Fornaro (capogruppo Leu alla Camera dei Deputati) e del consigliere regionale Sean Sacco (M5S).

“Questa mattina ho portato la mia solidarietà al sindaco Lucchini al presidio all’Ospedale di Acqui Terme. Decisioni importanti come la riorganizzazione della rete cardiologica provinciale non possono passare sulla testa dei sindaci. Non si vede poi in questa decisione un progetto organico. Meglio dunque fermarsi e riaprire un tavolo di confronto per ricercare una soluzione condivisa che garantisca un adeguato livello di servizio sanitario cardiologico in tutti gli ospedali della Asl Al”. Federico Fornaro, capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera dei Deputati.

“Siamo al fianco dei cittadini di Acqui Terme che potrebbero vedere ridotto il numero di cardiologi in servizio presso l’ospedale “Monsignor Galliano”. La decisione dei vertici di ASL AL è grave ed incomprensibile, esprimiamo quindi pieno sostegno alla protesta del primo cittadino di Acqui Terme Lorenzo Lucchini.Porteremo il caso in Consiglio regionale attraverso un’interrogazione a firma Sean Sacco rivolta all’assessore alla Sanità Luigi Icardi (Lega). Come intende la Regione evitare un’emergenza in cardiologia e mantenere gli stessi standard? Perché nessuno ha informato i sindaci del territorio? Sono le risposte che la Lega dovrà dare domani in aula ai cittadini di questo territorio”. Sean Sacco, Consigliere regionale M5S Piemonte.

 

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Ecco, infine, la posizione uffciale dell’Asl AL su Cardiologia all’Ospedale di Acqui Terme

 

ASL AL garantisce la presenza e l’efficienza dei servizi sanitari sul territorio. Per renderli sempre migliori e più vicini ai cittadini, pur in momenti di difficoltà organizzative, è necessario tenere in grande considerazione la verità e la realtà delle cose. La scorsa settimana la direzione sanitaria della ASL AL ha introdotto un provvedimento organizzativo riguardante le cardiologie. Questo provvedimento intende migliorare la qualità professionale delle prestazioni cardiologiche e anticipare la soluzione di problemi legati alla riduzione del personale medico per motivi di pensionamento. Nei fatti si tratta di applicare quanto discusso nei pro e nei contro da almeno 6 mesi, comprese le doverose informazioni alle parti sindacali. Per quanto le soluzioni adottate siano centrate sulla ricerca del miglioramento possibile dei nostri servizi sanitari, dobbiamo riscontrare con dispiacere la diffusione di informazioni che tendono a screditare il disegno adottato. In tal senso vanno inquadrate le iniziative del Sindaco Lucchini di Acqui, che rilasciano verso la popolazione e le istituzioni messaggi infedeli ai fatti.

Pertanto, al fine di diradare la foschia ad arte creata, elenchiamo di seguito i problemi e le circostanze reali:

 

  • Il provvedimento non configura alcuna riduzione dell’attività cardiologica. Al contrario il provvedimento è pensato proprio per aumentare l’efficacia operativa dell’Ospedale Monsignor Galliano di Acqui Terme, anziché comprometterla come sostiene il Sindaco. La nuova configurazione organizzativa consentirà di aumentare le professionalità a disposizione degli utenti permettendo non solo di mantenere, ma anche di migliorare le competenze specialistiche in cardiologia attraverso un più stretto confronto e collaborazione tra medici della medesima disciplina e un’integrazione più forte nella rete professionale di riferimento.

 

  • Una delle cause della carenza di medici specialisti che inevitabilmente influisce sulla qualità dei servizi è la bassa attrattività nei concorsi per posizioni di dirigenti medici in Cardiologia, che come nel caso degli ospedali di Acqui e Tortona, sono inserite all’interno di strutture di Medicina. La gestione integrata dei poli cardiologici ha invece, come ulteriore ricaduta positiva, una maggiore competitività dell’ASL AL in termini di selezione del personale.

 

  • Infine occorre precisare che il distacco funzionale dei Dirigenti Medici Cardiologi di Aqui Terme e Tortona, oltre ad essere un derivato dei provvedimenti di riorganizzazione della rete ospedaliera avvenuti nel 2015, è una determinazione a cui ASL AL è giunta a seguito di approfondite analisi, valutazioni, riunioni, confronti, che hanno coinvolto i Direttori delle Strutture Complesse di Medicina di Tortona e di Acqui (quest’ultimo anche nella sua veste di Direttore di Dipartimento), i Direttori delle Struttura Complessa di Cardiologia di Casale e Novi, il Direttore del Distretto di Acqui e i due Direttori di Presidio ospedaliero dell’Azienda. Tutto il processo di lavoro ha avuto come preciso obiettivo quello di garantire il servizio rendendolo più efficiente, mantenendo le attività dal punto di vista numerico, migliorandone la qualità, cercando di compensare in modo razionale le riduzioni dei professionisti conseguenti ai pensionamenti.

 

Chi si oppone a questo provvedimento danneggia gli stessi servizi che oggi afferma di voler difendere, perché modificare l’attuale organizzazione con piccoli e mirati provvedimenti è il primo passo per attrarre nuovi professionisti, offrire opportunità di crescita a quelli già attivi e garantire il miglioramento del servizio alla cittadinanza.