Nella nostra rubrica di domenica scorsa avevo parlato dei monumenti innalzati nei Giardini Pubblici adiacenti alla Stazione Ferroviaria.1 La puntata mi era stata suggerita indirettamente dal professor Claudio Zarri e – come sempre – riguarda il nostro patrimonio artistico, al quale mi sento essere molto vicino insieme al già citato amico Claudio.
Non bisogna, infatti, abbassare la guardia quando si parla delle nostre bellezze architettoniche ed urbanistiche, in quanto il pericolo di danni accidentali o voluti è sempre costante.
Occorre ognora sorvegliare e vegliare su questa sfortunata Città, in quanto ogni pericolo è dietro l’angolo sia per causa di vandali sia per motivo di abbandono e di incuria.
Proprio nel momento in cui scrivo (venerdì 23 Marzo alle ore 13), ad esempio, vengo informato che nel quartiere Pista sta avvenendo l’ennesimo scempio architettonico.
Una delle palazzine dei primi anni del Novecento, proprio in questo momento, sta subendo un destino irreparabile, la peggiore delle sorti. È in fase di abbattimento.
Purtroppo non c’è modo di fermare l’avanzata del (terribile) modernismo a discapito di tutto ciò che di architettonicamente bello il passato ci tramanda e che inesorabilmente cade sotto i colpi del piccone demolitore.
Purtroppo nella Terra dell’Avvocato Tronconi non ci si può aspettare nulla di meglio.2
In questo caso non è certo un piccone demolitore che si fa largo tra mattoni vetusti di case diventate fatiscenti. In questa circostanza si sta demolendo una delle ville di discreto gusto architettonico e fra le poche superstiti che il quartiere Pista all’inizio del ‘900 vedeva nascere.
Piange il cuore sapere che la nostra città perda stupidamente – in maniera inesorabile – tutti questi gioiellini architettonici che mai nessuno potrà restituirle.
Qui chiudo la parentesi in quanto ancora non ho potuto assistere di persona allo scempio (per ora solo accennatomi) che sta avvenendo all’incrocio di via Napoli con via Firenze (foto da Google Maps).
Soltanto a lume di naso – e quindi senza essermi recato sul posto – credo di avere individuato la palazzina che sta subendo la triste sorte.
Purtroppo a comandare non sono mai la bellezza del panorama e del territorio ma come sempre è la speculazione per il vile denaro.
Ora, malincuore, torno a parlare del monumento ad Andrea Vochieri sito presso i Giardini Pubblici (cartolina del 1905).
Non mi voglio dilungare nel riscrivere la storia di questo monumento, quindi mi affido alle pagine di La città mia – opera di Nicola Basile – che in maniera sintetica, scolastica, illustra questo monumento.
“Ancora un po’ più avanti, sempre sulla nostra sinistra, un monumento di marmo ricorda il martire Vochieri. Fino al luglio 1948 era quasi dietro il teatro «Virginia Marini». Uno spostamento d’aria durante i bombardamenti del 1944, mutilò del piede destro la statua, riparata poi dello scultore Prof. Renato Battiglia. Nel 1885 il ricordo marmoreo fu eretto nel cimitero urbano; nel 1870 fu trasportato nei giardini. Il Martire vi è raffigurato nel massimo della sua fierezza dinanzi ai carnefici: si strappa la benda dagli occhi, guarda impavido la morte e scopre il cuore ai fucilieri. L’epigrafe, dettata dal professor Ferdinando Bosio, dice: «Ad Andrea Vochieri – ucciso nel 1833 – per l’Italia e pel Popolo – nel 1855 – mutati tempi e governi – il popolo – può pubblico alzare – il monumento decretatogli in cuore – da ventidue anni. – Vittima ieri, oggi trionfa. – Non disperate mai nel domani».
Quali i motivi del martirio? Udite la sentenza di morte:
«Il Consiglio di Guerra Divisionario, convocato d’ordine di S. E. il sig. Governatore Comandante Generale questa Divisione, il 20 giugno 1833 nella cittadella di Alessandria per giudicare Vochieri Andrea fu Giovanni, d’anni 35, causidico, nativo e residente in detta città, detenuto ed inquisito:
- – D’alto tradimento militare , per avere da alcuni mesi prima delle di lui arresto, tenuto pratiche, e usato mezzi di disubordinazione, distribuendo in questa città scritti sediziosi, e segnatamente «La Giovane Italia», a diversi militari per indurli ad entrare in una cospirazione di cui esso faceva parte, tendente a sconvolgere e distrurre l’attuale governo di S.M. per sostituirvi la Repubblica, come di fatti gli riuscì di associare, e far entrare in essa li già condannati a morte ignominiosa Menardi Giuseppe e Viora Luigi, amendue Furieri nel Primo Reggimento della Brigata Cuneo.
- – Di essere detentore di un manoscritto incendiario, ed insultate la Sacra Persona di S.M., rinvenuto in sua casa in occasione del di lui arresto.
Invocato il Divino Aiuto: Avendo sentita la relazione degli atti del processo fatta dell’Uditore di Guerra di questa Divisione, l’Inquisito nelle sue risposte, il Fisco nelle sue conclusioni, ed il Difensore nelle difese, ritenute le disposizioni degli art. 3 e 144 R. Editto Penale Militare 27 agosto 1822 non meno che il R. Viglietto primo andante mese, dichiara il detto Andrea Vochieri convinto degli avanti ascrittigli delitti, e lo condanna nella pena della morte ignominiosa. – Per detto R. Consiglio di Guerra Divisionario: Sacco Segr. – Visto si manda eseguire l’avanti estesa sentenza secondo la sua forma e tenore. Dal Palazzo Governativo di Alessandria il 20 giugno 1833 – Il governatore Galateri».
Per concludere voglio lanciare da queste pagine un appello.
Auspico che il Municipio di Alessandria, fra le migliaia di incombenze e di oneri che ha nella sua gestione, in comunione con la Sovrintendenza alle belle Arti, voglia dare avvio ad un discreto lavoro di pulitura della statua e di piccoli interventi di restauro al piede di questo nostro monumento a Vochieri.
2 Ecco la massima relativa al famoso personaggio: “L’avucàt Truncon, cul ch’l’à sfacc la ca’ pèr vendi i mon. (Traduzione: “L’avvocato Tronconi, quello che ha disfatto la casa per vendere i mattoni”.