A come Alta Langa [Abbecedario del gusto]

A Alphabet di Pietro Mercogliano

 
Alta Langa – o “Alta Langa Spumante” – è una denominazione spumantistica a Denominazione d’Origine Controllata e Garantita la cui produzione è consentita nella Provincia di Alessandria oltre che in quelle di Asti e di Cuneo. Il disciplinare impone che un minimo del 90% delle uve impiegate nella produzione sia Pinot Nero o Chardonnay o un uvaggio dei due, mentre il restante eventuale 10% deve esser costituito di vitigni non aromatici idonei alla coltivazione nella Regione; ad ogni modo, com’è implicito nella Denominazione, il totale delle uve deve essere coltivato e poi lavorato nel territorio indicato (ossia, in definitiva, le colline delle province del sud della regione sul versante destro del Tanaro).

Al di là di alcuni dettagli sulle tecniche di coltivazione ammesse, il disciplinare sancisce, naturalmente, la tecnica di spumantizzazione: il Metodo Classico. Si tratta, per intendersi, dello stesso metodo in uso nella Champagne e nella Franciacorta ed in Provincia di Trento: consistente nel compiere direttamente in bottiglia quella rifermentazione che garantisce la spuma e che nei Prosecco (e negli altri vini spumantizzati col Metodo messo a punto da Martinotti e Charmat) avviene invece in grandi autoclavi.

La nascita del prodotto si deve al lavoro nei vigneti di Rocchetta Tanaro del MarcheseAlta Langa Leopoldo Incisa (nomi, questi, noti per diverse ragioni a chi ami il buon vino) e di Carlo Gancia (il cui nome risulta oggi celebre ad ognuno per la Casa vitivinicola da lui fondata ed ora di proprietà del Gruppo “Russian Standard Corporation” e famosa per la grande distribuzione).

La Denominazione sta vivendo in questi anni (quasi direi “in questi mesi”) una meritata rivalutazione anche presso il pubblico, che mediamente ne ignorava l’esistenza. Il che è un gran bene: sia perché nelle province in cui lo si produce val la pena di bere un prodotto del territorio, sia perché è una ricchezza che – specie in certi suoi esiti – può rivelarsi un’ottima (ri)scoperta.

Alta Langa spumanteL’assaggio dell’Alta Langa (a 4-6°C di temperatura) dovrebbe avvenire negli splendidi calici “Grande”, disegnati da “Giugiaro Design” in esclusiva per il Consorzio della Denominazione: o comunque in flûte molto ampie; se il vino non è servito come aperitivo ma a pasto o addirittura da solo in degustazione, potrebbe esser bene per favorire l’apprezzamento dei profumi optare direttamente per un piccolo tulipano (anche se la moda della flûte è ancora difficile da abbandonare, specie per la sua facoltà di evidenziare al colpo d’occhio le brillanti catenelle dell’effervescenza). Quale che sia il contenitore, comunque, lo spumante dovrebbe presentarsi di un brillante color paglierino che può tendere all’oro, con una persistente effervescenza fine e numerosa; gli aromi freschi di fiori bianchi ed eventuale frutta esotica si mescoleranno a sentori di pasticceria e di tostatura tipici della tecnica di spumantizzazione impiegata, in un insieme fine che risulterà comunque di buone intensità e complessità; in bocca, la percezione della freschezza degli acidi sarà resa piú intensa dall’effervescenza in contrappunto alla morbidezza che quasi sempre almeno moderatamente caratterizza questi vini.

In generale, consiglio di bere l’Alta Langa con il crudo di mare, specialmente di crostacei, o con delle quiche di verdura.

Vorrei però proporre un tentativo d’abbinamento meno perfetto, maAlta Langa formaggio credo interessante, con un prodotto tipico della nostra tradizione italiana, la cui produzione è consentita anche nelle stesse province di Alessandria Asti Cuneo: il Grana Padano D.O.P., formaggio assai noto ed amato in Italia ed all’estero; si tratta di un formaggio a lenta maturazione dalla pasta dura e cotta, prodotto esclusivamente da latte crudo parzialmente decremato; viene stagionato per un minimo di nove mesi fino ad oltre i venti. Per il nostro abbinamento, occorrerà scegliere una stagionatura poco avanzata, con un massimo ideale di dodici mesi, per non avere una sapidità eccessiva che renderebbe davvero inaccettabile l’accostamento con l’Alta Langa.

Scegliendo uno spumante abbastanza strutturato (e magari una Riserva), a fronte di una persistenza dell’aromaticità e della sapidità del cibo, avremo però una perfetta pulizia della sua componente grassa ed un’ottima corrispondenza dei richiami olfattivi che consiglio realmente di sperimentare: considerando che qui stiamo solo aprendo un convito che, al Ciel piacendo, ci accompagnerà poi su queste pagine per ancora molte portate, non male!