L’orologio di Piazza Garibaldi [Un tuffo nel passato]

I Giardini Pubblici [Un tuffo nel passato] CorriereAl 20di Tony Frisina

 

 

 

Passeggiare con gli amici è sempre un piacere ed un passatempo.

Dopo questa breve premessa voglio aggiungere che nella rubrica della settimana scorsa avevo parlato dell’incontro casuale con un amico e della scoperta, attraverso i suoi racconti, di un’anomalia che riguardava i quadranti degli orologi del Municipio, sito in Piazza della Libertà.

Stranamente, qualche giorno fa, incontro un altro amico e – passeggiando con lui – arrivati in Piazza Garibaldi (da qualche alessandrino chiamata ancora Piazza Savona) scopro una stranezza che riguarda l’orologio troneggiante al centro del bel palazzo tardo rinascimentale posto come scenografia sul fondo della piazza.

Anche Carlo Petrini martedì alla consegna del Premio Giornalistico Franco Marchiaro CorriereAl 6

Il quadrante di vetro opalescente era completamente buio; il bello è che non ricordo di averlo visto senza luce prima di quel momento.

Spero che per ogni amico che ho non corrisponda anche un orologio della città rotto o malfunzionante, altrimenti sarebbe una vera disgrazia!…

Le mille e mille volte in cui mi trovavo a passare da questa splendida piazza, dopo il tramonto, vedevo l’orologio sulla bella facciata sempre illuminato e sempre perfettamente in orario.

Mi sembra interessante proporre le fotografie che proprio passando per quel luogo ho potuto scattare.

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Piazza Garibaldi, una delle più belle di Alessandria per omogeneità stilistica – progettata dall’ingegner Ludovico Straneo verso la fine dell’Ottocento – è uno dei luoghi più fotografati della città insieme a diverse altre strade e piazze del centro cittadino quali Piazza Vittorio Emanuele II, Via Umberto I, Piazzetta della Lega Lombarda, Corso Roma e i Giardini Pubblici, che da sempre – proprio insieme a questa Piazza – sono i luoghi più rappresentativi della città.

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Le strade e le piazze cui faccio cenno, insieme al palazzo dell’orologio di Piazza Garibaldi, come dicevo, sono certamente fra i luoghi più immortalati e quindi è normale che le cartoline riguardanti questi luoghi, seppure siti non privi di fascino, siano comuni.

È interessante oltre che piacevole sfogliare album di antiche cartoline e scoprire una Piazza Garibaldi veramente a misura d’uomo; poter osservare la gente intenta a conversare oppure ammirare fotografie di manifestazioni civili o militari non ha prezzo. La piazza era riccamente addobbata per ogni ricorrenza e dovunque c’era gente elegante.

Anche Carlo Petrini martedì alla consegna del Premio Giornalistico Franco Marchiaro CorriereAl 3                                 Piazza Garibaldi durante un giorno feriale

Proprio in questa grande piazza sono state allestite sfilate militari, manifestazioni sportive e di altro tipo nel corso del ‘900, fin verso gli anni ‘70.

Ecco allora che la piazza diventava il centro della vita cittadina, l’agorà, il cuore pulsante della città.

Fra i ricordi più cari che fin da bambino custodisco gelosamente – non posso non parlarne – vi sono i famosi baracconi, che ad aprile, in occasione della Fiera di San Giorgio, arrivavano ad Alessandria per riempire ogni angolo della piazza.

I carrozzoni dei giostrai che non trovavano posto lungo il perimetro della piazza erano parcheggiati nelle strade adiacenti e ai margini del viale che costeggia l’Educatore Borsalino, ora sede del Corpo dei Vigili Urbani della città.

Anche Carlo Petrini martedì alla consegna del Premio Giornalistico Franco Marchiaro CorriereAl 4Una delle giostre appena giunte in città in un’altra cartolina d’epoca. Anno 1900 circa

Era una cosa meravigliosa negli anni ‘60 fare la vasca (passeggiare in corso Roma) per arrivare – poco dopo – in Piazza Garibaldi, dove si sapeva fossero già arrivati i baracconi; il tuffo in mezzo ai padiglioni dei Tiro a segno e tra le giostre era veramente una gioia, un immenso godimento spirituale.

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Migliaia erano le persone di ogni età che si recavano ai baracconi nel pomeriggio e verso sera, per non parlare della notte. Quella ubicazione del parco dei divertimenti favoriva uno stretto connubio fra la cittadinanza, la città ed i baracconi. Alessandria in quei giorni si animava di una gioia incontenibile.

Anche Carlo Petrini martedì alla consegna del Premio Giornalistico Franco Marchiaro CorriereAl 9Particolare tratto dalla cartolina 2. La giostra non ancora in funzione, chiusa dal consueto tendone. Anno 1900 circa.

Anche Carlo Petrini martedì alla consegna del Premio Giornalistico Franco Marchiaro CorriereAl 10Da una cartolina analoga alla numero 2 si riesce ad osservare anche uno dei carrozzoni dei giostrai. La fotografia, da cui sono state tratte le due cartoline, è la stessa.

Io a quell’epoca, in quanto ragazzo, vedevo soltanto gli aspetti positivi di questa collocazione urbana ma tale situazione, per la gente che abitava nei palazzi prospicienti la piazza, arrecava un notevole disturbo.

In ogni caso il nostro orologio era sempre là, a scandire la sua ora e a dare segno del tempo che passa, testimone forse di anni migliori e spensierati, spettatore di un’altra epoca, di un altro mondo, di un’altra civiltà.

La prima delle cartoline che propongo oggi, pur rappresentando un luogo tanto fotografato, come prima accennavo, è insolita rispetto alle altre della stessa piazza. Stampata dalla ditta Giovanni Bertolotti rappresenta proprio il bel palazzo con l’orologio. Sul fondo, di scorcio, si intravvede il tratto di via Lanza proseguire in direzione di quello che una volta era il Canale Carlo Alberto, ora interrato e su cui scorre una delle due carreggiate di Spalto Gamondio. Proprio all’angolo di Via Lanza con Spalto Gamondio c’è il palazzo dell’ex Educatorio Borsalino, ora sede del Corpo dei Vigili Urbani; strada per me importante soprattutto per il motivo che vi è ubicato il negozio del mio fornitore ufficiale di acciughe sotto sale, olive e stoccafisso; tutti prodotti di primissima qualità.

Qui si innesca giocoforza anche un ricordo amaro.

Il titolare di questo negozio è figlio di una famiglia di bottegai che avevano il banco nel più volte da me ricordato Mercato Coperto di via San Lorenzo e – da quel posto meraviglioso – fatti sloggiare per desiderio di teste… poco pensanti della politica locale, verso i primi anni ’90.

Qui si ferma il mio racconto.

Chi avesse voglia di aggiungere ricordi o avesse qualche storia personale da raccontare o per contraddire il mio pensiero lo può fare su queste pagine. È ben gradito.

E sempre a proposito di orologi che non funzionano bene una poesia di Argia Sbolenfi:

 

Ad un orologio guasto

 

Poi che il pendolo tuo giù penzoloni
Non ha più moto ed impotente stà
E gl’inutili pesi ha testimoni
Della perduta sua vitalità,

Vecchio strumento, m’affatico invano
A ridestar l’antica tua virtù;
Inutilmente con l’industre mano
Tento la molla che non tira più.

Questa tua chiave, che ficcai si spesso
Nel suo pertugio, inoperosa è già;
Rotto è il coperchio e libero l’ingresso
Ad ogni più riposta cavità.

Deh, come baldanzoso un dì solevi
L’ora dolce del gaudio a me segnar
E petulante l’ago tuo movevi
Non mai spossato dal costante andar!

Quante volte su lui lo sguardo fiso
Or tengo e penso al buon tempo che fu.
Se almen segnasse mezzodì preciso…..
Ma sei e mezza!… e non si move più!