Signorini: “il Monferrato è un gioiello che valorizza tutto l’alessandrino”. All’orizzonte una serie di nuovi progetti per ‘fare squadra’

signorini-2“Più a fondo conosco il territorio alessandrino, e più mi sembra straordinariamente ricco di potenzialità, e di risorse anche umane. Forse un po’ sopite, e poco consapevoli del loro valore: ma a questo volendo si rimedia”. Umberto Signorini ve lo abbiamo già presentato nei mesi scorsi, cercando poi di seguirne il percorso e la proposta,fortemente mirata alla valorizzazione del Monferrato, ‘un gioiello che è persino ingiusto paragonare alle Langhe, o al Chianti: il Monferrato è diverso, e unico”, e la filiera agricola “che può e deve rappresentare un moltiplicatore di ricchezza nei prossimi decenni, a patto di fare le scelte giuste, e di crederci davvero”

Prima di Natale raccontammo il progetto dell’imprenditore milanese, e la sua ricerca (in collaborazione con Cia Alessandria) di giovani talenti interessati a sviluppare business innovativi in ambito agricolo.

A che punto è quel percorso, certamente non breve? “Siamo partiti – spiega l’imprenditore – abbiamo già avuto un paio di incontri, ed è avviata la fase del confronto di idee, e l’analisi di progetti e business plan. Dobbiamo fare ‘rete’, e sistema. Il che naturalmente non limita l’autonomia di ogni singolo percorso imprenditoriale, ma ci consente di fornire ai singoli giovani interessati a sviluppare un’attività di supportarlo in tutta una serie di passaggi: dall’analisi del progetto, al reperimento delle risorse e delle competenze, fino all’individuazione del mercato di riferimento e alla commercializzazione dei prodotti”.

Il sogno (“ma concretamente realizzabile: nella mia vita ho sempre contato solo i risultati concreti, non le illusioni”) di Umberto Signorini è quanto mai ambizioso: fare in modo che il Monferrato, nei prossimi dieci anni, diventi davvero un ‘motore’ economico che romba ‘a pieni giri’, e non la bella addormentata che si contempla allo specchio, e conta le occasioni perdute.

Ma se da dove partire è chiaro (“il territorio, inteso come agricoltura ma anche comesignorini-nuova bellezza naturale, meta turistica e culturale, e ricco di autentiche eccellenze enogastronomiche”), più interessante ancora è capire dove si vuole e si può arrivare, e con quali mezzi.

“Chiariamo subito una cosa: il ruolo della mano pubblica, e delle istituzioni, può e deve essere importante, nel senso che si devono mettere le imprese nelle migliori condizioni operative: penso ai trasporti, ad esempio, e alla necessità di collegamenti ferroviari oltre che autostradali efficaci con Milano, in primis. Ma la leva, il motore dello sviluppo non possono che essere i privati. La parola business è bellissima, se la intendiamo come ricchezza non solo per uno, o per pochi, ma per tutto il nostro territorio”.

Parole sacrosante. Ma come fare? Secondo Signorini (“ma per fortuna non sono solo: con me si stanno muovendo in tanti, dalla Cia di Alessandria a diversi imprenditori, agricoli e non) la ‘chiave’ è l’innovazione, applicata a tutta la filiera agricola: dalla creazione di nuove aziende, al loro sostegno e finanziamento, fino alla vendita dei loro prodotti su mercati ampi (“sfruttando tutte le potenzialità della rete, e anche tutte le relazioni, i percorsi e i canali che si possono raggiungere tramite Città del Bio, realtà che l’alessandrino deve saper utilizzare in maniera ottimale”).

L'Università del Piemonte Orientale lancia Multi2Hycat, progetto europeo da 50 ricercatori. L'innovazione chimico-farmaceutica passa di qui! CorriereAl 2Particolare rilievo avrà, secondo Signorini, la capacità di fare partire un vero e proprio ‘incubatore’ di progetti e iniziative, “rivolto in particolare ai giovani che studiano informatica al Disit di Alessandria: perchè mai i giovani alessandrini devono rassegnarsi ad emigrare per trovare lavoro, e diventare adulti? Diamo loro la possibilità di crescere, di diventare imprenditori a casa loro, creando ricchezza per il loro territorio”. Di più Signorini su questo fronte non dice, ma di certo in queste settimane sta incontrando interlocutori istituzionali sul territorio, a partire dai vertici dell’Università del Piemonte Orientale, e delle Fondazioni di casa nostra: “ma conosco anche imprenditori e fondi di investimento di primo livello che, a fronte di un progetto concreto e di investimenti non esorbitanti, di certo non si tirerebbero indietro”. Se sono rose fioriranno, vi terremo aggiornati.

Di certo un altro ‘pilastro’ fondamentale del progetto di Umberto MonferratoSignorini per il rilancio del Monferrato (“che non è tutto l’alessandrino, ma mi fa ridere che stimola contrapposizioni e rivalità: il Monferrato è un fiore all’occhiello, un gioiello che può e deve servire a far crescere tutta la provincia”) è la capacità di sviluppare percorsi di marketing e comunicazione. “Se hai un territorio pieno di potenzialità turistiche (il Monferrato ha più castelli della Loira!), enogastronomiche e culturali, e di eccellenze imprenditoriali, devi saperlo raccontare. Devi essere attrattivo, in primis per chi vive nelle tre grandi città che ci circondano, ossia Milano, Torino e Genova, e poi per tutti gli altri. Compresi i numerosi stranieri che, quando lo scoprono, si innamorano del Monferrato, e non se ne vorrebbero più andare”.

Ecco allora le ragioni del progetto 365 Monferrato Magazine, una vera e propria rivista patinata, in rampa di lancio (“il primo numero sarà distribuito a maggio, gratuitamente ma attraverso canali qualificati”), a cui Signorini crede molto: “sarà un formidabile veicolo della bellezza e delle potenzialità del territorio: un prodotto editoriale di qualità, con testi e foto di grande pregio, destinato ad essere sfogliato, letto e collezionato. Il primo numero sarà stampato in 10 mila copie, ma esiste già con lo stesso nome anche un sito Internet, un profilo facebook e altre pagine social, e un canale youtube.

Il nostro video di presentazione delle bellezze del Monferrato ha avuto in poche settimane oltre 20 mila visualizzazioni”. 365 Monferrato Magazine sarà presentato anche in eventi pubblici agli stakeholders del territorio, a partire da un primo convegno che dovrebbe tenersi ad Alessandria, presso la sala Broletto della Fondazione CrAl, intorno ai primi di aprile. “La rivista racconterà la bellezza del Monferrato, anche attraverso la testimonianza dei suoi figli più illustri, anche se non voglio anticipare troppo. Soprattutto, la vediamo come il primo passo verso un sistema ‘integrato’ di comunicazione, marketing e anche di e-commerce che consenta lo sviluppo delle attività economiche che già ci sono sul territorio, e delle altre che speriamo di stimolare ed aiutare in fase di decollo”. Un altro tassello del ‘sistema Monferrato’ potrebbe poi essere un’iniziativa editoriale , questa volta di temi e respiro nazionali, legata al mondo del ‘bio’. “Carne al fuoco ne abbiamo tanta – sorride Signorini – e vorrei sottolineare che, anche se in questa fase mi presto volentieri al ruolo di ‘testimonial’ e capofila, mettendo a fattor comune anche un po’ di esperienza imprenditoriale e di relazioni personali, al lancio del Monferrato stiamo lavorando in tanti. Siamo un team di persone qualificate, innamorate di questo territorio e che ci credono davvero: i prossimi 5 anni mostreranno se ci abbiamo visto giusto. Ma credo proprio che sarà così: anzi, ne sono certo!”

Ettore Grassano