Daniele Olivero fa il bis. A distanza di un anno, la sua azienda è di nuovo fra le ‘magnifiche 6’ premiate dal Premio Marengo Doc, giunto alla 44esima edizione. Il viticoltore (ed enologo) di Cassine si aggiudica per il secondo anno consecutivo il premio Giovani, stavolta con la Barbera d’Asti Filari corti, annata 2015. “Produzione limitata, gradazione importante: un vino per intenditori”, garantisce Olivero: che illustra i diversi passi in avanti fatti dall’azienda negli ultimi dodici mesi, e soprattutto guarda con ottimismo e progettualità ad un futuro di crescita, all’insegna di qualità e nuovi mercati da conquistare.
Dottor Olivero, partiamo dalle novità dell’ultimo anno….
Diverse, e piacevoli. Abbiamo inaugurato la nuova cantina, con uno spazio degustazione importante, nei locali che furono un secolo fa le stalle dell’azienda del mio bisnonno, il fondatore dell’azienda. Travi a vista, botti per l’invecchiamento dei nostri vini ma anche appunto un’area in cui accogliere i nostri ospiti e clienti, perché possano assaporare i nostri vini, ma anche ‘percepirne’ la storia, legata a quattro generazioni di viticoltori. Per poi ovviamente, se lo gradiscono, essere accompagnati nei nostri vigneti, sulle colline alle spalle dell’azienda.
Avete anche ampliato il vostro mercato?
Sì, ma pensiamo di essere soltanto all’inizio del percorso. Grazie anche alle operazioni di promozione e marketing messe a punto dalla Camera di Commercio (dagli incontri con i buyer stranieri a Palazzo Monferrato, alla comunicazione sul web), abbiamo individuato un importatore che ci sta curando il mercato olandese, e stiamo muovendo i primi passi anche in Germania. Il tutto in maniera oculata e selettiva, con operazioni molto mirate: fondamentale per un’azienda famigliare come la nostra…
Fate il passo ‘lungo come la gamba’ insomma: saggezza contadina…
E’ fondamentale: vendere sì, ma soprattutto vendere bene, con una logica di crescita nel tempo. Oggi L’Azienda Agricola Olivero Daniele ha 5 ettari di vigneti, e una potenzialità intorno alle 20 mila bottiglie. L’obiettivo è crescere, sia in termini di acquisizione di terreni e potenziamento dei vigneti (stiamo impiantando filari di cortese, e di riesling), sia per qualità dei prodotti. Per questo puntiamo a farci conoscere da un pubblico via via più ampio e qualificato, ma con gradualità. Correre non serve: voglio costruire e crescere nel tempo, forte dell’insegnamento dei miei nonni, entrambi agricoltori, e dei miei genitori.
Che vino è la Barbera d’Asti Filari corti, premiata con il Marengo Giovani 2018?
La vendemmia premiata è del 2015: è una barbera invecchiata 12 mesi in botti di rovere, ricavata da uve selezionate che arrivano dal nostro vigneto più vecchio, impiantato da mio nonno cinquant’anni fa. Davvero un simbolo della nostra azienda: un vino importante, da degustare, che arriva a 14 – 14,5 gradi.
Nel frattempo, dottor Olivero, non cresce solo l’azienda, ma anche la famiglia..
Confermo (sorride, ndr). Proprio un anno fa nacque mio figlio Leonardo. E’ ancora troppo piccolo per le vigne, ma già esiste un vino che porta il suo nome: si chiama Leo, ed è un rosato che è stato anche premiato al concorso nazionale di Pramaggiore.
Quanto pesa il web oggi nel vostro business?
E’ uno strumento fondamentale per farsi conoscere, per ‘certificare’ la nostra qualità e la nostra offerta, e per promuoverla. Gli ‘ordini’ conclusi direttamente in rete crescono, anche se parliamo ancora di piccoli numeri. Ma i visitatori del nostro sito sono in aumentati tantissimo, e questo significa che la rete è una vetrina da cui non si può prescindere. Con un’attenzione particolare per i ‘social’: che però, per funzionare, vanno aggiornati costantemente con foto e news, in maniera da creare una propria community di riferimento, sempre più ampia.