Turismo alessandrino, ultima chiamata. Che sia la volta buona? [Centosessantacaratteri]

di Enrico Sozzetti

 

 

Potrebbe essere l’ultima chiamata per il turismo alessandrino. E forse lo sarà, in senso positivo. Perché il cambio di passo imposto ad Alexala, agenzia turistica locale della provincia di Alessandria, apre scenari nuovi e tutti da scoprire, se si guarda alla storia recente, mentre sembra recuperare quello spirito di intraprendenza e condivisione che ha segnato la storia meno recente dell’Alessandrino, quando il territorio aveva capito che era necessario un brand (e non poteva che essere ‘Monferrato’), una visione d’insieme, un progetto ambizioso per la promozione sui mercati, nazionale e internazionale.

Alexala, sotto la guida di Pierluigi Prati, imprenditore vitivinicolo, ha messo a punto il piano triennale 2019 – 2021 e lo ha intitolato in modo semplice e diretto ‘Un percorso di crescita’ per riassumere una progettualità che si basa su tre pilastri: la promo-commercializzazione dei prodotti turistici, la promozione e la comunicazione, la formazione.

Nel prossimo futuro è previsto che il consorzio turistico casalese di Mon.D.O (Monferrato Domanda Offerta) confluisca in Alexala, superando l’anacronistica presenza di due realtà simili sul territorio provinciale, mentre un’altra piccola rivoluzione sarà rappresentata dallo sviluppo di progetti strategici condivisi con i Comuni centro zona (almeno due per area) che possano “valorizzare le peculiarità dei territori”. L’obiettivo della nuova Alexala che vuole giocare il ruolo di cabina di regia di tutti gli operatori turistici passa anche per una “maggiore sensibilizzazione dei privati, una ricerca di nuove linee di finanziamento e di nuovi stakeholder”. Come dire, se la parte pubblica capisce che si può voltare pagina, allora l’agenzia turistica è pronta con un dettagliato piano industriale capace di intercettare investitori.

Ovviamente quelle presentate anche durante l’illustrazione del piano triennale, avvenuta della sede della Camera di Commercio alessandrina che è quasi pronta a diventare di ‘Alessandria e Asti’, sono state valutazioni tutte positive. “In questi vent’anni di attività come Consorzio – è stato affermato – la struttura di Alexala è riuscita a consolidare dei prodotti di nicchia che hanno permesso lo sviluppo dell’azione promozionale del territorio.

Basti pensare che un territorio variegato come è la provincia di Alessandria, ha avuto una crescita costante in dieci anni che ha portato nel 2017 un aumento del 27,5 per cento sugli arrivi e del 27,4 per cento sulle presenze. In termini assoluti parliamo di un totale di 332.541 di arrivi e 756.963 di presenze”. Il dato del 2017 conferma il trend positivo, però la provincia di Alessandria nell’arco degli ultimi dieci anni ha di fatto inseguito e non ha rappresentato un fronte di sfida e innovazione. Alessandria è stata la provincia che è cresciuta di meno (2,9 per cento) mentre Asti e Vercelli/Valsesia hanno registrato un incremento del 4,71 e 4,76 per cento, Cuneo e Novara del +5,34 e +5,68, Torino e provincia +6,75, Langhe e Roero +7,16 per cento, Biella +10,93 e infine il Distretto turistico dei laghi che guida la classifica (in base ai dati registrati dalle Atl) con +11,80 per cento.

Al termine della presentazione del piano, è arrivata anche la firma del protocollo di intesa fra Alexala e l’ente turismo Langhe Monferrato Roero (il presidente è Luigi Barbero). “I territori Unesco e il Monferrato non possono essere gestiti sulla base di confini rigidi” commenta Prati, prima di presentare l’intesa che ha ricevuto la benedizione, e la promessa di finanziamenti, della Regione Piemonte. Il documento individua una serie di “azioni congiunte per l’incremento e lo sviluppo turistico nazionale e internazionale di due territori che sono complementari”. La collaborazione tra i due enti fissa linee guida e azioni ben precise e congiunte di promozione “verso i mercati italiani e stranieri ritenuti strategici attraverso l’organizzazione di eventi e incontri di presentazione pianificati di comune accordo”.

Antonella Parigi, assessore regionale al turismo alla cultura, richiama la necessità di “stabilire una forte connessione fra le due Atl” perché “lo sforzo è quello di costruire progetti di area vasta”, quindi aggiunge che “le divisioni in Atl sono un fatto amministrativo”. Sarà. Certo è che quando Alba e Asti si sono mosse, fra i numerosi moti di entusiasmo, quelli torinesi che fanno capo alla Regione e allo stesso assessore sono stati i primi per complimenti e incoraggiamenti. Ma non è tutto. Ancora Antonella Parigi: “I progetti di area vasta non guardano solo al Piemonte. Il nostro obiettivo è lavorare insieme con Lombardia e Liguria, pensando a una unica agenzia turistica del nord ovest”.

Vero che agli occhi del mondo è impossibile distinguere fra Cella Monte e Castiglione Falletto (a malapena un mercato enorme e potenzialmente ricchissimo come quello del turismo cinese sa, per esempio, dove è l’Italia), ma è anche vero che pensare di mettere insieme motori che girano a velocità diverse potrebbe fare correre il rischio di sbiellare tutto quanto. A meno che certe considerazioni siano frutto di un clima elettorale, piuttosto che di una analisi di mercato.