Tre generazioni di passione e competenza (“ma sta già crescendo la quarta”), e un’azienda che è un fiore all’occhiello, con il cuore nel Gavi e un mercato sempre più ampio nel mondo. La Società Semplice Agricola La Chiara è oggi guidata dai fratelli Dario e Simona Bergaglio, ed è stata premiata con il Marengo d’Oro 2018 per i vini bianchi con un Gavi del Comune di Gavi, vendemmia 2017. Un vino di grande qualità, “che oggi è simbolo di un intero territorio: siamo davvero orgogliosi della sinergia che in questi anni siamo riusciti a costruire, non solo tra noi produttori, ma anche con le istituzioni, e con la gente del Gavi, e della Val Lemme: i turisti, sempre più numerosi soprattutto dall’estero, sanno che questa terra è sinonimo di accoglienza, e ricca di prodotti di altissimo livello: tra questi il Gavi naturalmente, ma non solo”.
Dottor Bergaglio, lei e sua sorella siete entrambi laureati: lei addirittura di lauree ne ha due. Partiamo da qui: quanto conta oggi il binomio vino cultura?
Certamente il mondo è cambiato, dai tempi di nostro nonno Ferdinando, che fondò l’azienda nel 1976. Questo non significa che il legame con la terra, le vigne, la cantina oggi sia meno solido o importante, anzi. Semplicemente oltre alla tradizione occorre anche saper mettere in campo altro, in termini di visione del mercato e capacità di analizzare i cambiamenti in corso. Vince chi sa ‘intercettare’ gusti ed esigenze di una clientela che, in Italia come all’estero, è sempre più esigente. Mia sorella Simona è laureata in Scienze Politiche, io in Economia e in Scienze Politiche: ma la base rimane certamente saper produrre un vino di qualità, e conservare un rapporto saldo con le nostre terre. Fondamentale da questo punto di vista anche il ruolo del nostro enologo, Gianluca Scaglione.
Tracciamo un identikit dell’azienda…
27 ettari di vigneti nel cuore del Gavi, con produzione quindi soprattutto di uva cortese, e una linea di vini estremamente diversificata, che ha però come minimo comune denominatore l’alta qualità. Accanto al Gavi l’azienda produce anche spumanti, rossi tipici del Monferrato, Grappa e Passito.
Il mercato è il mondo intero?
In pratica sì: produciamo circa 200 mila bottiglie l’anno, che vengono interamente vendute in complessivi 21 paesi: dagli Stati Uniti alla Russia, dall’Asia all’intera Europa, naturalmente. Ci avvaliamo di importatori, distributori, broker: ma tutto il core business viene gestito direttamente da noi: abbiamo la valigia sempre pronta.
Sul fronte commerciale aiutano più le fiere o il web?
Sono strumenti molto diversi. Le fiere, dal Vinitaly al Prowein per citare le due che tutti conoscono, sono un momento imprescindibile per incontrare tutta la filiera del nostro settore, e per definire accordi di collaborazione. Il web non va però trascurato, e ha potenzialità notevoli: non tanto, almeno per ora, in termini di e-commerce, quanto di promozione della propria attività, e di contatto immediato con la clientela professional, ma anche con i consumatori finali. I social, da questo punto di vista, stanno crescendo molto.
Lei è anche vice presidente del Consorzio di Tutela del Gavi: quale rapporto tra Consorzio e territorio?
Non ne parlo bene ‘d’ufficio’: il Consorzio è davvero uno strumento fondamentale, non solo per tutti gli associati, ma perché è riuscito a proporsi in questi anni come soggetto attivo nei confronti del territorio, dialogando in maniera costante con istituzioni locali e aziende private (a due passi da qui c’è l‘Outlet di Serravalle, che con i suoi 6 milioni di visitatori l’anno è certamente un interlocutore fondamentale, ndr). Abbiamo saputo‘fare sistema’. Cito con piacere le due iniziative certamente più conosciute e ‘attraenti’: la Buona Italia, evento più indirizzato ad un pubblico di comunicatori e addetti ai lavori, e Di Gavi in Gavi, che a settembre attrae migliaia di persone, anche grazie ad ospiti di grande notorietà. Ma ‘il sistema Gavi’ funziona tutto l’anno, e siamo anche Bandiera Arancione del Touring Club: altro motivo di grande orgoglio, e attestato di qualità ambientale.