I fari qualche volta si spengono.
Quando ciò accade il rischio è alto, marinai che non si orientano nelle notti buie, navi che si incagliano, flutti che inghiottono, vite che si perdono.
Ecco perché i fari hanno assunto rilevanza nei secoli, hanno prevenuto e conservato indicando l’ostacolo che talvolta è anche meta.
Gli Stati Uniti d’America si avviano ad eleggere il quarantacinquesimo Presidente, l’uomo più potente del pianeta.
Il mondo intero guarda con attenzione e preoccupazione il “Nuovo Mondo” poiché mai nell’ultimo mezzo secolo ci si è trovati in un imbarazzo tale.
I due candidati sono egualmente impresentabili, per motivi differenti, ma impresentabili.
Trump crea difficoltà anche nel Partito Repubblicano che lo dovrebbe sostenere per via delle dichiarazioni azzardate su donne, extracomunitari e armi.
Clinton rasenta il ridicolo per via dei vizietti sessuali che – è assodato – fanno parte della famiglia.
Ho amici oltreoceano che votano abitualmente chi da una parte e chi dall’altra. Mi dicono che non sanno che pesci prendere.
Inoltre le notizie che giungono sui media italiani sono solo la centesima parte dei momenti drammaticamente esilaranti che i due candidati offrono ai loro sudditi.
Drammaticamente, appunto.
Uno dei due salirà sul trono più alto e per quattro o (Dio non voglia) otto anni indicheranno la direzione, saranno faro del pianeta globalizzato.
I fari qualche volta si spengono.
Quando ciò accade il rischio è alto.
Ma è ancor peggio quando brillano fiocamente e i marinai si fidano di loro.