Oria Trifoglio ‘a tutto campo’: “Dalla sanità alle scelte politiche per la città: ecco l’Alessandria che vorrei”

di Ettore Grassano

 

 

“Ho avuto fortuna: per quarant’anni sono riuscita a conciliare lavoro e famiglia, dedicandomi ad entrambi con passione, e credo anche con qualche buon risultato: ora che sono felicemente pensionata, e nonna, avrò anche più tempo non per la politica, ma per la nostra città e comunità”. Da qualche giorno la dottoressa Oria Trifoglio (per generazioni di alessandrini ‘la ginecologa’ per autonomasia: “non mi chieda quanti bambini ho fatto nascere: non lo so, ma tanti”) ha lasciato il suo posto di lavoro all’Ospedale Santi Antonio e Biagio, dove entrò nel 1978. “Che è anche l’anno in cui mi sono sposata, a proposito di ricorrenze importanti”. Inevitabile, in questa chiacchierata, ripercorrere alcuni passaggi ‘chiave’ della sanità alessandrina, anche e soprattutto guardando al futuro. Ma Oria Trifoglio è anche consigliere comunale del Quarto Polo, e presidente dell’omonima associazione civica: “il nostro percorso è solo all’inizio, e il nostro obiettivo è il rilancio di Alessandria: con la delega di quel 12% di cittadini che ci ha votati, ma anche insieme a tutti coloro che ci stanno, e hanno a cuore il futuro della nostra città”.

 

 

Dottoressa Trifoglio, per lei sono i primi giorni da pensionata: cosa si prova?Due disagi a confronto, e un Solone un po' ridicolo [Controvento] CorriereAl
(sorride, ndr) Spero di potermi riposare un po’, anche se gli impegni all’orizzonte sono tanti. In questo ultimo anno certamente non mi sono risparmiata, su tutti i fronti. Da qualche settimana sono anche felicemente nonna, per la seconda volta: e anche questo comporterà una serie di nuove sfide, ma ben vengano.

 

Le mancherà l’Ospedale di Alessandria?
Parliamo degli ultimi quarant’anni della mia vita: sarebbe strano il contrario. Mi sono laureata in Medicina a Pavia nel 1975, ho completato la specializzazione nel 1979, ma nel frattempo, nel 1978, sono entrata in reparto qui al Santi Antonio e Biagio: unica donna nello staff medico, tra l’altro: e così è stato fino a vent’anni fa.

Ambiente maschilista?
All’epoca sì, sicuramente. Le difficoltà non sono mancate, ma le abbiamo via via affrontate: oggi per fortuna in sanità le cose sono cambiate, e le donne sono presenti in ruoli apicali un po’ ovunque.

 

Qui ad Alessandria abbiamo anche avuto un direttore generale donna, la dottoressa Baraldi, ora in scadenza: tra l’altro, con la ‘coda’ polemica che riguarda proprio la nomina del primario di Ostetricia e Ginecologia: no comment, o ha qualcosa da dire sulla questione?
Dico questo: mi pare che la dottoressa Baraldi abbia guidato l’Azienda Ospedaliera in un momento certamente complicato, e con una serie di risultati positivi, sotto gli occhi di tutti. La vicenda specifica non la commento, ci mancherebbe. Mi auguro soltanto, questo sì, che tutti i colleghi dello staff possano lavorare, da subito, con il massimo di armonia e serenità: il ginecologo è un mestiere difficile e impegnativo, in cui devi poter pensare soltanto a fare del tuo meglio per le pazienti che incontri ogni giorno, e per i loro bambini.

 

Quanti bambini ha fatto nascere in quarant’anni se lo ricorda?
Assolutamente no, anche se sono stati tanti: me ne sono resa conto anche l’anno scorso, in campagna elettorale, quando ogni giorno qualcuno mi diceva: “mi ha messo al mondo lei”, oppure “ha fatto nascere i miei figli”. Lo confesso, è una soddisfazione grande. L’unico dato certo che posso dare a memoria riguarda le 1308 nascite del 2017: attenzione, con il 37% di bambini nati da donne straniere. E lo dico da medico, non da politico: molto spesso le donne straniere si presentano in ospedale alla fine della gravidanza, senza aver seguito l’iter di controlli che oggi è considerata routine. Il che rende l’attività del ginecologo più delicata e complicata.

 

Alessandria è già di fatto punto di riferimento per le nascite di gran parte della provincia…Ospedale di Alessandria: al via i progetti 'incubatrici" e "sedoanalgesia" CorriereAl
Anche oltre direi, in termini di area vasta, grazie alla presenza del nostro Ospedale Infantile, che in questi anni è ulteriormente cresciuto sia sul fronte delle professionalità che delle tecnologie. Posso esprimere un auspicio/desiderio? L’unificazione di Ostetricia e Terapia Intensiva Neonatale: già oggi naturalmente la collaborazione è molto forte, ma credo che la strada dell’accorpamento consentirebbe un ulteriore salto di qualità.

 

Cosa pensa, da medico ma anche da consigliere comunale, dell’ipotesi di accorpamento Aso Asl?
Mi è sembrata un’operazione davvero improvvisata, ‘buttata lì’ senza valutare con attenzione il contesto, e il metodo. E infatti mi pare si sia già arenata. L’Aso è la più grande azienda della provincia, non si può pensare di gestire con leggerezza e senza opportune analisi e verifiche l’accorpamento di 7 ospedali, e del territorio. Con tutto questo, è chiaro che parliamo di uno scenario in forte evoluzione, in cui il concetto di rete deve essere centrale, e la capacità/volontà di riorganizzazione dell’esistente anche.

 

Scuola di Medicina e IRCCS sono per Alessandria due traguardi raggiungibili?
Raggiungibili e fondamentali, ma per nulla scontati. C’è in giro un po’ troppo ottimismo, si tratta di percorsi ancora lunghi, e tutt’altro che scontati. Chiaramente però la ‘ricaduta’ positiva per la città, e per tutto il territorio, sarebbe enorme: pensiamo a cosa significherebbe avere qui, a regime, almeno 300 studenti universitari di Medicina, con tutto ciò che questo comporta. Lavoriamoci sicuramente, e lo dico come Quarto Polo: però senza scelte precipitose sul fronte Aso Asl: lì un accorpamento come quello prospettato non ha senso.

Dottoressa Trifoglio, parliamo proprio di Palazzo Rosso: come valuta il primo anno di percorso della giunta Cuttica? Lei, se fosse stata eletta sindaco, cosa avrebbe davvero fatto di diverso?
So che è più facile criticare che fare, e come Quarto Polo non abbiamo verso il centro destra pregiudiziali negative: siamo un movimento civico, valutiamo i fatti. Ciò premesso, mi pare che questo primo anno di percorso sia stato caratterizzato da un sostanziale immobilismo. Non hanno commesso grandi errori, perché non hanno fatto nulla.

Andiamo sul concreto….
Volentieri. Periferie completamente abbandonate: in campagna elettorale ho visitato tutti i sobborghi, oltre a tutti i quartieri cittadini periferici. Io sarei partita da lì: dalle piccole opere necessarie, ma prima ancora dall’ascolto vero dei cittadini. Invece zero, mi pare.

 

E in centro? C’è un importante progetto di riqualificazione, non solo commerciale, con un focus importante sull’area dell’ex Chiesa di San Francesco…
Fondamentale riuscire a ‘connettere’ quel disegno ai progetti legati alla Scuola di Medicina: l’area conventuale sarebbe perfetta come residenza universitaria. Ma ribadendo che San Francesco non è alternativa alla Cittadella: anche perché parliamo di scale di valori diversissime: la Cittadella la rilanceremo davvero solo in presenza di un grande progetto condiviso, ventennale, che coinvolga soggetti adeguati all’investimento, e che proceda a prescindere dall’alternarsi delle diverse amministrazioni. Ma anche lì, siamo in alto mare direi.

 

Corso Roma e le pietre d’inciampo [Un tuffo nel passato] CorriereAl 1Torniamo al centro cittadino…
Oggi è ancora più abbandonato di un anno fa, tra serrande abbassate e mancanza assoluta di un progetto complessivo. Leggo ora di riapertura alle auto di via Dossena e piazza della Libertà. Noi avremmo fatto l’esatto contrario, ma con la riorganizzazione di un trasporto pubblico ‘leggero’, e di parcheggi gratuiti in periferia, e a costi superscontati. Il centro va reso vivibile, gli alessandrini devono poterlo girare piacevolmente a piedi: questo comporrebbe una diminuzione dell’inquinamento, e la possibilità di farne un vero outlet naturale. Inutile nascondercelo però: fenomeni come quello della grande distribuzione e degli acquisti in rete un comune non può ostacolarti per decreto, sono la realtà di oggi. Quel che si può cercare di fare è aiutare il commercio di prossimità e di quartiere rendendo il contesto accogliente e ospitale. Sta poi però ai commercianti stessi inventarsi nuove modalità per raggiungere la clientela. Personalmente mi piacerebbe che Corso Roma diventasse una galleria di tutte le eccellenze alessandrine di ieri e di oggi: ovviamente però bisognerebbe pensare anche a modalità di acquisto in linea con le esigenze di questi anni.

 

Teleriscaldamento: si farà o no? Lei ha presentato un’interrogazione sul tema a sindaco e giunta…
E attendo risposta, proprio perché abbiamo ‘perso il filo’, e vorremmo capire a che punto siamo. Come sta andando la sperimentazione al Cristo? E’ vero che l’intero progetto verrà rivisto, e che non ci sarà più un’unica centrale? Quali saranno gli impatti ambientali, e quasi i costi/benefici per gli alessandrini, e per le casse del comune? Insomma, le incognite sono tante, e il Quarto Polo chiede al sindaco Cuttica e alla giunta di fare chiarezza.

 

State seguendo da vicino anche la vicenda delle rilocalizzazioni delle abitazioni in area a rischio sul Tanaro?
Assolutamente sì, è fondamentale. La Regione ha aperto un bando triennale, tutti gli alessandrini che sono interessati è necessario che si facciano avanti, presentando domanda. Per il momento le risorse per tutti non ci sono, ma auspichiamo che si trovino le frattempo. Non solo: lì esistono diverse opzioni. La strada più efficace credo sia presentare già un’ipotesi di nuova collocazione, con tanto di costi, per ottenere il miglior finanziamento. Che ovviamente potrebbe però non coprire il 100% dei costi, perché i parametri utilizzati saranno quelli dell’edilizia popolare.

Altri temi che saranno al centro dell’attenzione del Quarto Polo?
Quali sono i progetti legati al Teatro Comunale? Riaprirà mai quella struttura, e con quali risorse, e per farci cosa? E la piscina? Possibile che non si riesca a mettere a punto un progetto di rilancio che sia stimolante per qualche imprenditore? Senza contare il Nuoto Club, su cui si addensano nubi all’orizzonte. Ho fatto solo qualche esempio: nei prossimi mesi mi riprometto una frequentazione approfondita non solo del consiglio comunale, ma anche delle commissioni: è da lì che si deve partire se si vuole davvero fare chiarezza sulle singole situazioni, per cercare soluzioni concrete per la città.

Obiettivo ricandidarsi sindaco fra quattro anni?
Nessun obiettivo personale, ma l’intenzione comune, come Quarto Polo, di lavorare per il bene di Alessandria. Ho deciso di impegnarmi in politica, nel Pd, quando è stato costituito. Sono stata vicesindaco per un anno e mezzo, per poi scegliere di rientrare in ospedale quando mi è stata prospettata un’incompatibilità. C’è stata poi la breve parentesi di Scelta Civica, che talora mi viene rinfacciata, ma che nei fatti, per quanto mi riguarda, non si è mai trasformata in ruoli di alcun tipo. Poco più di un anno fa la mia adesione al Quarto Polo, con conseguente candidatura a sindaco, è stata convinta e totale: oggi il mio unico intento è svolgere meglio che posso il mio ruolo di consigliere comunale, per cercare di fare ripartire la nostra città. Alessandria ha enormi potenzialità, su vari fronti: sarebbe assurdo rassegnarsi ad un declino che non ci meritiamo.