Mare mosso nel centro destra alessandrino. A poche ore dall’incontro fra i segretari di partito per l’ufficializzazione della sua candidatura a sindaco, Roberto Cava ci ripensa, e fa un passo indietro, o meglio a lato, anche se l’ex direttore Ascom precisa “veramente non ne ho mai fatto uno in avanti: mi sono semplicemente dichiarato disponibile a confrontarmi su un progetto serio, e unitario. Se non ci sono le condizioni per un simile percorso, ne prendo atto”.
Sabato giornata decisiva dunque, ma non proprio nella direzione che tutti, o quasi, si aspettavano. Il problema, pare di capire, ha origine all’interno di Forza Italia: “Mi è stato riferito e ho letto sui giornali – precisa Cava – che il segretario cittadino di Forza Italia (l’ex sindaco Piercarlo Fabbio, ndr) ha esplicitamente dichiarato, per motivi assolutamente rispettabili, che non riteneva la mia una candidatura adeguata, preferendo una figura di estrazione politica. In più lo stesso capogruppo di Forza Italia (Davide Buzzi Langhi, ndr) si è più volte dichiarato favorevole alle primarie. Ne prendo atto, non devo mica fare il candidato sindaco per forza”. A meno che, naturalmente, non cambi davvero il clima, e non solo sul piano delle dichiarazioni formali.
Un po’ diversa la versione di Forza Italia: “Nella riunione di venerdì sera il nostro partito ha deciso di dare il via libera alla candidatura di Cava – spiega il consigliere regionale Massimo Berutti -, per cui se è lui ora a scegliere altrimenti, come ci è stato comunicato sabato mattina, ne prendiamo atto e valuteremo con serenità il da farsi”.
E la Lega? Riccardo Molinari, che la candidatura di un esterno come Roberto Cava ha fortemente sostenuto fin dall’inizio del percorso, usa parole prudenti: “L’incontro di sabato fra i partiti, a questo punto, non avrebbe avuto senso. Ci concediamo tutti quanti un week end di riflessione. Certamente però è Forza Italia che, a livello alessandrino, si prende la responsabilità, di fronte agli elettori, di aver quanto meno scoraggiato la disponibilità di un candidato esterno ai partiti, e di valore”.
Cerino che passa di mano in mano insomma, con il rischio che però alla fine qualcuno rimanga scottato. C’è ancora spazio per un ripensamento di Cava, e su Cava? O si arriverà all’ognuno per sè, all’insegna del tanto peggio tanto meglio? Uno scenario, quello di un candidato per partito o giù di lì, che rischia davvero di creare frammentazione, e anche di scoraggiare l’elettorato, spalancando le porte ad un ballottaggio in cui, comunque, il centro destra rischierebbe di non essere rappresentato.
Il tutto in una città che ha un sindaco PD ‘maglia nera’ da diversi anni nel gradimento dell’elettorato, il che è in effetti un po’ paradossale.
E se, invece, riprendesse a questo punto peso e significato l’ipotesi di ‘grande coalizione’ con caratteri di trasversalità, ipotizzata a suo tempo dal vice presidente della Fondazione CrAl Antonio Maconi, e nei fatti rilanciata nei giorni scorsi dal progetto del ‘quarto polo’, anticipato da CorriereAl e che ha poi trovato ampia enfasi sui media alessandrini e non?
Situazione fluida, percorsi tutti da costruire. Alessandria sembra una palude, ma potrebbe anche diventare un ‘laboratorio politico’ di forte interesse nazionale. In quanti ci scommetteranno davvero?
Ettore Grassano