di Pier Luigi Cavalchini
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Dieci punti di scarto non sono pochi, come è da valutare l’analisi del voto che è stata fatta a caldo da qualcuno: la candidata alessandrina del CentroSinistra ha perso terreno un po’ dappertutto, nei sobborghi e in centro città, anche nelle aree periferiche a più forte urbanizzazione, quasi una “sconfitta uniforme” determinata più da fattori esterni al “fare amministrazione” piuttosto che da motivazioni di merito. Una diminuzione di consenso che deve far riflettere e che, anzi, deve essere stimolo a far meglio in prospettiva.
I “rossiani” (il gruppo in più stretto collegamento con Rita Rossa) hanno perso soprattutto per due motivi e, forse, occorreva fare più attenzione – almeno l’ultimo anno di consiliatura – ai segnali (molti) che giungevano dalla città.
Il primo è stato considerare con distacco e sufficienza un problema vero che è vissuto dai cittadini non sempre in modo razionale: quello della presenza di immigrati o, meglio, della loro “stanzialità” non organizzata e comunque poco inserita nel tessuto sociale cittadino.
La seconda è stata la freddezza e l’autoreferenzialità con cui si è continuato ad operare dal punto di vista politico e, a volte, amministrativo. Di questo secondo punto ne sono segnali l’incapacità a creare “partecipazione” vera, la tendenza a privilegiare solo e soltanto alcune categorie “emergenti” e “innovative” della società locale, la percezione di uno scarso interesse alla valorizzazione (libera e autonoma) di tutta una serie di realtà commerciali, culturali e di elaborazione politica che, alla fine, hanno “chiesto il conto”. Due leggerezze, due valutazioni sbagliate rispetto al livello di maturità e di responsabilizzazione dei cittadini, dei loro discorsi e dei loro luoghi di incontro, dei loro interessi.
Interessi, è bene ricordarlo, spesso “a corto” o “a cortissimo” raggio, impegnati – come sono molti nostri concittadini – a raggiungere la fatidica quarta settimana del mese. La città, i cittadini, prima si sono sentiti tartassati (e non è stato facile per gli amministratori spiegare motivazioni e tempi del “dissesto”) , poi hanno avuto poco di quel che si aspettavano come servizi e lavori pubblici.
Problemi di comunicazione? (visto che di “cose” ne sono state fatte…) Forse. Problemi legati alle scelte (a volte ardite) di alcuni assessori, non comprese appieno? Forse. Problemi inerenti la formula stessa dell’elezione del Sindaco che tende a personalizzare troppo il confronto mettendo in secondo piano programmi e “intenti” veri della Giunta? Anche quest’ultima questione andrebbe considerata.
Resta il fatto che il risultato è deludente e, siccome in modo ammirevole Rita si è assunta su di sé l’onere della sconfitta, Le vogliamo dire che le cose non stanno affatto così. Questa è una sconfitta che viene da lontano, dal non aprirsi alla comunicazione fra parti contigue del CentroSinistra (le liste di Ivaldi e Miraglia erano proprio dovute a questo “non capirsi”), ad ambiguità importanti rispetto al programma di governo: sul “Teleriscaldamento” si venivano a trovare insieme forze che si erano data battaglia fino a ieri (vedi “Quarto Polo”), sulle cave e l’atteggiamento da tenere con il c.d. “Terzo Valico” c’erano – all’interno della coalizione al ballottaggio – almeno tre posizioni differenti.
E potremmo continuare con i ritardi in campi importanti come il “ritorno al porta-porta” (anche se parziale) e le molte ambiguità rispetto al Piano Urbano della Mobilità Sostenibile e al rapporto con residenti e commercianti del centro storico sulla “nuova viabilità”. Mesi e mesi persi in discussioni sterili che non hanno portato a decisioni forti (che invece in altri settori ci sono state). E questa mancanza di coesione, questo “senso di precarietà”, aggravato da un accordo dell’ultimo minuto (quello con il “Quarto Polo”) che in pochi hanno capito, ha portato al definitivo impantanamento di un percorso – comunque – importante. Ora bisogna capire bene dove si è sbagliato per poter ripartire meglio…subito.