Viaggio fra le stranezze della politica alessandrina

E’ uno strano viaggio quello che si compie con la fantasia dentro le cose della politica e la sua giunta Rossa offre mille sfaccettature di grigio ….nel senso di sporco.

Difficile parlare di persone che De Luca noto intellettuale presidente in Campania salvato da Renzi, definirebbe “personaggetti”.

Perché ci sta riderne e le prime avvisaglie di umori poco propensi ad osannare i nostri amministratori si avvertono sui social, basta leggere, ma non basta.

Ci sono metodi nel fare politica che non serve definire ideologicamente, ogni persona pensante lo intuisce da sè.

Cosa voglio dire? La giunta Rossa ha “scelto” ben consigliata da Fassiniani e Morandiani di dichiarare il dissesto nel 2012 mi pare, mettendo una pietra tombale su ogni aspettativa di ragionevoli piccoli cambiamenti nello stato presente delle cose già tre anni fa e più. Mai, se non in finti convegni di plastica, è venuta a fare discussioni nel merito del suo operato, a dare idea dei propri progetti, a rendere conto di come erano le possibilità e su cui stava ragionando chi ha il potere di decidere in Alessandria. Questo atteggiamento ci ha ormai abituato a essere informati di avvenimenti importanti solo sui giornali, dai media e quasi sempre a cose avvenute. Il progetto del Meier e del PISU conseguente è forse la prima cosa importante capitata in città.

Progetto derivato dalla vecchia amministrazione Fabbio che in 20 gg aveva demolito il ponte storico contro ogni ragionevolezza anche di eminenti competenze, per non pagare dazio ad eventuale ripetizione di alluvione
(eravamo a luglio) e per favorire chi pressava (Gavio) per costruirlo nuovo. Mille discussioni inutili, ricordo l’unica fatta pubblica dal M5S alla Taglieria, presente l’assessore Ferralasco, che dopo due ore di critiche durissime da parte di una sala piena, disse: va bene ho raccolto molti dubbi e anche io non sono sicuro della sua necessità, ma lo faccio lo stesso perché se qualcuno fa ricorso (leggi Gavio) potrei essere chiamato a rispondere personalmente per aver reso il finanziamento e non aver dato modo di lavorare alla ditta incaricata.
Novello precursore del TTIP europeo e delle clausole capestro segrete in zona UE.

Del PISU se da una parte l’assessore incaricato ha cercato un qualche incontro e discussione sul tema, dall’altra c’era un potere parallelo e intoccabile che ha esautorato lo stesso assessore ed ogni dialogo andando avanti come un treno sulle vecchie idee di cementificazione, di uso del verde vicino alla cittadella per creare parcheggi, per rifare alcune strade e vie ma senza un piano che avesse un obiettivo almeno di prospettiva legato all’opera stessa. Così via Dossena è quello che è, invece del verde e del campo di gioco zona provveditorato abbiamo parcheggi, forse l’unica nota utile a qualche giovane è l’aiuto a Lab 121 e dintorni.

Da un anno e più “per dare finalità“ ad un PAES di Al, fatto da società di consulenza nazionali dell’ANCI, da sempre legate al teleriscaldamento, abbiamo visto proporre e fare da privati il “Concerto al piano” al rione Cristo con qualche variante per fortuna (abolita la centrale a biomassa, ma solo perché dichiarata inquinante da regione e UE). Questo di nuovo in silenzio, mentre facevano fare ad una opposizione “dolce”, la parte del …parliamone, hanno fatto fare investimenti all’ATC con soldi quindi comunali, per efficientare almeno 18 condomini del rione che poi sono stati allacciati alla nuova centrale a gas di Concerto al piano (considerate che gli inquilini ATC pagano forfettariamente le spese e se ne possono fregare di questi cambiamenti ..).

Ovvio che questo è un favore fatto alla ditta esecutrice e gestrice dell’impianto perché ne ha diminuito la potenza necessaria, mentre gli altri condomini allacciati di privati paganti, NON HA AVUTO NESSUN BENEFICIO ECONOMICO da questo oggettivo risparmio, la società Alessandria Calore ha incorporato ogni margine e a detta degli abitanti non c’è stato nessun vantaggio economico fra la precedente gestione e l’attuale, per non dire della sovranità scomparsa per magia con le loro vecchie caldaie.

Devono ancora finire tale progetto per una gestione affidata senza controparte che non una miserabile quota di oneri mentre fra i cittadini serpeggia la diffidenza verso tale proposta.

Non basta, adesso hanno inventato una nuova gara di cui in questi giorni vediamo che hanno partecipato due ditte, a caso da tempo quelle si, in dialogo continuo con l’amministrazione: la IREN (fortemente indebitata e al limite dell’insolvenza) e l’Egea cui i volponi manageriali di casa nostra hanno dato un socio un po’ in conflitto di interessi, l’Amag che essendo una partecipata al 74% del comune sta “ cambiando pelle“. Non state a chiedere se hanno chiesto un parere di questo passo anche ai soci dell’Amag, cioè gli altri 34 comuni dei dintorni la cui quota è carta straccia ora. Il nuovo progetto di teleriscaldamento è quasi al via. I nostri trapezisti comunali risolveranno ogni obiezione, vedrete.

Sì, va bene, la clausola della penale da pagare al proponente esagerata in caso la gara non la vinca Egea/Amag, va bene che gli oneri per la sicurezza sono sbagliati e corretti in corsa, ma sono quisquiglie per questa gente e questi partiti. Con IL Progect Financing ci mettono soldi i privati e non si può cambiare nulla. Il bello è qui, nessuno ha spiegato tecnicamente cosa significa il teleriscaldamento, nessuno ha fatto neppure cenno a possibili alternative di uso dell’energia che ormai le tecnologie permettono. Persino Lega Ambiente associazione ambientalista accreditata e usata dal comune per consulenze, non ha solo detto la sua avversità a questo progetto di teleriscaldamento che inquina di più delle stesse caldaiette che si vorrebbe sostituire ma che Il progetto del promotore EGEA SpA non ha questi requisiti, e non è pertanto stato corretto riconoscergli la qualifica di “pubblica utilità”, e porlo tale e quale alla base del bando.

Per questo le associazioni ambientaliste Pronatura, Anpana, Italia Nostra, Lega Ambiente, Alessandria Attiva e anche il comitato “Teleriscaldamento e sue alternative“ della Consulta hanno fatto diversi incontri con i soliti assessori resi di fatto inutili perché nessuno dei punti presentati (10) per salvaguardare i cittadini (stante l’avversità verso il progetto) è stato accolto e al fiume di parole ne seguivano altre ….

Adesso però hanno un altro problema devono convincere oltre 27.000 proprietari di immobili concretamente ad accettare di collegarsi ai loro 54 km di rete e a rinunciare ad ogni futura potestà o diverso uso dell’energia in Alessandria. Qui problemi ne avranno certamente, perché chiunque voglia informarsi davvero può avere notizia di cosa questa servitù rappresenta, nell’affidarsi alle energie fossili nel paese del sole.

Andiamo avanti negli accenni alle varie idee presenti e future dell’amministrazione, buttando un occhio alla situazione partecipate.

Il salto della quaglia con tre amici di partito di cui almeno fino ad ora mai poteva essere attribuita una competenza nel tema energia entrati come dirigenti ad amministrare “l’unico“ impiegato di Alegas è un bel biglietto di cambiamento. Cioè, siamo passati da Fabbio, che via telefono dava ordine all’Amag di procurargli rose, panchine, giochi per bambini, ecc, creando un buco di milioni di euro, senza neppure passare per i suoi assessorati,come certificato dalla Commissione di controllo, alla Rossa che dichiara: poiché non ci sono soldi il comune va inteso come una holding manageriale e quindi …non disturbate il conducente con domande inopportune.

Stanno costruendo un cartello intrecciato di affari, del resto segue la demolizione fatta dal mostro di Firenze dello stato sociale, cui ogni giorno in termini di lavoro, sanità, giustizia, sicurezza, ecc, i cittadini lasciano oboli senza aver voce in capitolo. Altro che lo stato amico, l’istituzione vicina, l’ascolto e la partecipazione, quelle sono idee per gonzi che continuano a votarli facendo Karakiri senza esserne coscienti. Sarà per questo che il can can mediatico, anche sui social, fatto sul progetto di partecipazione democratica in Alessandria non prevede concretamente niente per favorirla, dopo l’abrogazione per decreto nazionale dei consigli di quartiere (che già non erano il massimo, ma la piccola brutta copia dei consigli comunali).

Sarà per questa holding che ci misuriamo con una magnifica ideona della leonessa nostrana di un …nuovo ospedale (robetta da circa 500 mln di euro) senza fare una vera analisi dei problemi e delle necessità della sanità cittadina così che tutte le situazioni senza essere risolte verranno semplicemente trasferite dai vecchi muri ai nuovi, ma nel frattempo qualche amico riconoscente avrà incassato l’appalto. Ma non solo, perché chi fa un’opera così e non sono molti ad averne la possibilità finanziaria, non fa beneficienza, ma predispone, di nuovo con il Project Financing caro a Renzi, le cose per mettere le sue mani sul pacchetto di utenti e servizi necessari a mantenerlo.

Anche gli assist cercati sulla logistica, le attenzioni interregionali sulle ferrovie, senza prendere nette posizioni sull’indifendibile progetto del Terzo Valico che drena 6,2 miliardi di soldi nostri in un’opera inutile e distruttiva mentre il territorio rimane a rischio idrogeologico. Persino i silenzi parlano, ad esempio sul tema rifiuti cui Egea entrando sul Teleriscaldamento con Amag titolare del servizio presto dirà nei fatti il suo criterio di raccolta e smaltimento, ma tranquilli rifiuti significa business, quindi state collegati presto ci riveleranno (come il classico anziano ai giardini con l’impermeabile ….)

Non ho soluzioni semplici, se non …prima di tutto mandiamoli a casa, ma serve un processo di reset del pensiero, fra tutti. Il mugugno non basta più, bisogna entrare nei meccanismi per incepparli o questa idea complessiva di mercato (bello e utile secondo alcuni interessati ovvio), dove le idee sono importanti, non la gente, dove la socialità è un costo da abolire per decreto, dove il lavoro è importante e non il reddito, dove il commercio delle cose inutili continua a creare miti e povertà.

Che mondo vogliamo? Questa idea folle di essere rappresentati per delega e non dire mai, non avendo strutturalmente luoghi e occasioni allo scopo, nulla che non sia già interpretato per sentito dire dai media che questa gente paga con soldi pubblici (un mese fa Renzi ha dato circa 120 mln di euro all’editoria) per avere una realtà a loro somiglianza e per salvarsi da ogni critica.
Gianni Gatti – Alessandria