Caro assessore Barosini, chi tocca certi fili si fulmina! Intanto i cittadini pagano i derivati, e le vacanze di Napolitano [Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

 

1) Che la situazione economica del Comune di Alessandria non sia per niente consolante già ne siamo abbondantemente informati. Sappiamo pure da dove arrivano i nostri dolori e chi li ha prodotti, sarebbe però opportuno ed utile che chi è stato eletto nel 2017 (sia in maggioranza che, soprattutto, all’opposizione) avesse un atteggiamento più collaborativo. Specie per i non ‘neo-eletti’, ossia coloro che erano già a Palazzo Rosso nel quinquennio precedente, e in maggioranza di centro sinistra. La pagella vuole trattare il cosiddetto il ‘caso Barosini’.

Come potete leggere, al di là delle schermaglie infruttifere, le minoranze compatte se la sono presa con l’ assessore ai Lavori Pubblici Giovanni Barosini, chiedendone le dimissioni. Le motivazioni di Rita Rossa (ex sindaca del precedente quinquennio) sono queste: “Barosini vuole mettere le mani avanti rispetto al Bilancio, dove il suo settore è quello che ha subito più tagli”. Cavoli e che c’è di male? La città fa pena. Da parte dei 5 Stelle la richiesta di dimissioni è motivata dalle inaccettabili (secondo loro) dichiarazioni sugli “uffici semi-vuoti” del Comune, e dell’assessorato in particolare. Vediamo quali sono le motivazioni dello sfogo di Barosini. Da Il Piccolo: “Lo sfogo di Giovanni Barosini arriva l’ultimo venerdì di luglio, “è dura, la gente protesta, mi guardo attorno e i responsabili sono in ferie”. (Questa è l’ennesima rimostranza per disagi dovuti a sporcizia, invasione d’erba e opere di manutenzione o ripristino svolte tutt’altro che a regola d’arte). L’assessore sbotta e invia una mail al segretario generale chiedendo se sia normale che «in una città sventrata» i responsabili dei vari comparti dei Lavori pubblici siano in ferie. Facciamo fatica, la Corte dei Conti ci impedisce di spendere, è dura. Adesso sistemiamo i cimiteri, ma serve almeno che qualcuno controlli cosa succede in città. Però chi lo deve fare è in vacanza”. In questo sfogo cosa ci sarebbe di così clamoroso da pretenderne le dimissioni? Diciamo che l’Assessore Barosini forse non “dorme”, e vorrebbe fare, ma per un verso o per l’altro gli viene impedito. Chiaro è che in Alessandria si può “scherzare coi fanti …ma bisogna sempre lasciar stare i santi” perché chi “tocca i fili” rischia di morire e forse i “fili” lui li ha toccati. Ma Alessandria oggi ha bisogno di sforzi da parte di tutti coloro che negli anni precedenti “si sono assai risparmiati nel fare sforzi”.
Voto: 2

 

2) Derivati: qualcuno li ha definiti il più atroce dei delitti finanziari, soprattutto se utilizzati dalle pubbliche amministrazioni. La Regione paga oggi il conto dei derivati della Giunta Bresso, e io chiedo: “perché, su Alessandria non pesano i derivati della Giunta Scagni”? Questa è la denuncia che arriva da Sean Sacco (consigliere e vicepresidente Commissione Bilancio regionale M5S Piemonte ): “Sacco (M5S): Il Piemonte paga oggi il conto dei derivati della giunta Bresso”.

Il Consigliere regionale Sacco ha fatto bene a riportare alla memoria dei distratti e degli inconsapevoli questo problema. Credo che i contratti “derivati” siano sul groppo di ogni Ente pubblico italiano: il guaio però è che il conto dei danni non lo paga certo chi lo causato con scelte avventate, ma tutti noi cittadini. Mentre costoro belli-belli continuano a fare politica (Madame Bresso pare stia anche cercando di farsi ‘ripescare’ nel Parlamento Europeo tramite ricorso) e i dirigenti hanno proseguito la carriera lavorativa, a noi cittadini toccano meno servizi, conti in rosso e via cantando. Per la regione Piemonte si leggeva quanto segue: “La strategia degli avvocati della Regione nel processo londinese: derivati, «erano in inglese, non capivamo». L’ultima difesa della regione Piemonte. L’ex giunta Bresso decise di finanziarsi emettendo sul mercato 1,8 miliardi di bond, proteggendosi con strumenti “derivati”. Capito? Firmavano senza comprendere ciò che firmavano. Anche il comune di Alessandria nel 2003 entrava pesantemente nel mondo dei derivati o “swape: “Alessandria, il Comune fa i conti: “sconticino” di 1744 euro sulla scommessa dei derivati. Ma Palazzo Rosso contesta le banche per i costi “nascosti”: 3,5 milioni”. Che ci raccontava Piero Bottino il 31 dicembre 2014? Non sono esperta in materia ma dall’articolo rilevo che noi cittadini abbiamo sul ‘groppo’ un debito da anni che si concluderà nel 2027, che sui conti del Comune pesano ancora strumenti finanziari derivati stipulati dall’amministrazione Scagni nel 2003 e in scadenza nel 2027. I cittadini hanno diritto di conoscere questa storia che pare archeologia, ma di cui stiamo ancora pagando il conto. nessuno ne risponde, e i cocci sono nostri. E “io pago” diceva Totò.
Voto: 2

 

3) L’insopportabile canicola estiva arriva per tutti, ma non tutti possono godere di salubri vacanze al fresco in montagna o laghi, oppure a “mollo” in refrigeranti acque del mare, soprattutto a “sbafela”, anche se tale status è garantito da leggi create ad hoc, e nessuno pensa minimamente di adeguarle alla situazione odierna. Mi riferisco alla notizia che ha prodotto molti commenti di ‘stizza’, che si ripete ogni anno da quando l’emerito Presidente è andato in pensione: Giorgio Napolitano e le sue tre settimane di vacanze in montagna, laghi o mare a scelta, servito e riverito a spese nostre: “Un esercito al servizio delle ferie di Re Giorgio – I Napolitano, al mare in Toscana, avranno 4 agenti come autisti. La polizia è perplessa”.e: “Aereo di stato, scorta e resort: la vacanza di lusso di Napolitano – Tre settimane di vacanza da sogno sulle Dolomiti in un hotel a 4 stelle con aereo di Stato e numerosi uomini della scorta per l’ex presidente Giorgio Napolitano”.
Articoli che consiglio caldamente di leggere. Qui non si tratta di irriverenza o invidia, ma di buon senso. Un politico di oltre novant’ anni, non certo a rischio attentati, e che essendo molto benestante (sempre grazie agli italiani, consenzienti o meno che siano) guardie del corpo, autisti, segretari e servitù al seguito potrebbe pure pagarsele, come le vacanze medesime. Negli articoli è tutto ben raccontato. Ora: chi troppo e chi niente. Fa molto caldo per tutti, ma per i cittadini con problemi cardiaci, respiratori, colpiti da gravi malattie e per gli anziani questo caldo è soffocante e pericoloso. Con i redditi al minimo e le pensioni da fame non tutti possono permettersi anche solo un comune ventilatore. Un’indagine condotta da Legambiente del 2018 titola: “Caldo, dati shock di Legambiente: 24mila morti in 11 anni ”. Tutto questo importa a qualcuno? Certamente no, e mentre i nostri anziani boccheggiano e tentano di sopravvivere, c’è un anziano “in” che sta soggiornando al mare con moglie e figlio a Cecina Mare, alla base logistica caserma Villa Ginori, una struttura balneare riservata alle ferie dei militari. I nostri anziani possono permettersi tali vacanze a spese dello Stato? Perché tale esborso non potrebbe essere utilizzato per mandare al mare o in montagna i nostri anziani, quelli con la pensione sotto ai mille euro mensili?
Voto: 2 (anche meno)