Da Einstein due consigli alla Coldiretti

Spettabile Coldiretti,
ho letto l’ennesimo Vostro comunicato stampa a carattere emergenziale-catastrofico http://www.coldiretti.it/news/Pagine/73—3-febbraio-2016.aspx “Sos nelle fattorie dove sono scomparsi 2 milioni di animali tra mucche, maiali e pecore con il pericolo di estinzione per le razze storiche e lo spopolamento delle aree interne e montane, ma a rischio c’è anche il primato dell’enogastronomia Made in Italy con la dipendenza dall’estero che per carne, salumi, latte formaggi che è vicina al 40%. (…) la scomparsa dell’allevamento italiano che alimenta un comparto economico che vale 17,3 miliardi di euro e rappresenta il 35 per cento dell’intero agroalimentare nazionale con un impatto rilevante anche dal punto di vista occupazionale con circa 800mila persone al lavoro, (…) Nel 2015 secondo lo studio della Coldiretti hanno chiuso circa mille stalle da latte, oltre il 60 per cento delle quali si trovava in montagna, con effetti irreversibili sull’occupazione, sull’economia, sull’ambiente con il venir meno di una attività di presidio indispensabile contro il degrado (…)”.
Proprio a Febbraio di un anno fa, le lamentele erano le stesse: http://icittadiniprimaditutto.blogspot.it/2015/02/fattoria-italia-da-inizio-crisi-persi.html.
La Coldiretti batte ostinatamente sullo stesso chiodo: l’allevamento perde i pezzi. E non capisce che la strada da prendere è un’altra: quella dell’agricoltura, non dell’allevamento. Il consumo di cibo vegetale è in crescita perché è in crescita il numero delle persone che per una scelta etica o salutistica scelgono di non mangiare cibo animale ma la Coldiretti è sorda a tutto ciò si aggrappa a una politica agricola obsoleta che vede nello sfruttamento animale la sua unica risorsa.
A prescindere dalla motivazione etica, che per me resta imprescindibile perché ritengo che nessun animale debba essere mangiato, e da quella salutistica che dovrebbe tutelare un bene preziosissimo che è la salute, ve n’è anche una economica che dovrebbe indurre la Coldiretti a guardare in un’altra direzione.
Riferendosi alla crisi del 1929, Albert Einstein scrisse una profonda riflessione sul concetto di crisi nel libro Il mondo come io lo vedo”(1934). Le sue parole sono uno spunto di riflessione e uno stimolo per chi, in un periodo di difficoltà, non sa come reagire e si ostina ossessivamente ad aggrapparsi a idee e soluzioni passate ma soprattutto sorpassate:  “Non pretendiamo che le cose cambino, se facciamo sempre la stessa cosa. La crisi è la migliore benedizione che può arrivare a persone e Paesi, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dalle difficoltà nello stesso modo che il giorno nasce dalla notte oscura. E’ dalla crisi che nasce l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato. Chi attribuisce alla crisi i propri insuccessi e disagi, inibisce il proprio talento e ha più rispetto dei problemi che delle soluzioni. La vera crisi è la crisi dell’incompetenza. La convenienza delle persone e dei Paesi è di trovare soluzioni e vie d’uscita. Senza crisi non ci sono sfide, e senza sfida la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non ci sono meriti. E’ dalla crisi che affiora il meglio di ciascuno, poiché senza crisi ogni vento è una carezza. Parlare della crisi significa promuoverla e non nominarla vuol dire esaltare il conformismo. Invece di ciò dobbiamo lavorare duro. Terminiamo definitivamente con l’unica crisi che ci minaccia, cioè la tragedia di non voler lottare per superarla”.
E’ necessario rivedere i cardini attorno cui fare ruotare l’economia. Non è semplice ma bisogna decidersi a iniziare perché il futuro del pianeta non è certo assicurato dal consumo di cibo animale, col dispendio di risorse che esso richiede. Soprattutto è in forte crescita una sensibilità che porta a guardare gli animali per ciò che sono veramente: esseri senzienti con il diritto alla vita. Forse si sta aspettando il momento in cui queste persone saranno così numerose da dare il colpo di grazia a questo tragico mercato ma io mi auguro che chi opera nel settore, per esempio la Coldiretti, colga il suggerimento di Einstein e trovi soluzioni che soddisfino il produttore, il consumatore e soprattutto gli animali.

Cordiali saluti.

Paola Re – Tortona
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Sosteniamo e sottoscriviamo la lettera della dott.ssa Paola Re.

Einstein non era proprio l’ultimo balordo arrivato, un grande cervello e un grande cuore, capaci di prevedere e prevenire ciò che è ormai scontato per una buona parte della popolazione mondiale, in via di sviluppo e crescita costante.

Nulla darà la possibilità di sopravvivenza sulla terra quanto l’evoluzione verso una dieta vegetariana.”

Parole sue, che sempre più persone abbracciano e condividono.

Forse è il caso di soffermarsi un attimo, e magari di valutare un’evoluzione della Vostra politica aziendale…
Cordialità.

Serena Ruffilli – Presidente L.I.D.A. Firenze Onlus – www.lidafirenze.it