USB: “Per difendere i propri diritti i lavoratori devono tornare a lottare in prima persona”

Usb nuovaSiamo abituati a vederli su cento barricate, e a leggere le loro prese di posizione sempre molto critiche nei confronti del ‘sistema’,come anche dei sindacati tradizionali.

USB sta per Unione Sindacale di Base, ed è una realtà che da alcuni anni (“ma arriviamo da più lontano, e da diverse metamorfosi: il mondo del lavoro evolve rapidamente, ed occorre evolvere in parallelo, per saper rispondere ai nuovi bisogni”) opera sul fronte pubblico come su quello privato, e che anche nell’alessandrino sta cercando di radicarsi in molte realtà, pur senza negare oggettive difficoltà: “in provincia riscontriamo molte più difficoltà rispetto alle aree metropolitane – spiega Giovanni Maccarino, segretario provinciale di USB -, dove invece interi blocchi di lavoratori già si sono staccati dai tre sindacati più noti, per aderire al nostro. Qui, inutile girarci attorno, c’è un clima più ‘vischioso’ e scivoloso, fatto di intrecci e di paure, per cui magari ti cercano per seMaccarinognalare abusi e situazioni critiche, ma poi hanno paura ad esporsi. Un esempio classico è il comune di Alessandria: lì alle ultime elezioni per le Rsu abbiamo preso 52 voti, nel segreto dell’urna: eppure i nostri iscritti ufficiali a Palazzo Rosso sono solo una trentina”.

Molto peggio, peraltro, va nel vicino Palazzo Ghilini, “dove abbiamo perso di recente un paio di rappresentanti, uno per pensionamento e un altro per scelte diverse, e ora ci ritroviamo a seguire la delicatissima questione del futuro dei dipendenti dell’ente purtroppo solo dall’esterno”. Stessa situazione in Amag, mentre in Atm esiste una piccola ma agguerrita pattuglia di iscritti USB, che fa capo a Elio Iadanza (“ex Uil”).

Atm autobusPartiamo, nella nostra chiacchierata, proprio dalla delicata situazione dell’azienda alessandrina di trasporto su gomma, alle prese in queste settimane con una situazione delicatissima: con un cda ormai dimessosi, e in viaggio verso la prossima assemblea straordinaria dei soci prevista per fine novembre, che dovrebbe aprire la strada ad un percorso di salvataggio dell’azienda, passando attraverso ‘le forche caudine’ del tribunale. “Il trasporto pubblico è un servizio essenziale e obbligatorio – sottolinea Iadanza -, anche se della sua qualità ad Alessandria per decenni è importato poco a tanti, e per decenni. Oggi purtroppo sia la clientela che i dipendenti di ATM raccolgono i frutti di tante pessime gestioni. Cermelli e Bressan, in questi ultimi tre anni, hanno fatto quel che potevano, ma la frittata era fatta. Ora il percorso di concordato preventivo con assuntore ci sembra una strada obbligata. Come USB abbiamo all’interno 7-8 iscritti, e cercheremo comunque di batterci perché i diritti di tutti i dipendenti siano rispettati, senza soluzioni traumatiche per nessuno. Ovviamente occorre pensare però anche al futuro dell’azienda, e alla qualità del servizio”.

Decisamente meno diplomatico, e con toni più ‘da battaglia’ il delegato Rsu di USB aStornini Palazzo Rosso, Nicola Stornini: “Il clima è pessimo, il malumore diffuso, e noi siamo visti come ‘il fumo negli occhi’ dall’amministrazione, perché ci permettiamo di dire le cose come stanno. Faccio esempi concreti: 2 nuove posizioni organizzative da inizio anno, e altre 6 da novembre, tutti ad amici o amici degli amici. Ossia 80 mila euro in più che potevano essere destinati, per dirne una, alla manutenzione delle strade. Mi occupo del settore, come operaio, e ne so qualcosa: e lo sanno anche gli alessandrini, che soprattutto in periferia ogni giorno rischiano l’osso del collo. Ma vogliamo parlare del caso dell’avvocatura dell’ente? Quattro avvocati interni che hanno pure vinto la causa per vedere riconosciuti i loro diritti, e intanto il comune si affida a consulenti esterni: se vi sembra normale…”

UsbMa è Maccarino a provare ad inquadrare la realtà alessandrina, pubblica e privata, in un contesto più ampio: “Purtroppo quello che sta succedendo, a livello europeo come italiano, appare evidente a chiunque voglia vederlo: una drastica e drammatica riduzione dei diritti dei lavoratori, e persino dello spazio di confronto e contrattazione. Michelin che annuncia ai sindacati confederali i tagli in Italia in contemporanea all’invio della comunicazione ai media è la dimostrazione lampante di quanto poco quei soggetti sindacali oggi pesino, e siano in grado di rappresentare davvero i lavoratori. Del resto questo è il risultato di scelte sbagliate di lungo periodo, di decenni di accettazione passiva, da parte del sindacato tradizionale, di regole e scelte imposte dalla controparte, e mai oggetto di vera contrapposizione. USB ci prova: non possiamo dire di avere un ruolo centrale, perché soprattutto nella nostra provincia scontiamo un ostracismo a tutti i livelli, e un’atavica paura dei lavoratori ad uscire allo scoperto, a prendere posizione apertamente. Ci contattano e chiedono aiuto in privato, ma poi per tanti motivi preferiscono non iscriversi. Poi soprattutto c’è il dramma dei giovani, con cui ormai intendiamo tutti coloro che hanno meno di quarant’anni, e che il lavoro tutelato e garantito non hanno mai saputo cosa fosse. Quando lavori a chiamata, o con contatti ‘capestro’, magari abbelliti dallo slang anglofobo del nostro premer, dal jobs act in giù, è chiaro che perdi anche la fiducia in ogni forma di rappresentanza. Eppure senza rappresentanza collettiva il lavoratore è solo merce, carne da macello: speriamo che in tanti comincino a rendersene conto, e a comportarsi di conseguenza”.

Ettore Grassano