La Cittadella 3.0 fra pubblico e privato? Si può fare. Ecco come [Centosessantacaratteri]

10 a Enrico Sozzetti, zero agli anonimi del web! [Le pagelle di GZL] CorriereAldi Enrico Sozzetti

 

“La storia di Bergoglio e della Cittadella è una storia europea”. “Alessandria può essere un hub per la cultura e la musica”. Le prime parole sono di Michel Magnier, direttore della divisione Cultura e creatività della Direzione Generale per Educazione, Gioventù, Sport e Cultura, della Commissione Europea, le seconde di Lucia Borgonzoni, Sottosegretario del Ministero per i beni e le attività culturali.

Da parte di entrambi arriva un appoggio chiaro al progetto “Bergoglio 3.0 – Luogo antico vita nuova” finalizzato all’integrale recupero strutturale e funzionale della Cittadella per la rigenerazione, valorizzazione culturale e fruizione pubblica. L’idea è di portare ad Alessandria un evento musicale internazionale multigenere, dalla classica al metal, capace di attirare almeno cinquantamila persone. Il festival potrebbe essere ospitato nell’area esterna agli spalti, mentre all’interno potrebbero trovare spazio tutte le iniziative collaterali. Fra ricaduta diretta e indiretta, le stime economiche sarebbero molto elevate, senza contare la promozione di immagine della città e del territorio provinciale. Il tutto ruota intorno al partenariato pubblico-privato come soluzione per il progetto “Bergoglio 3.0” e il patrimonio culturale più in generale. I promotori hanno ricordato come uno dei più importanti eventi musicali europei, il Sziget Festival di Budapest, nell’ultima edizione a fronte di quasi dodici milioni di costo ha registrato circa novanta milioni di incassi. Nato come rassegna per gruppi locali è cresciuto di anno in anno è oggi uno dei festival che conta le maggiori presenze in assoluto al mondo, grazie anche alla durata di una settimana (ad agosto). Sziget Festival conta più di sessanta palchi e ospita non solo musica dal vivo, ma anche dj set, spettacoli teatrali, proiezioni videocinematografiche, danza, esibizioni circensi, artisti di strada e manifestazioni sportive. È un evento unico nel suo genere.

L’iniziativa è stata presentata pubblicamente a marzo (Gianni Berrone ed Emiliano Poggio, ideatori e promotori, avevano illustrato, insieme al gruppo di lavoro, le finalità) e circa sette mesi è andato in scena, ospitato nella sala del Broletto della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, il convegno di respiro europeo “3.R – Roots Renew Relive” in cui sono state discussi e analizzati gli strumenti esistenti, possibili e più appropriati, per sostenere “Bergoglio 3.0”. Prima alcuni esempi di buone pratiche con interventi di esperti croati e spagnoli. Poi quello del festival “Heritart” ospitato nel teatro romano di Ostia. Frutto di un progetto che coinvolge pubblico e privato, ha tre partner: Italia, Croazia e Romania. Complessivamente “Heritart”, arrivato alla terza edizione, vale circa trecentomila euro e ha registrato un positivo coinvolgimento della Sovrintendenza locale. Ai casi illustrati dai responsabili di Euradia Italia (la società è europea e si occupa di consulenza nella direzione, gestione e realizzazione di progetti europei e multilaterali di alta complessità; sono intervenuti Massimo Macaluso, amministratore delegato, e Francesca Billi, project manager), si è aggiunto quello di “CreAction” Roma che prevede la realizzazione di eventi “volti a promuovere e valorizzare la creatività dei territori” come ha raccontato Cristina Da Milano, vicepresidente di Culture Action Europe, network europeo che raccoglie più di cento organizzazioni attive in tutti i settori dell’arte e della cultura e circa cinquanta soci individuali (www.cultureactioneurope.org).

Se il mondo universitario ha focalizzato gli aspetti legali e amministrativi di partenariato pubblico-privato, con Roberta Lombardi, professore ordinario di diritto amministrativo al Digspes (Dipartimento di giurisprudenza, scienze politiche, economiche e sociali) dell’Università del Piemonte Orientale, e quelli relativi allo studio e alla metodologia scientifica, con Anna Marotta, docente dei Dipartimento di architettura e design del Politecnico di Torino, è stata la politica ad assicurare che ci sarà un cambio di passo. Dopo gli interventi di Gianfranco Cuttica di Revigliasco, sindaco di Alessandria, e di Riccardo Molinari, capogruppo della Lega Nord alla Camera, è stata Lucia Borgonzoni a dire senza giri di parole che “per il partenariato pubblico-privato non ci sono problemi, bisogna solo vedere sotto quale forma si può attuare (consorzio, fondazione)”. E ha subito dopo annunciato che “nei prossimi giorni, forse già la prossima settimana inizieranno gli incontri al ministero per approfondire tutti gli aspetti.

Come ha precisato ancora una volta Emiliano Poggio, il progetto è “interamente finanziato in ambito privato già dalla prima fase di impianto, prevede un investimento di circa venti milioni di euro e non postula nessun diretto intervento finanziario pubblico. Il complesso programma di valorizzazione, tradotto in investimenti per circa 375 milioni di euro, si articola in venti anni con il completo recupero strutturale e funzionale”. La Bei (Banca europea investimenti) e la Commissione Europea, riconoscendo che il progetto non comporta alcun intervento finanziario pubblico per la attuazione, hanno più volte rimarcato “la concreta eventualità di finanziarne una gran parte”.

A margine dei lavori, Lucia Borgonzoni ha annunciato che sono stati superati gli ostacoli che rischiavano di compromettere i fondi stanziati dal ministero per la Cittadella, anche a causa di interpretazioni della Sovrintendenza ai beni culturali che si sono manifestate a un certo punto.