10 alla memoria di Giuseppe e Teresio Borsalino, 2 agli sperperi della Regione Piemonte [Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

 

 

1) Alla memoria dei Borsalino: Giuseppe e Teresio. Venerdì 9 febbraio, acquistando “Il Piccolo” ho ricevuto una “strenna” fuori periodo abbinata al bisettimanale, una pubblicazione dal titolo: “Borsalino Storia Emozione” di Alberto Ballarino. Non desidero parlare di ciò che tutti conosciamo della grande storia industriale di questo marchio e delle difficoltà in queste ore, vorrei ricordare invece la profonda sensibilità umana e generosità filantropica nel mettere a disposizione denaro proprio in impegno sociale e assistenziale e in molte opere concrete, come infrastrutture urbane a vantaggio della comunità, di cui la città gode ancora oggi. Consiglio a chi è in possesso della pubblicazione di leggere il capitolo IV-pag.45 “Il mecenatismo”, perché anche questa è storia. Giuseppe e Teresio Borsalino hanno sempre considerato fondamentale per la propria azienda il benessere dei lavoratori: sentimento raro al giorno d’oggi. In quegli anni diedero assistenza medica interna, provvidenze e premi agli operai pensionati, una cassa di previdenza e, attraverso l’Opera Nazionale Maternità e Infanzia, un asilo nido interno per i figli delle operaie gestito da personale specializzato. Teresio Borsalino ha destinato una parte cospicua del suo patrimonio personale ad opere filantropiche (51,6 milioni e oltre in lire, e parliamo degli anni ante seconda guerra mondiale). Alcune di queste. Il sanatorio Borsalino contro la TBC con 216 posti letto ed attrezzature tra le più moderne dell’epoca: 11,6 milioni. L’acquedotto Giuseppe Borsalino di Alessandria 5,3 milioni. Il rifacimento del sistema fognario cittadino che serviva Orti e Cristo, 14,3 milioni. La costruzione di un ospizio per 400 donne anziane o in difficoltà, all’opera “Divina provvidenza di Madre Michel” 2,5 milioni. Noviziato Michel e lasciti Michel e Casa di riposo 3,5 milioni. Casa di Riposo Borsalino 7,1 milioni. Tubercolosario Ospedale 1,5 milioni. Per chi è ben “attrezzato” come me con la disponibilità di una collezione di libri sulla nostra storia e vuole conoscere molto di più sul mecenatismo di Giuseppe e Teresio Borsalino, nel prezioso e corposo volume di 526 pagine “Borsalino” di Guido Barberis – edito da Grafismi Boccassi – (Fondazione CRA Alessandria) al capitolo VI° “Un modello di mecenatismo” da pag.249 a pag. 279, troverà quanto è stato donato in più alla città da questi due concittadini, e pensando all’oggi mecenati di questo livello sicuramente non ce n’è più, almeno ad Alessandria. Questa è solo una pagella di una piccola rubrica, il Voto 10 vuole essere il mio personale omaggio a due grandi benefattori alessandrini, oltre che simbolo del cappello nel mondo.
Voto: 10

 

 

2) Dalla lettera di Luigi Timo da Castelceriolo del 23 febbraio dal titolo “Regioni allo sfacelo”
estrapolo questa parte: “Come si fa a chiedere ancora soldi ai cittadini, quando si viene a sapere che il grattacielo degli Uffici della Regione Piemonte, già costato più di 200 milioni di euro senza essere ancora entrato in esercizio, è già bisognoso di restauri urgenti, le imprese costruttrici sono già fallite e per renderlo agibile ci vuole ancora una barca di soldi. I dirigenti responsabili sono sotto inchiesta, ma come sempre se la caveranno per decadenza del reato o per patteggiamento e nella peggiore delle ipotesi la pena erogata si limiterà a qualche breve periodo di arresti domiciliari”. Di questa roba scandalosa nessuno nelle nostre contrade ne parla e ha fatto bene Luigi Timo a ricordarcelo. Mentre la politica regionale da anni ci fa tirare la cinghia, ‘tagliando’ in ogni settore, dalla sanità ai trasporti, questa opera faraonica di 205 metri, ‘mangiasoldi a ingrasso’ per molti è un sogno di grandezza dell’ex Governatore Ghigo, proseguito da Bresso, poi Cota e infine Chiamparino. L’area utilizzata del Lingotto: un’enorme area dismessa dell’ex Fiat Avio, agli Agnelli sono stati pagati 50 milioni di euro. Progettato da Fuksas con una maxiparcella e la gara vinta da Monte dei Paschi (Leasing & Factoring) che ha affidato i lavori a Coopsette, colosso delle infrastrutture (che è fallita). Molto si legge nel web, basta cliccare: “grattacielo regione Piemonte” ma cito questo titolo da La Stampa del 2016: “Grattacielo della Regione: consulenza da 50 mila euro per scoprire la causa delle vetrate rotte. La Regione affida ad un professionista l’incarico di accertare perché si è verificato il danno su parte delle facciate”. I lavori di costruzione sono iniziati il 30/11/ 2011, siamo nel 2018 e questa opera pubblica che ha sfiorato il 300 milioni (dichiarazione dei 5 Stelle regionali) è ancora da terminare e ci sono già parti deteriorate e danni da progettazione. News del 16/01/2017: “Grattacielo Regione, 3,5 milioni di danni derivati da vizi per le costruzioni orizzontali. Reschigna: “Entro la prossima settimana forse un’intesa definitiva. Non vado oltre, con i denari di questa opera faraonica molto si sarebbe potuto avere in molti settori perlomeno fruibili a uso di noi cittadini.  Voto: 2

 

 

L’Italia sta andando a pezzi [Win the Bank] CorriereAl3) Oggi sapremo chi ha vinto le elezioni, e presto si sarà un nuovo Governo. Alla parte politica uscente della XVII legislatura che ha sventolato in campagna elettorale quanto di buono ha fatto per il paese e i suoi cittadini faccio notare che gli italiani non se ne sono accorti, e in un settore primario quale lavoro = reddito decoroso, c’è di gran lunga differenza rispetto agli altri paesi UE, dove il lavoratore viene trattato con rispetto e tutele, in questo settore siamo il fanalino di coda in Eurozona. Il lavoratore italiano oggi è trattato pari ad un robot, disumanizzato e la peggio ce l’hanno le donne e le giovani lavoratrici madri. Negli anni a partire dai governi Dini e Amato ad oggi le politiche italiane hanno riportato una forte regressione nel lavoro, generando disoccupazione, esodati e stipendi ipertassati e inadeguati. Oggi il lavoratore italiano non è più in grado di crearsi un futuro, una famiglia e figli. L’esempio in Germania. News del 07/02/2018: “Accordo fra il sindacato Ig Metall e industriali in Baden-Württemberg: orario di 28 ore per chi vuole dedicare più tempo ai figli o accudire un anziano”.
Dalle aziende tedesche anche il tempo libero viene ritenuto un valore per il benessere del lavoratore, sono molte le testate giornaliste che hanno trattato questo argomento ed è significativo quest’altro articolo: “La Germania riduce l’orario e aumenta i salari, l’Italia invece crea precari”.
Ultimo del 7 febbraio sempre utile da leggere: “Ig Metall, intesa sulla settimana corta”.
Si tratta di un’intesa innovativa nell’accorciare la settimana lavorativa da 35 a 28 ore per chi ha necessità di occuparsi dei figli, parenti ammalati, disabili, anziani oppure per chi svolge un lavoro usurante senza subire il taglio dello stipendio e poter rientrare quando lo desiderano nel regime delle 35 ore. Nel contemo chi non necessita di più tempo libero può chiedere di allungare la settimana da 35 a 40 ore guadagnando di più. Una dichiarazione dalla FIOM: “Una rivoluzione, se guardiamo alla realtà italiana dove le condizioni di lavoro stanno al palo e discutere di riduzioni di orario, anche solo per accudire i figli malati, appare quasi un’eresia. L’accordo siglato tra gli imprenditori tedeschi e il sindacato Ig Metall comprende anche un aumento salariale del 4,3 per cento e un bonus pari a otto giornate di ferie aggiuntive è lontano anni luce dalle nostre contrattazioni”. In Italia, il sindacato negli anni si è “ammorbidito” e per certi livelli nel potere sindacale lo scopo è stato entrare in politica come coronamento finale di una “intensa carriera al servizio dei lavoratori”.
Voto: 2