Forse stavolta i commercianti hanno deciso di muoversi, di non nascondersi e di “comunicare con il mondo esterno”. Era ora!
La vicenda dei tributi pubblicitari è esplosa a dicembre ma solo ora il fungo radioattivo ha iniziato ad espandersi. Sia ben chiaro che ICA applica la legge, la 507 del 1993, segue regolamenti comunali e tariffe deliberate dalla giunta comunale il 29 luglio 2015, ma come si evince dalle considerazioni fatte da avvocati ed esperti, a seguito anche di sentenze di Cassazione, la normative in materia è quantomeno poco chiara, e a tratti interpretabile piu che applicabile.
A fronte di una legge che definirei complessa dovrebbero agire il buon senso e il dialogo, evitando situazioni paradossali come il pagamento di 3.000 euro per una semplice linea rossa a cornice di una scritta di 1,5 mt, o di una lavagnetta con scritto sopra un menù o ancora di diciture come “saletta interna” o pellicole parasole raffiguranti un paio di occhiali ma prive di qualunque marchio (fonte Radio Gold art.22/01/16).
Questi sono solo alcuni casi tra i tanti, e a quanto pare e le conseguenze tragicomiche sono sotto gli occhi di tutti: ogni giorno vediamo gente raschiare le vetrine e smontare insegne.
La legge è legge ma qualche domanda credo sia lecita. Il comune di Alessandria, beneficiario del tributo esclusa la percentuale dovuta al riscossore, è sicuro che non si stia operando con eccesso di zelo?
Il nostro Sindaco vuole davvero una città con vetrine morte e spente?
E sempre il nostro Sindaco così attento (e di questo lo ringraziamo) alle vicende delle aziende partecipate più o meno fallite, dove giornalmente si lotta per mantenere inalterato il livello occupazionale, è cosciente che il settore commercio/artigianato è in coma profondo da qualche anno?
Quanti dipendenti di quei settori in questi anni hanno perso il lavoro, a quanti lo vogliamo ancora far perdere?
Sono migliaia i lavoratori impegnati in questo settore, in un sistema provato da una crisi mondiale e aggravato dalla condizione di dissesto vissuta dalla città. Credo ci si dovrebbe muovere con più cautela quando si parla di tasse.
Il rispetto e l’attenzione per l’intero mondo lavorativo dovrebbe essere sottinteso, ma qui forse si è persa di vista la realtà, forse nessuno ha ben chiaro che oggi per qualcuno, tanti, troppi, sborsare qualche centinaio o migliaio di euro non è più situazione fastidiosa ma semplicemente impossibile. I soldi sono finiti, i negozi e i capannoni vuoti non si contano più eppure per riparare a danni passati si munge sempre la solita mucca. Il latte è finito, e questa volta sembra anche la pazienza.