Nelle scorse settimane il consigliere regionale Valter Ottria aveva richiesto formalmente, nell’ambito dell’indagine conoscitiva che si sta per chiudere in Regione, un approfondimento riguardo a ciò che è avvenuto nell’impianto ARAL: la gestione dell’emergenza rifiuti in relazione ai numerosi incendi, gli eventuali rischi per la salute dei cittadini che abitano nelle circostanze e, più in generale, la situazione finanziaria e gestionale di ARAL.
«Approfittando della presenza di Arpa – dichiara Ottria – ho provato a ragionare col Direttore dell’area Alessandria-Asti, Alberto Maffiotti, in merito alla salute dei cittadini che abitano le zone interessate dagli incendi nelle discariche: intanto appare evidente che i cumuli di rifiuti che sono andati a fuoco non avrebbero dovuto essere stoccati (seppur provvisoriamente) dov’erano; questo pone il problema di tutte quelle situazioni provvisorie, spesso in ambito privato – penso alle situazioni di Sale che ho affrontato nelle scorse settimane – sulle quali occorre agire con maggior prontezza.
Inoltre, sono state evidenziate alcune criticità rilevate nell’immediatezza dei due incendi, con sviluppo inevitabile di sostanze tossiche che fortunatamente nel medio periodo si sono diluite. Ciò che ritengo necessario è di sostenere – anche economicamente – l’aggiornamento della dotazione degli enti di controllo: nel caso di Arpa – sostiene Ottria – mi pare che il progetto accennato oggi dal Direttore, quello di dotarsi di sensori più tecnologicamente avanzati, riposizionabili, che permettano il monitoraggio più puntuale e capillare dell’andamento e dello spostamento dei gas sul territorio, sia il miglior modo possibile di garantire la salute dei cittadini, laddove non si riesca a prevenire le cause degli incendi».
«Sulla questione ARAL – prosegue Ottria – appare evidente come sia assolutamente necessario garantire all’azienda alessandrina la sopravvivenza: sia per quanto riguarda i lavoratori dell’azienda – come ho espressamente chiesto in audizione –, sia per la gestione dei rifiuti per l’intera filiera provinciale. Il fallimento di ARAL, azienda oggi in attesa della pronuncia sul concordato, metterebbe in grave crisi tutti gli altri consorzi provinciali. In una situazione già precaria, non ce lo possiamo assolutamente permettere».