Barberis: “Un comitato di salute pubblica per rilanciare Alessandria: se serve anche con alleanze trasversali. Il candidato sindaco ideale? Forse Di Masi!”

Barberis sciarpa “Credo davvero che sia arrivato il momento di pensare ad una sorta di comitato di salute pubblica, capace di mettere in piedi per Alessandria, nell’anno o poco più che ci separa dalle elezioni, un progetto vero di città, assolutamente alternativo allo sfrenato liberismo renzista. Senza steccati ideologici, a parte naturalmente la pregiudiziale fascista e razzista, che è invalicabile”.

E’ tutta da leggere questa chiacchierata con il professor Giorgio Barberis, ricercatore universitario alessandrino (di recente nominato presidente del corso di laurea di Scienze Politiche: e anche di questo si parla nell’intervista), ma anche ex assessore a Palazzo Rosso, e figura di rilievo della sinistra (“quella vera”, direbbe lui) non solo alessandrina, alle prese con il difficile e travagliato percorso verso una proposta politica unitaria, “radicalmente opposta a questo Partito Democratico), che avrà alle prossime elezioni amministrative, e al successivo referendum autunnale sulle riforme due importanti ‘banchi di prova’. Ma con Barberis, appunto, parliamo anche, e forse soprattutto, di Alessandria, facendo un bilancio dell’esperienza dell’attuale centro sinistra a Palazzo Rosso (“un completo fallimento sul fronte della partecipazione, e della trasparenza”), e provando ad immaginare un possibile scenario ‘elettorale, ma soprattutto di progetto concreto’ per il 2017.  E c’è anche tempo per un piacevole approfondimento calcistico, per nulla disimpegnato.

 

 

Professor Barberis, stavolta partiamo dall’Università, che è il suoPalazzo-borsalino mestiere: da poco lei è presidente del collegio dei docenti del corso di laurea in Scienze Politiche, tra l’altro: che bilancio, e quali progetti?
Sono davvero contento, e onorato, che i colleghi mi abbiano indicato, in maniera unitaria, per questo incarico, che cercherò di interpretare, spero con la collaborazione di tutti, in maniera per nulla rituale. Sicuramente l’università italiana attraversa una fase critica, riflesso della situazione del paese: il Piemonte Orientale non ha al momento risentito del significativo calo di iscritti che già si avverte altrove, ma è chiaro che, soprattutto per alcune facoltà, tra cui Scienze Politiche, si pone un forte problema di identità, e prospettiva. E, per quanto riguarda Alessandria nello specifico, anche di legame col territorio, assolutamente da consolidare, e fare evolvere. In termini di sbocco professionale per i laureati, ma anche di qualità delle nostre infrastrutture, e di legami con le istituzioni. Possibile, ad esempio, che da anni di fronte a Palazzo Borsalino ci sia una caserma ormai inutilizzata, e non si riesca a trovare una soluzione per valorizzarla, appunto in ottica universitaria? Ma il pensiero corre alla Valfrè, all’ex ospedale militare, alla Cittadella, agli immobili comunali fatiscenti di fronte alla stazione FS, il cui bando è andato deserto proprio nei giorni scorsi..

Ecco subito insomma il ruolo della politica…
Ma certo: della politica buona però, fondamentale eppure latitante. La politica che dovrebbe occuparsi dell’ottimizzazione e valorizzazione dei beni pubblici, ossia di tutti, e dello sviluppo di un territorio. Non di intrallazzi, giochi di potere, scambi di favori per arrivare da qualche parte. Non vorrei fare della demagogia a buon mercato, ma oggi la nostra città ha davvero bisogno di uno slancio, di un progetto collettivo e condiviso. E ovviamente anche di persone, perbene e competenti, che si mettano in gioco. Di assessori comunali del tutto avulsi, per competenze, dai settori di cui sono chiamati ad occuparsi ne abbiamo avuti anche troppi, che dice?

Rossa giuntaLei professore assessore lo è anche stato, in apertura di consiliatura Rossa: oggi che giudizio dà di questa maggioranza?
Pessimo, purtroppo. Nessuno mette in discussione il punto di partenza fallimentare del 2012, frutto della precedente, tragica gestione di centro destra. Ma dopo quattro anni, francamente, credo che qualsiasi alessandrino di buon senso, di sinistra o di destra che sia, non possa che constatare che, oltre a risanare i conti del dissesto, null’altro è stato fatto, e neppure proposto sul piano progettuale. Galleggiamo sul nulla, vivendo un declino drammatico, e per sempre più persone anche un disagio vero e profondo, che gli alessandrini non meritano.

Da dove partire, o ripartire?
Non ho dubbi: dalla trasparenza, e dalla partecipazione vera dei cittadini. Che è cosa ben diversa dal puro sfogo sui social di questi anni: anzi, quello è un sintomo della malattia. Purtroppo il sindaco Rossa e la sua maggioranza hanno fallito completamente proprio sul fronte della partecipazione, dell’elaborazione condivisa di progetti. Credo che se ne rendano conto, e che diversi di loro non ne siano certo soddisfatti.

Le partecipate che futuro avranno? Per ora è solo evidente che allaFassino presidenza di Amag e ATM ci sono due signori di Torino, da sempre stretti collaboratori del sindaco Fassino. Proconsoli, diciamo: le sembra normale tutto ciò? Perché in pochi ne chiedono conto?
E’ una situazione assurda: il progetto, se c’è, è stato elaborato in segrete stanze, da pochi, e in nessun modo condiviso con la città. Non credo però francamente che queste scelte pagheranno, in termini elettorali. Sento in città un malcontento ormai dilagante: e se penso all’entusiasmo vero che tanti di noi nel 2012 misero in campo, all’insegna dello slogan “Insieme”, non posso che constatare che è necessario voltare pagina, e in fretta.

Con una proposta di che tipo, Barberis? La sinistra appare sempre in mezzo al guado…
Purtroppo il percorso di formulazione di un progetto unitario, a livello nazionale, e la nascita a sinistra di un unico soggetto forte, radicalmente alternativo al liberismo senza freni, e per certi versi criminale del Governo Renzi (penso alla distruzione dello Statuto dei Lavoratori, al macroscopico conflitto d’interessi del ministro Boschi e della sua famiglia ‘tacitato’ grazie ad un sistema mediatico quasi completamente asservito, e ad una complessiva gestione ‘personalistica’ dello Stato), va a rilento. Anche se quest’anno ci saranno comunque due passaggi importanti, ossia le elezioni di primavera nelle grandi città, e il referendum autunnale, che dovrà rappresentare l’occasione di mobilitarsi, e di consegnare a Renzi ‘lo sfratto’ politico. Ma su scala amministrativa locale si può anche, anzi si deve a mio avviso, provare a lavorare ad un livello diverso, su una dimensione civica anche trasversale….

Barberis no tavOssia? Ci spieghi meglio?
Credo che la sinistra in Italia debba ribadire con forza la necessità di un progetto davvero alternativo, a livello di sistema, a quello attuale: puntando sulla valorizzazione dei beni comuni, e invitando le persone a guardare in alto, non in basso: il problema è rappresentato da una esigua minoranza, talora persino anonima, di soggetti e di sigle che detengono la gran parte della ricchezza. Non certo dagli ultimi, dai più deboli, dai diversi: che oggi sono oggetto di campagne d’odio, e che vanno invece in ogni modo aiutati, ed integrati. Però, appunto, c’è poi la dimensione civica locale, che è altra questione: oggi, se vogliamo davvero che Alessandria riparta, dobbiamo mettere attorno ad un tavolo, e farlo subito, le persone capaci, competenti, di buona volontà. Ovviamente sempre se interessate ad un progetto di valorizzazione di ciò che è pubblico, in termini di aziende e risorse, e non ad uno ‘smantellamento’ a favore di un liberismo senza freni, magari anche di tipo amicale.

Traduciamo allora: sta dicendo che le forze a sinistra del Pd sarebbero disposte anche ad alleanze ‘trasversali’, con ‘pezzi’ di centro destra, o con i 5 Stelle, pur di ‘sfilare’ Palazzo Rosso dalle mani del Pd?
Di questo Pd a forte trazione renziana, aggiungerei. Comunque sì: sto provando a riflettere (ovviamente a livello personale: non ho deleghe in questo momento per parlare a nome di altri) ad alta voce, e dico che, anche in base ad interviste e dichiarazioni pubbliche di questi mesi, su diversi temi mi trovo in sintonia, per fare qualche nome, con posizioni assunte da figure che certamente di sinistra non sono: penso al consigliere Locci, o a Emanuela Ulandi di Confesercenti. E, pur essendo io una persona fortemente legata ad un determinato universo di valori anche ideologici, se vogliamo usare questa parola, ritengo che l’unica speranza oggi per Alessandria sia che un gruppo vasto e anche eterogeneo di intelligenze riesca a confrontarsi, e ad elaborare, in una dimensione civica allargata, un progetto di rilancio vero, e condiviso. Basta eludere i problemi: affrontiamoli, ma con l’ottica di creare valore per questa città, non di svenderla a qualcuno.

Attendiamo reazioni professore: ha lanciato un bel sasso nello stagno…Comune Alessandria 4
Credo sia tempo di farlo: purchè naturalmente si mettano in chiaro da subito, e con trasparenza, obiettivi e strumenti di un ipotetico Comitato di salute pubblica: una vera consiliatura di salvataggio, e di emergenza. Alessandria sta morendo, sempre più persone vivono drammi che si chiamano casa e lavoro, mentre un enorme patrimonio pubblico (aziende partecipate, ma anche immobili in posizioni strategiche) viene lasciato andare in malora. E’ tempo di dire basta.

Forse dato il ‘taglio’ che ha preso la conversazione è inopportuno, ma come non segnalare che lei, da alcuni mesi, è anche un apprezzato opinionista calcistico: su AlessandriaNews leggiamo suoi editoriali alla Gianni Brera…
(ride divertito, ndr) Beh, non esageriamo. Però non credo che sia un tema ‘leggero’ questo, anzi. A livello personale la passione per il calcio, come per il basket, mi accompagna fin da ragazzino. Da sempre sono tifoso dei Grigi, e del Barcellona: sono un ‘catalanista’ convinto, e anche socio del Barça, che ha un azionariato popolare diffuso. Quel che è successo ad Alessandria in questi mesi, grazie al calcio, non va però derubricato come semplice cronaca sportiva: i successi dell’Alessandria calcio, con tutto il contorno di riflettori nazionali e anche internazionali, hanno regalato a tutti gli alessandrini speranza, e riacceso un orgoglio di comunità che per tante ragioni avevamo non perduto, ma messo da parte, cercando conforto nel cinismo. Che però non basta, quindi assolutamente grazie Grigi: e continuiamo a crederci, nonostante qualche battuta d’arresto delle ultime settimane.

 

Di Masi nuovaScelta secca Barberis: meglio vincere a San Siro o andare in B?
Nessun baratto, mi spiace: sono due traguardi entrambi possibili, dobbiamo crederci e sostenere i nostri ragazzi. Il percorso triennale del presidente Di Masi è straordinario: ed è la dimostrazione più evidente del fatto che se hai un progetto di qualità, e le competenze per realizzarlo, i risultati arrivano. Lo dico come battuta: forse il sindaco giusto per Alessandria sarebbe proprio lui!

Ettore Grassano