«La paura della vita è la principale malattia del ventesimo secolo»
William Lyon Phelps
Charlie Gard, il neonato di dieci mesi ricoverato al Great Ormond Street Hospital di Londra per una rara malattia che secondo i medici è incurabile, mentre leggerete queste mie parole con ogni probabilità sarà già morto.
La Corte europea per i diritti umani (sic) di Strasburgo ha approvato la decisione di sospendere le cure al bambino nonostante il parere contrario dei genitori. E ora i medici del Great Ormond Street Hospital, il più importante ospedale pediatrico di Londra, sono autorizzati a staccare la spina. E bye bye, Charlie.
La vicenda mette in luce, tra gli altri, un aspetto che non mi sembra sia stato affrontato sufficientemente. Ed è questo: uno Stato che decide quando è giusto che si debba staccare la spina, anche per non fare soffrire il paziente (una delle motivazioni della Corte europea, nel caso del bimbo inglese) è nei fatti uno Stato etico. Di certo non è laico, perché un vero Stato laico, su una questione così delicata e personale, non oserebbe pronunciarsi. Lascerebbe alla libertà dei genitori la decisione ultima sul da farsi.
E dunque, dobbiamo arrenderci a una evidenza solare: lo Stato moderno non è, come dovrebbe invece essere, aconfessionale. In realtà, ha sostituito le antiche credenze con la propria religione, oltretutto più crudele delle precedenti. Si arroga il diritto, superetico, di decidere fino a quando è dignitoso vivere, nascondendosi dietro a norme e leggi che esso stesso si dà. Una sorta di “autorivelazione”, per usare termini religiosi, in cui vale solo ciò che viene sancito in un determinato periodo storico (ma domani potrebbe cambiare, perché no? Dipende da chi passa in quel momento).
Il piccolissimo Charlie Gard, involontario protagonista di una vicenda orribile, probabilmente è già morto. Strangolato dal diritto dei ponzipilati della Corte europea per i diritti umani. Di Strasburgo. Ma anche un po’ di ‘stocazzo.