Cambalache: documentario e progetto su migrazioni e cambiamenti climatici

Il crescente ruolo dei cambiamenti climatici sta dimostrando un impatto sempre più forte sulle migrazioni, ma nel sistema di asilo internazionale ancora non esiste un riconoscimento della condizione dei rifugiati climatici. Persone di cui nelle società del Nord del mondo diventa difficile anche solo percepire la voce.

Eppure esse ci sono, così come ci sono i cambiamenti del clima, lampanti nelle manifestazioni più drammatiche, silenti nei mutamenti che tuttavia hanno effetti gravi sull’ambiente e la biodiversità.

A richiamarci alla concretezza di queste dinamiche c’è un piccolo essere vivente, l’ape, sentinella dello stato di salute più o meno buono di un ecosistema. Un animale che è al tempo stesso metafora e strumento di contaminazione, esempio di collaborazione, ma che può diventare veicolo di comprensione di un fenomeno più grande.

È a partire da questo che nasce Bee My Environment, il nuovo progetto di Cambalache, uno dei quindici finanziati in Italia da Frame, Voice, Report!, con il contributo dell’Unione Europea (per informazioni sul progetto: https://www.framevoicereport.org/it/). Un percorso che prevede la realizzazione di un documentario, realizzata da Dueotto Film e scritto da Elena Brunello, con la regia di Francesco Ferri e Paolo Caselli, come già era stato Bee My Job, e una serie di attività di sensibilizzazione sul territorio che nella prossima primavera avranno come target principalmente i giovani studenti. L’obiettivo è riportare le voci e le testimonianze di migranti che hanno vissuto sulla propria pelle il dramma dei mutamenti climatici nelle loro varie espressioni, ma anche quelle di tecnici e scienziati che spieghino e raccontino il fenomeno dal punto di vista legale e ambientale.

I lavori per la realizzazione del documentario, che sarà pronto all’inizio del 2019 e si chiamerà Limbo, sono già iniziati con le prime riprese e interviste. Ad affiancare Elena Brunello sul set, in qualità di reporter, c’è anche Abdoul Sane, apicoltore di Cambalache, la cui storia era stata raccontata in Bee My Job. Nel frattempo, in coordinamento con il COP (Consorzio Ong Piemontesi), partner italiano del progetto europeo, l’Associazione alessandrina sta studiando il programma di attività che verranno realizzate sul territorio e che vedranno il coinvolgimento della CIA, la Confederazione Italiana Agricoltori di Alessandria.

Tanti i temi chiave che il progetto si propone di toccare. Prima di tutto i mutamenti climatici in relazione agli effetti che hanno sulle popolazioni del mondo, ma anche a quanto l’intervento dell’uomo nell’ultimo secolo abbia contribuito a condizionarli. Quindi il fatto che a incidere sulla decisione di una persona di lasciare la propria terra spesso sia una serie di fenomeni interconnessi, dalla povertà ai conflitti, dalle persecuzioni politiche ai “disastri naturali”. Come spiega infatti l’Organizzazione mondiale per le migrazioni, il cambiamento climatico può influenzare le migrazioni almeno in quattro modi: l’intensificazione dei disastri naturali provoca un aumento degli spostamenti interni e delle migrazioni; i mutamenti del clima possono avere effetti sui mezzi di sussistenza, la salute pubblica, la sicurezza alimentare e la disponibilità di acqua; l’aumento del livello del mare rende inabitabili le zone costiere; la concorrenza per le risorse naturali può provocare crescenti tensioni e conflitti.

Al centro del documentario ci saranno poi l’uomo, il cittadino globale, migrante o piccolo agricoltore, e la biodiversità, in questo caso rappresentata dall’ape, piccolo animale che, attraverso la sua azione di impollinazione e contaminazione, ma anche la sua capacità di vivere in un super organismo in cui l’unione fa la forza, diventa una perfetta metafora della società umana. Un animale considerato “sentinella”, strumento per capire il benessere di un ecosistema. Infine, la sostenibilità. Attraverso questo progetto Cambalache vuole infatti sensibilizzare lo spirito critico e di corresponsabilità delle giovani generazioni e del grande pubblico e promuovere alcune sane pratiche volte a garantire un futuro sostenibile del Pianeta, sia a livello ambientale, e quindi di rispetto e tutela della Natura, che umano, per la convivenza, il rispetto, la dignità di ciascuno, l’arricchimento dato dalla contaminazione.