I dati sulle immatricolazioni di auto negli ultimi anni sorprendono, anche in considerazione delle dinamiche di crescita del Pil italiano e dei redditi disponibili delle famiglie. Ricordiamo come semplice dato statistico, che il Pil italiano nel 2016 è cresciuto dello 0,9% e che il reddito disponibile, grazie anche all’inflazione pressoché nulla, è cresciuto dell’1,8%.
Se invece scorriamo i dati diffusi da Bankitalia e Abi sui finanziamenti, notiamo che gli unici a crescere come stock sono quelli finalizzati a privati, e tutto torna.
Il mercato automotive nel 2016 ha registrato una crescita del 16,2% sull’anno precedente, che a a sua volta era già lievitato per una percentuale simile sul 2014 (+15,8%). Tali cifre raffrontate spiegano come ormai larga parte degli acquisti di autoveicoli venga finanziata da Banche, Finanziarie diverse e le cosiddette Captive, Società finanziarie o bancarie di proprietà delle stesse case automobilistiche produttrici.
Nella tabella sopra riportata da dati Unrae (l’Associazione che raggruppa le Case automobilistiche straniere) risulta che ben il 75% degli acquisti di auto viene finanziato tramite prestiti al consumo “generici” o finalizzati a tale scopo.
Dando un’occhiata al mercato dei prestiti, emerge il fatto che in cima ai finanziamenti erogati agli italiani vi è una netta prevalenza per quelli a privati finalizzati alla ristrutturazione della casa, seguiti dai prodotti finanziari dedicati all’acquisto di un’automobile con il 20,15 per cento. Al terzo posto, secondo le rivelazioni dell’osservatorio di Prestitionline, si piazza l’insieme dei finanziamenti per l’arredamento della casa con il 16 per cento delle richieste totali degli italiani.
Nel 2016 il numero di richieste di prestiti finalizzati all’acquisto di auto ha fatto segnare un eloquente +14,3% rispetto all’anno precedente confermandosi così, un altro importante anno per il settore finanziario, in linea con la decisa crescita delle immatricolazioni. Questo è quanto emerge dall’ultimo aggiornamento del Barometro CRIF che rileva l’andamento delle richieste di prestiti (vere e proprie istruttorie formali, non semplici richieste di informazioni o preventivi online) fatte dagli istituti di credito e dagli altri istituti erogatori. Determinanti sono stati sicuramente il miglioramento delle condizioni congiunturali che hanno stimolato la propensione all’acquisto da parte delle famiglie e le numerose campagne a tassi promozionali e elasticità di fruizione, proposte delle Aziende automobilistiche e delle loro reti di vendita. Dobbiamo dire per completezza di esposizione, che il cambio di auto è spesso dovuto alla vetustà del parco circolante in Italia, dove oltre 10 milioni di autovetture hanno 15 anni o più e tra il 2007 e il 2015 l’età media delle vetture si è alzata di oltre due anni.
Anche relativamente al valore dei prestiti richiesti i segnali che arrivano dal mercato sono confortanti, con l’importo medio che a dicembre 2016 si è attestato a 14.378 Euro, +3,4% rispetto allo stesso periodo del 2015. Un valore superiore ai 14.000 Euro si registrava negli anni del biennio 2007-2008, prima cioè che gli italiani rivedessero al ribasso le loro scelte di indebitamento a causa della congiuntura economica negativa.
Il dato emergente nella tabella qui sopra segnala come la crescita dello stock di finanziamenti finalizzati per autoveicoli e motocicli porta anche a crescere il comparto generico dei crediti al consumo, presentando una percentuale di incremento addirittura superiore a quella totale (21,1% contro il 17,5%).
La domanda che ci poniamo è relativa al rischio insito in un mercato che viene finanziato dal credito in termini superiori a quelli degli altri comparti (i prestiti alle imprese continuano a diminuire o, comunque, non crescono in nessun settore come in quello privato). Da tempo in America gli osservatori segnalano un rischio di bolla per i finanziamenti auto e noi vorremmo essere certi di potercelo evitare.
I dati pubblicati da Experian e Cerved, per ora segnalano in Italia addirittura un miglioramento delle prospettive del settore, con un tasso di default dei finanziamenti finalizzati stabile.
Come si nota, il tasso di default dei finanziamenti per l’acquisto di un’auto si aggira intorno allo 0,6% ed è uguale a quello di un anno prima, in netto miglioramento rispetto ai dati negativi rilevati dal 2009 al 2011, periodo centrale della crisi sopra ricordata.
Sono dati relativi al gruppo di finanziatori Captive, che però potremmo considerare omogenei al resto del mercato, stanti i dati medi diffusi da banche dati.
Questi dati di rischiosità del settore ci fanno pensare che anche nei prossimi periodi vedremo mantenuto il trend di offerta di finanziamenti finalizzati. Le Istituzioni finanziarie vedono certamente con un buon occhio il business così originato, statisticamente molto meno rischioso di quello dei prestiti alle Aziende e foriero di buoni dati per il Pil italiano, molto sensibile ai fatturati delle aziende automotive ed alla loro filiera.