Di Filippo (M5S): “Ad Alessandria è fallito un sistema: per responsabilità della politica, e di dirigenti inamovibili”. Presentata in consiglio comunale la relazione finale su Atm

Di Filippo nuova“Non solo io, ma quasi tutti i membri della commissione saremmo ben lieti di continuare l’opera: esaminando anche la situazione di Aspal, rimasta fuori dall’indagine per motivi di tempo, e soprattutto dedicandoci agli ultimi 3 anni di gestione delle partecipate, dal momento che la nostra attività si è occupata solo del quinquennio Fabbio”.
Sono già passati quasi due anni fa da quando il consigliere comunale Domenico Di Filippo (Mimmo per gli amici, e per i tanti attivisti del Movimento 5 Stelle di Alessandria) ci illustrò le attività, e anche le difficoltà operative, della commissione ‘temporanea e speciale sull’attività delle società Partecipate” di Palazzo Rosso, da lui stesso presieduta. Lo scorso 30 settembre il mandato (annuale, e rinnovato 2 volte, per complessivi 3 anni di attività) è scaduto, e ieri in consiglio comunale Di Filippo ha non solo presentato la relazione finale su Atm (senza che si sia sviluppato alcun dibattito, peraltro: “Anzi, il presidente del consiglio Mazzoni ad un certo punto ha anche pensato bene di togliermi la parola”), ma ha anche espresso giudizi severi, “da cittadino di Alessandria, prima ancora che da militante e attivista a 5 Stelle: quello che è emerso, dai numeri e con approvazione di tutti i membri di commissione, di ogni orientamento, è un sistema fatto di scelte spesso senza criterio, con sperpero di denaro dei contribuenti, e con una ragnatela di relazioni personali, famigliari, amicali che devono finire”. Lo ripete due volte Di Filippo, scandendo le sillabe: “Questo sistema è al ca-po-li-nea!”

Naturalmente sa bene, l’esponente dei 5 Stelle, che ad Alessandria la campagna elettorale del 2017 è già praticamente cominciata, e non si sottrae al clima, anzi.
Cerchiamo però, prima di tutto, di farci raccontare qual è stata l’attività della commissione, a partire proprio da quella Atm che è stata l’ultima partecipata ‘analizzata’, e che proprio in queste settimane è sotto tutti i riflettori, con alle porte un percorso quanto mai accidentato, e pieno di punti interrogativi.

 

Consigliere Di Filippo, da oggi non possiamo più chiamarla Presidente..Comune Alessandria 3
(sorride divertito, ndr) Ma chiamatemi Mimmo, chiamatemi come volete: l’importante è che gli alessandrini si rendano conto del lavoro enorme, mastodontico e mai svolto prima, portato avanti da questa commissione (ricordiamone tutti i membri, ndr: Erik Barone, Simone Annaratone, Emanuele Locci, Cesare Miraglia, Renzo Penna, Maurizio Sciaudone), lavorando solo su numeri, dati, audizioni, e senza nessuna tesi precostituita. Abbiamo audito decine e decine di amministratori, ex amministratori, tecnici, dirigenti, funzionari, e personalmente ho lavorato spesso fino a tarda sera per cercare di non lasciare nulla di intentato, e per cercare di capire.

E cosa è emerso?
Una gestione davvero emblematica, ma in negativo, del modo di intendere le aziende a partecipazione pubblica. Scarsissima attenzione alla creazione di valore (per i cittadini), e la tendenza pressochè costante ad utilizzare queste realtà con assoluta disinvoltura, con progetti scriteriati e assunzioni spesso inutili, e scarsamente trasparenti, e una serie di intrecci spaventosi, di tipo famigliare, partitico, personale.

 

Fabbio Piercarlo nuovaPerché però limitarsi al quinquennio Fabbio? Così la commissione non rischia di essere piegata ad interessi di parte, ai limiti della propaganda?
Noi infatti saremmo tutti assolutamente disponibili a proseguire, se il consiglio comunale ci delegasse a farlo. Temo però che, ad un anno e mezzo dal voto, non sia questa l’intenzione dell’attuale maggioranza.

Ci faccia un paio di nomi di chi si è rifiutato di collaborare: accettare di incontrarvi ed essere ‘interrogati’ non era certamente un obbligo di legge…
No, infatti. C’è stato chi si è rifiutato, come l’ex amministratore delegato di Amag, Lorenzo Repetto, o il deus ex machina della filiera dei rifiuti di qualche anno fa, Piercarlo Bocchio. Ma questo era quasi prevedibile: personalmente mi colpì molto di più, quando nel 2012 il Movimento 5 Stelle chiese una commissione speciale per Amag (che poi si decise di estendere a tutte le partecipate: credo che ci fosse chi sperava che, allargando il tiro, ci ‘impantanassimo’, ma non è successo), la strenua opposizione di figure come il consigliere Marica Barrera, oggi assessore. Poiché la Barrera arrivava dall’Italia dei Valori, la cosa mi stupì molto.

 

Parliamo di Atm: come ha fatto a ridursi così?Atm autobus
Mancati trasferimenti da parte di chi avrebbe dovuto, dalla regione al comune. E anche scelte folli, assunzioni senza senso, operazioni scriteriate come il parcheggio di via Parma, che è un ‘buco nero’ su cui gli alessandrini pagheranno mutui elevatissimi per una struttura realizzata davvero ‘coi piedi’, per non dire di peggio. Guarda caso, tra l’altro, dallo stesso gruppo Gavio che ha realizzato il ponte Meier, per il quale rimaniamo in attesa di capire molte cose: dai tempi di apertura, ai costi di manutenzione che nessuno sembra conoscere. Ma vogliamo parlare del bike sharing, mai attivato e per il quale si sono spesi centinaia di migliaia di euro? Atm in realtà era fallita già nel 2010, e tutti hanno taciuto: centro destra, e centro sinistra.

 

Fassino PieroMa il servizio pubblico su gomma ce l’hanno tutte le città, è essenziale e obbligatorio. Come se ne esce? Si è parlato di Gtt, la società del comune di Torino, viste le ‘affinità’ fassiniane, diciamo così..
Come se ne esce ce lo dica la maggioranza: se intendono ricapitalizzare, e come, con quale progetto. Di Gtt ho parlato con i colleghi torinesi, gli ottimi consiglieri comunali Bertola e Appendino: anche là non hanno neanche gli occhi per piangere, se investiranno soldi veri su Alessandria lo vedremo. Anche questa logica di costruire scatole sempre più grandi, e piene di debiti, è fallimentare. Prima o poi tutto implode, e ormai ci siamo.

In questi tre anni vi siete occupati anche di Amag, anzi da lì siete partiti.Amag sede alessandria E poi della filiera dei rifiuti. Aral finirà anch’essa ‘in pancia’ alla Grande Amag? E anche qui arriveranno poi i soliti noti ‘di area’, e ne faranno un sol boccone?
Intanto in questi giorni abbiamo letto di un incontro riservato tra il sindaco Rossa e i vertici di A2A, e saremmo lieti di sapere se c’è un progetto, e quale. L’obiettivo finale di qualche grande player del settore rifiuti sarà mica costruire nell’alessandrino un bell’inceneritore? Intanto faccio presente che già oggi Aral fa tornare i conti grazie ai rifiuti in arrivo da Genova, di cui siamo diventati la pattumiera. E agli alessandrini va detto chiaramente che, tra pochi anni, esaurita l’attuale discarica di Solero, non troveremo altri comuni disposti a rischiare. Per cui si riparlerà di discarica sul nostro territorio. Dove? Al Cristo, o magari in Fraschetta, in un’area così martoriata?
Per quanto riguarda Amag, credo che il vero snodo sarà la gara per le reti, che non ci sarà prima di un anno, o forse più…

 

Berlusconi-e-Renzi1In quel momento, potremmo essere in piena campagna elettorale Di Filippo. Che per certi versi è già cominciata, e voi 5 Stelle, sull’onda dei misfatti di Roma e Milano, sembrate avere il vento in poppa?
In Italia è fallito un sistema, e alla finta contrapposizione tra centro destra e centro sinistra non crede più nessuno. Renzi e Berlusconi vanno a braccetto, lo vedono tutti. E sui territori i rapporti ‘impuri’ sono anche più forti, ad Alessandria ne sappiamo qualcosa. Noi, come nel nostro dna, partecipiamo, e chiediamo a tutti i cittadini di farlo, ognuno per le proprie competenze. Il nostro programma elettorale sta prendendo forma così, settimana dopo settimana, con i gruppi di lavoro, e la partecipazione dei cittadini.

 

La retorica dei 5 Stelle armata Brancaleone, che se vincono poi non sanno amministrare neanche un condominio, è solo propaganda?
(sorride, ndr) Abbiamo con noi avvocati, commercialisti, esperti di bilanci, architetti, ingegneri. A parte che, vedendo come questa città viene amministrata da decenni, viene da chiedersi se le competenze c’erano e ci sono, e a vantaggio di chi sono state usate. Guardi, io sono nonno da poco, e penso che mio nipote, appena nato, ha già un debito di oltre 2.200 euro solo col comune di alessandria lievitato ancora e parecchio negli ultimi tre anni, grazie alla giunta Rossa. Che ha indebitato la cittadinanza per i prossimi trent’anni, e dice di avere salvato Alessandria.

 

Di Filippo, lei parla già da candidato sindaco: lo sa vero?Catalfo
Il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle lo sceglieranno gli attivisti, e nessun altro, ovviamente tra coloro che daranno la loro disponibilità. E sarà una conseguenza naturale del programma a cui in tanti stiamo lavorando. Personalmente, se decidessi di dar retta a mia moglie me ne guarderei bene, perché già oggi passo serate e nottate a studiare, anziché in famiglia con figli e nipoti. Diciamo che potrei candidarmi solo se avvertissi il rischio di personaggi che arrivano all’ultimo, e cercano di prendersi il movimento. Trovo naturale invece che chi ha acquisito competenze, come la nostra Chiara Appendino a Torino ad esempio, si impegni personalmente per cambiare le cose. Intanto, il prossimo 14 novembre, terremo una grande serata sul tema del reddito di cittadinanza, con la partecipazione di Nunzia Catalfo (nella foto), nostro senatore e prima firmataria della proposta. E’ stata la stessa Nunzia, l’altro giorno al telefono, a ricordarmi che partimmo col progetto proprio da Alessandria, un anno e mezzo fa, e che fu una serata di grande impatto.

Ultimo tema Di Filippo. Movimento 5 Stelle sempre in corsa in splendida solitudine, contro tutti? Possibile che chiunque abbia avuto una militanza politica pregressa, altrove, sia per voi un ‘appestato’?
Ovviamente non è un appestato, e neppure un colluso. Però chi ha già fatto politica altrove, per poi chiudere ogni rapporto, se crede può avvicinarsi al movimento, e mettere a disposizione le sue competenze all’interno dei gruppi di lavoro. Candidarsi per ruoli politici attivi no: così chi lo fa, come il sottoscritto, deve essere chiaro che può candidarsi per soli due mandati. Poi torna nei ranghi, e mette quel che ha imparato a disposizione degli altri, come cittadino. Ma c’è un altro aspetto importante: il Movimento 5 Stelle non dice no ad alleanze con liste civiche di cittadini, tutt’altro. Ovviamente non devono essere liste ‘civetta’ dei partiti, che ogni volta spuntano come funghi. Ma quelle ad identificarle ci vuole davvero poco.

Ettore Grassano