Amianto e inquinanti nella falda dei laghi Clara e Buona

M5S: "Prescrizioni cava Clara e Buona: chi verifica che siano rispettate?" CorriereAl 2Analisi effettuate da Arpa su acque sotterranee nella zona delle cave Clara e Buona, quartiere Cristo di Alessandria, hanno riscontrato la presenza di numerosi contaminanti oltre i limiti di legge, e di amianto in concentrazioni che superano le 300.000 fibre/litro. Arpa, dopo aver ricordato che per l’amianto nell’acqua di falda non c’è attualmente un limite di legge, ha dichiarato che ritiene i dati compatibili con le caratteristiche geologiche della zona.

ATA PC, Associazione Tutela Ambiente Protezione Civile, esprime invece perplessità e preoccupazione.

Vero che nei massicci montuosi liguri, dai quali provengono i corsi d’acqua alessandrini, si possono rinvenire fibre di amianto, ma nutriamo dubbi circa il fatto che tali caratteristiche geologiche possano giustificare, da sole, valori così elevati di amianto e di vari altri contaminanti. Infatti,nella catena montuosa ligure,non risultano grosse problematiche, anzi le acque di sorgente e di falda hanno, in genere, caratteristiche ottimali per il consumo umano, e talvolta persino terapeutiche. Ne è testimonianza la presenza di alcuni stabilimenti termali e di varie società per l’imbottigliamento e la vendita di acque minerali.

Crediamo quindi indispensabile verificare se vi siano fenomeni di inquinamento, anche di vecchia data e precedenti allo scarico dello smarino nelle cave Clara e Buona.

E’ utile ricordare come la piana alessandrina in passato sia stata interessata da numerose cave che hanno lasciato profonde buche nelle nostre campagne. Alcune di queste, abbandonate senza vigilanza, con il tempo furono ridotte a discariche abusive. Esempio eclatante, proprio a pochi metri dai laghi Clara e Buona esiste l’area “Barco”, una delle maggiori discariche abusive di rifiuti tossici mai scoperte.

Riteniamo quindi non si possa escludere a priori che anche i laghi “Clara e Buona” abbiano subito, in passato, occultamento di rifiuti, e proprio da questi potrebbero derivare gli inquinanti trovati dall’Arpa.

Temendo questa eventualità , ancor prima che iniziassero a scaricare i detriti del terzo valico, avevamo chiesto di verificare se vi fossero o meno rifiuti interrati o sommersi nei laghi. Arpa aveva accolto positivamente la proposta, ritenendo evidentemente degni di attenzione i nostri timori, ed aveva chiesto al Comune di Alessandria di provvedere i mezzi necessari (autorizzazioni , escavatori, carotatori, ecc)

A quanto ci risulta, tali mezzi non sono mai stati predisposti e pertanto indagini approfondite non sono state avviate.

Crediamo che se si vuole veramente tutelare la salute dei cittadini di Alessandria, sia indispensabile andare una volta per tutte a fondo della questione, ossia appurare se in passato nei laghi Clara e Buona sono stati scaricati e nascosti rifiuti.

ATA PC ha quindi scritto al Ministero dell’Ambiente perché avvii un’ indagine approfondita, e ha chiesto che gli accertamenti vengano affidati all’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale) e all’IRSA CnR (Istituto di Ricerca sulle Acque), in quanto soggetti capaci di offrire garanzie di elevatissimo livello scientifico ed autorevolezza.

 

ATA PC Alessandria