Tornano Guelfi e Ghibellini? Non proprio… [Controvento]

Tornano Guelfi e Ghibellini? Non proprio... [Controvento] CorriereAldi Ettore Grassano

 

“Tornano Guelfi e Ghibellini”, è il commento di un osservatore autorevole, dopo la notte insonne ad incrociare dati e percentuali.

Le urne alessandrine, al termine di una campagna elettorale tra le più ‘spente’ ma anche fra le più incerte che memoria ricordi, hanno dato un responso solo apparentemente inatteso. Infatti, al netto di sondaggi ‘fantasma’ spesso sbandierati ‘ad arte’ e appena ‘sbirciati’, bastava girare per Alessandria, nei bar, nei centri sportivi o alle bocciofile, per cogliere il ‘sentiment’ generale.

La disaffezione, prima di tutto: perchè non possiamo ignorare che il primo dato è quello. Quando vota soltanto il 54% degli aventi diritto significa che la comunità è malata. Di indifferenza, di rassegnazione, di ‘mi faccio i fatti miei, tanto non cambia niente’. Ignorarlo, da parte di chi ha a cuore non solo e non tanto la politica dei palazzi, ma il futuro della città (e del paese) sarebbe errore grave.
I due protagonisti del ballottaggio, sommati, arrivano a 25 mila voti su 75 mila aventi diritto, e questo non può che far riflettere.

Detto questo, bastava essere in piazza giovedì sera ad ascoltare Grillo, e venerdì pomeriggio al Cristo ‘a spasso’ con Salvini per capire che, tra centro destra a ‘traino’ Lega (ma anche Forza Italia e Sìamo Alessandria hanno ottenuto risultati di lista significativi: meno Fratelli d’Italia, e qui c’entra eccome ‘l’affaire’ Locci) e 5 Stelle non ci sarebbe stata partita. Vitale, diretto, immediato e ‘alla mano’ il segretario della Lega Nord Matteo Salvini; mattatore ‘da palco’ un po’ rintronato, che con mestiere ma anche con fatica dà ‘un colpo qui e un colpo là’ il fondatore del Movimento Beppe Grillo, a cui Gianroberto Casaleggio evidentemente manca, eccome.

Questa la cornice nazionale, in cui naturalmente si inseriscono scelte e percorsi locali. Centro destra unito in piazzetta della Lega a sostegno di Cuttica di Revigliasco. Salvini: "Prima liberiamo Alessandria, poi l'Italia" CorriereAlHa avuto ragione il segretario nazionale della Lega Piemont (l’alessandrino Riccardo Molinari) a puntare su Gianfranco Cuttica di Revigliasco, professore di liceo che ha continuato ad ‘andare a scuola’ tutte le mattine anche in campagna elettorale.
Stile informale e sorridente, leghista da sempre, e da sempre uomo di dialogo, oltre che di cultura, Cuttica appare per niente innamorato dei riflettori, e certamente capace di analisi della realtà senza paraocchi, e senza retorica. Ma anche senza nessuna rabbia o astio. Insomma, un candidato che ha funzionato, e funziona.

Tornano Guelfi e Ghibellini, allora? Non proprio, in realtà. L’Alessandria (e l’Italia) del 2017 non sono quelli del 2007, inutile fare finta di niente.

rossa-renziLa sindaca Rossa porta con sè la forza, ma anche il limite, di essere il simbolo del partito Stato che dal 2011 governa questo Paese, e dal 2012 questa città. Bene? Male? Nell’unico modo possibile? Questo lo decideranno, come sempre, gli elettori il prossimo 25 giugno. Sperando che partecipino al ballottaggio, naturalmente, nonostante la calda domenica d’estate.

Forse, questo sì ci sentiamo di dirlo, la gestione di Alessandria targata ‘Rossa’ in questi cinque anni è stata un po’ troppo autoreferenziale e ‘spocchiosa‘, e questo oggi non rappresenta un bel biglietto da visita per chiedere a chi ha votato per altri al primo turno di ‘convergere’. Pensiamo in particolare a certi atteggiamenti da parte dell’entourage (definirlo establishment sarebbe certamente eccessivo, esageruma nen), sui social e non solo. “Chi si loda s’imbroda’, ci dicevano le nostre nonne da bambini, e questo detto ci è tornato più volte alla mente in questi anni: senza trascurare che, per atteggiarsi a culturalmente e moralmente superiori, bisognerebbe poi quantomeno esserlo davvero.

Ecco, questo forse è l’elemento di vera forte differenza che oggi si percepisce tra Rossa e Cuttica, e ciò che rappresentano. Non è quindi, tanto il caso di chiedersi cosa decideranno di fare Locci, Trifoglio, Ivaldi o Borgoglio: tutte persone che alle urne contano uno in fin dei conti, per evocare proprio uno slogan pentastellato.

Conta semmai come gli elettori alessandrini valuteranno, in queste due settimane, i due contendenti e ciò che rappresentano.  Secondo voi come finirà?