Viscardi (Arcipelago): “La democrazia è al capolinea? Cosa verrà dopo dobbiamo deciderlo noi”. Cacciari e Ricolfi giovedì ad Alessandria

Alessandria verso il voto senza identità CorriereAl“Quale società? Quale Democrazia?” è il tema dell’incontro pubblico con il filosofo Massimo Cacciari e il sociologo Luca Ricolfi (due star, anche, del sistema mediatico nazionale), che l’associazione politico culturale Arcipelago organizza il prossimo 2 febbraio (giovedì) ad Alessandria.

Carlo Viscardi, vecchia conoscenza di CorriereAl e della politica alessandrina, di Arcipelago è fondatore e presidente. Gli abbiamo chiesto di spiegarci il significato di questa iniziativa, per capire quale sia l’obiettivo di medio lungo termine.

 

 

Prof. Viscardi, anche voi dunque contagiati dalla “febbre delle elezioni”?
Non proprio: la nostra posizione non è riconducibile ad una fibrillazione da addetti ai lavori. Anche le precedenti elezioni amministrative alessandrine del 2012 non ci hanno visti partecipi, in quanto abbiamo ritenuto ‘non esistessero le condizioni’, come si suol dire. Oggi invece alla luce di quanto accade a livello nazionale, a partire dal risultato referendario, riteniamo importante “esserci”, dare il nostro contributo alla comunità alessandrina.

La vittoria del NO è stata davvero trasversale, figlia di tanti padri diversi. referendumNon certo una proposta politica insomma. Cosa è cambiato per voi nello scenario della politica italiana dal risultato referendario del 4 dicembre?
Rileviamo che a distanza di due mesi il voto referendario non sia stato ancora sufficientemente analizzato.
Due sono le considerazioni che abbiamo svolto:
a. una altissima partecipazione al voto non prevista da alcuno..
b. un voto che nelle sue motivazioni più profonde era una risposta “antisistema”: sia nel “campo del SI” che nel “campo del NO”, una sorta di “effetto Trump”…
E’ una cesura ormai insanabile, rispetto ad una politica che esprime un establishment che non è in grado di esprimere una governance decente del bene comune, certamente non risolvibile con alchimie politiche, e con governi “fotocopia” di forze politiche “delegittimate”.
La frattura quindi non è più tra “politiche” ma tra “politica” e cittadini.
Assistiamo ad una irreversibile crisi della democrazia rappresentativa, e la pretesa quindi di esprimere uno “spirito di popolo” da parte di “capi” con bassissima credibilità politica è di fatto respinta dai cittadini con questo voto.
DemocraziaQual è la vostra proposta?
Da anni ormai Arcipelago, attraverso eventi pubblici e confronti privati fra docenti universitari, esperti ed appassionati lavora all’idea di un popolo non fatto da individui tutti uguali, governabili da una classe dirigente con “ frasi, promesse e tasse”, ma pluralità di soggetti che vorremmo convenissero autonomamente tra loro in organismi dotati di personalità giuridica e politica ai quali conferire funzioni rilevanti per il bene comune.
Questo è l’orizzonte su cui si deciderà la sorte della Democrazia e non soltanto in Italia.
Per questo il nostro impegno rispetto alla costruzione di una “Alternativa Democratica” per la comunità alessandrina.
E’ una crisi di Sistema quella che stiamo vivendo, una crisi della Democrazia e della rappresentanza!
E’ indispensabile “fermare il gioco” , aprire una Fase Costituente sicuramente non in salsa proporzionalista, perché si tornerebbe a garantire soltanto un establishment unico responsabile di uno sfascio che ci colpisce tutti.
E’ una grande Operazione verità che occorre: che risponda alle domande: quale società vogliamo? quale democrazia vogliamo?
Ci adopereremo per una iniziativa politica che metta in rete chi crede in un percorso costituente lavorando sin d’ora ad una proposta di legge di iniziativa popolare.

 

Cosa proporrete concretamente nel prossimo futuro?Arcipelago
Desideriamo richiamare l’attenzione di chi segue questo dibattito su come Alessandria viva da tempo “immemorabile” non solo una decadenza nella sua qualità della vita, nel suo tessuto economico e quant’altro ma anche
(e soprattutto asseriamo noi ..) una crisi di identità che si trascina dal secolo scorso.
Occorre invertire una tendenza che risvegli l’orgoglio dell’alessandrinità che fatica ad affermarsi, affidandosi solo a meritori aspetti sportivi.
Ciò che manca non sono i programmi elettorali (più o meno liste della spesa) ma una visione di città, un intendere la comunità che ci faccia tornare, come qualche autorevole osservatore cittadino ha affermato, all’onor del mondo.
Una visione di città che sia attrattiva rispetto alla richiesta di un mercato che chiede una qualità della vita che le grandi città metropolitane non possono offrire.
Solo una visione proiettata nei prossimi vent’anni che sappia garantire una “nuova governance” della comunità potrebbe suscitare l’orgoglio di una alessandrinità perennemente in crisi.

Alessandria, che città! Ma non è tutto oro quello che luccica [Centosessantacaratteri] CorriereAlE come si esce da questa crisi, Viscardi?
La manutenzione della cosa pubblica è il minimum sufficit di ogni amministrazione. L’ambiente urbano è il barometro della salute di una città.
Alessandria va riprogettata, ripensata strategicamente ripensata in termini di città come ambiente fisico qualificato per fare della città un polo dell’economia territoriale.
La bellezza svolge un ruolo accattivante: la città intelligente non può infatti essere una città brutta.
In questa fase ci si può limitare a fornire delle esemplificazioni su “luoghi” significativi presi a campione.
Una visione che va da una Mobilità “ad extra”: con un un collegamento rapido ed efficiente con i grandi centri non solo nazionali e la conseguente liberazione dalla “strettoia” dei due fiumi
una Mobilità “ad intra”: con un’area pedonale tra gli spalti, con una mobilità a chiamata nelle aree urbane a viabilità limitata
Un’Azienda Comune che cominci a “ragionare” su una contabilità di tipo privatistico.
Aree pubbliche e private gradevoli, con un arredo urbano adeguato che elevi la qualità della vita.
Aree dismesse dallo Stato il cui riutilizzo tenga conto di fattori locali ed internazionali ed aree fondamentali per l’industrializzazione della filiera agroalimentare,
Un Centro Commerciale Naturale caratterizzato dal commercio “al minuto” con l’ottimizzazione, con lausilio di nuove tecnologie, della distribuzione e della raccolta delle merci.
Una Formazione d’eccellenza: che crei sinergie con i vari “livelli” presenti sul territorio in particolare con una Università che individui una “sua mission”..
Una Cultura d’eccellenza che riduca il “gap” con le offerte culturali delle altre realtà provinciali ed extra provinciali.

Ma Lei pensa che ci sia spazio per una proposta da parte di “forze rossa-renzipolitiche” del centro sinistra, la cui credibilità è oggi molto ridotta?
E’ un mondo nuovo quello che stiamo vivendo, che abbiamo di fronte, con crisi epocali e globali e i cittadini sentono che sono crollate le categorie politiche del ‘900, sono improponibili le forme della rappresentanza che vengono addirittura dall’800.
A fronte di una “crisi conclamata delle culture politiche tradizionali”, esiste tuttavia una cultura della cittadinanza, dei diritti e dei doveri, rispondente e responsabile convinta che i cittadini, debbano contare…E non più essere contati.
Una irreversibile crisi della democrazia rappresentativa che si risolve soltanto con una Grande Operazione Verità che si ponga due domande: quale società? Quale democrazia?
La rappresentanza oggi garantisce ai cittadini un voto, dopo di che il nulla sul piano del controllo e della costruzione delle decisioni.
La rappresentanza di cui “parlano i cittadini” è invece quella che garantisce la partecipazione alla riscrittura delle regole del nostro vivere insieme, della forma dello Stato.
E’ una fase costituente che auspichiamo che inizi a pensare in termini di Uguaglianza e Responsabilità.
Una politica infatti come oggi la “viviamo” non è più in grado di trasformarsi in fatti concreti semplicemente per il fatto che ha perduto completamente la credibilità, ha perduto l’identificazione tra “potere della politica” e “potere dello Stato”.

 

grillo-di-battista-di-maioIl Movimento 5 Stelle non crede che abbia colmato lo spazio politico che parla questo linguaggio?
Indubbiamente il movimento che Grillo e Casaleggio hanno creato rappresenta una “valvola di sfogo” rispetto alla crisi che stiamo vivendo.
La politica dei cittadini tuttavia non può rispondere ad un Capo, ad un Amministratore Delegato; la politica è un “fatto collettivo”, e la pericolosità di questo fenomeno credo che stia sempre più emergendo.
L’uso così “spregiudicato” del Web non è garanzia di Democrazia.
La diffusione di internet potrebbe indurre in errore nel pensare ad una comunità di decisori in cui tutti decidono su tutto. Ma internet rimane uno strumento formidabile di trasmissione di conoscenza e come tale tutti possono/potranno consapevolmente approfittarne.
Coniugando quindi la consapevolezza di questa “partecipazione conoscitiva” con un sistema di delega dobbiamo pervenire ad una democrazia rappresentativa “vera”.

E come si fa?Centro destra alessandrino 'ai ferri corti'. Cava: "non mi candido". Torna l'ipotesi 'grande coalizione'? CorriereAl 1
Il sistema non si cambia dall’interno; all’interno del sistema il rischio è di perpetuare una politica gattopardesca: una politica del… Che tutto cambi affinché nulla cambi.
Quale potrebbe essere quindi per voi la soluzione di questo problema?
L’iscrizione, al raggiungimento della maggiore età, alle liste elettorali non può più essere sufficiente ad esprimere “Democrazia” e un governo del popolo, in una società profondamente mutata e complessa non può essere affidato solo, e totalmente, a “questi” corpi intermedi del secolo scorso.
E’ indispensabile anche in questa nostra comunità individuare strumenti che consentano alle persone di partecipare alla formazione delle decisioni in modo più diretto.
Concretamente quindi l’iscrizione ad un Pubblico Registro degli Elettori su richiesta dei cittadini che intendono partecipare di volta in volta, esprimendo precisa delega, alla formazione della “governance” di questo Paese potrà garantire il passaggio alla Democrazia del terzo millennio; è l’atto che sancisce l’esercizio del diritto di voto in modo consapevole.
Affrontare quindi le questioni che segnano questa crisi epocale da parte di persone consapevoli e coscienti può fare la differenza tra soluzioni condivise e soluzioni imposte.
La Dichiarazione pubblica di volontà si concretizza quindi in momenti di confronto sulle questioni e contestualmente si pone l’obiettivo di giungere ad una sintesi della rappresentanza su due (soltanto DUE!) soggetti, garanzia di alternanza al governo della cosa pubblica.
Noi vogliamo essere parte di questo “processo costituente” attraverso la costruzione di “gruppi per la democrazia”, isole libere, plurali, solidali, di impegno e discussione, all’interno di ogni realtà territoriale, sociale e culturale.
Isole per un arcipelago di agorà per questo Paese.
Un percorso innovativo, fuori dagli schemi, che fida nel cuore e nelle menti dei cittadini che hanno compreso appieno la necessità di un radicale cambiamento di sistema. Diventare protagonisti, per riprendersi la politica e la vita.