Il sì alla legge sulle unioni civili per le persone omosessuali, non può trasformarsi né in una legge sul matrimonio omosessuale, né in una legge per garantire figli alle persone omosessuali.
Il 30 gennaio tutti convocati a Roma accanto ad una delle porte del Giubileo della Misericordia, per dire un Si convinto alla famiglia naturale e alla sua specifica natura generativa, un si quindi a favore dei figli e al loro primo e principale diritto di bambini: avere un padre ed una madre, dei fratellini e delle sorelline, e dei nonni.
Già perché la stepchild adoption rende difficile reclamare anche il diritto a sapere chi sono i propri nonni ad avere dei fratelli che sino tali anche sotto l’aspetto biologico per creare con loro un rapporto chiaro e trasparente. Anche la CEI, tramite Mons. Galantino, ha ribadito la sua posizione netta a favore del riconoscimento dei diritti dei bambini ad avere un padre ed una madre. Ha dichiarato esplicitamente che la Chiesa italiana non lascerà soli quanti si batteranno per impedire scelte pasticciate.
La deriva ideologica che sta assumendo quello che inizialmente doveva essere un semplice riconoscimento di diritti delle coppie civili appare ogni giorno più netta e si gioca spesso sul filo della ambiguità. Sul detto e non detto, sulla mutevole interpretazioni di quelle parti della legge che maggiormente potrebbero attrarre il consenso di alcuni, ma la netta diffidenza di altri.
Giovanni Barosini – Alessandria