«Questa “cultura dello scarto” tende a diventare mentalità comune, che contagia tutti. La vita umana, la persona non sono più sentite come valore primario da rispettare e tutelare, specie se è povera o disabile, se non serve ancora – come il nascituro –, o non serve più – come l’anziano»
Papa Francesco, mercoledì 5 giugno 2013
“Sono andata in bagno e il bambino è nato” ha raccontato Valentina ai carabinieri che la stavano interrogando dopo la morte del suo bambino, lanciato dalla finestra come un bambolotto difettoso.
La madre, ha detto, nei nove mesi di gravidanza non si era accorta di essere incinta. E lo stesso ha confermato il marito Salvatore: “Ho sentito come un miagolio, ma non ho collegato”.
Miao.
Chi ha ucciso questo bambino, colpevole solo di essere nato senza essere desiderato? La cattiveria, l’ignoranza o la follia? Niente di tutto questo, o forse tutte e tre le cose insieme: significanti e significati, per così dire, di quella “cultura dello scarto” a cui ci stiamo abituando.
Diciamoci la verità: se Valentina avesse seguito l’iter ospedaliero per togliersi il pensiero, oggi non avremmo di che scandalizzarci. E’ l’atto eclatante, rozzo e inelegante, che ci infastidisce veramente. Ci rovina la commozione per il video di Facebook in cui un cagnolino coccola il gattino appena nato.
Miao.