A cosa serve una commissione speciale, cosa fa concretamente e con quali risultati? Nella ferma convinzione che la gran parte degli alessandrini ancora ignori la stessa esistenza della commissione ‘temporanea e speciale sull’attività delle società Partecipate” attiva a Palazzo Rosso da più di un anno, e ancor più non ne colga a fondo le differenze rispetto agli altri strumenti ‘ordinari’ di gestione dell’ente, abbiamo chiesto a Domenico Di Filippo, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle e presidente della commissione stessa, di raccontarci un po’ meglio il suo funzionamento. E a che punto siamo dei lavori. Ma è impossibile, con Di Filippo, non provare anche a fare il punto sulla situazione complessiva di Palazzo Rosso, con un cenno al movimento ‘dei forconi” con cui ci si sta confrontando in questi giorni, a livello nazionale e locale.
Presidente Di Filippo, la commissione speciale sulle Partecipate del comune di Alessandria è ancora attiva? E a che punto sono i lavori?
Altro che attiva: completato il capitolo Amag, siamo alle prese con Aral, e con l’intero ciclo dei rifiuti. Poi, anche se i tempi sono ancora incerti, ci dedicheremo ad Atm: e sono tutte realtà meritevoli di approfondimenti seri, mi creda….
Facciamo un passo indietro allora: come e perché è nata questa commissione, e come lavora?
Semplicemente, quando si insediò l’attuale consiglio comunale, il Movimento 5 Stelle chiese una specifica commissione d’indagine su Amag, la famosa ‘cassaforte’ di Palazzo Rosso, rispetto alla quale c’era sentore che molti aspetti fossero quanto meno poco chiari. Il consiglio comunale prima ‘nicchiò’, poi acconsentì, ma decidendo di allargare il percorso all’analisi dell’attività di tutte le partecipate. A noi, francamente, parve il classico tentativo di estendere l’analisi, per renderla in qualche modo anche più dispersiva, meno stringente. Però non potevamo che accettare, essendo minoranza. Ma abbiamo chiesto e ottenuto la presidenza.
E da allora, concretamente, cosa avete fatto e cosa fate?
Innanzitutto, chi sono i membri: oltre al sottoscritto, ne fanno parte (e sono membri non sostituibili, a meno di dimissioni: non è che se uno non può partecipare manda un collega di partito, insomma) Renzo Penna, Emanuele Locci, Cesare Miraglia, Eric Barone, Gianni Barosini, Giancarlo Cattaneo. Quest’ultimo è stato recentemente nominato vice sindaco, e dovrà quindi essere al più presto sostituito. Ci riuniamo una volta alla settimana, in genere il giovedì.
Un bel gruppo interdisciplinare: ma riuscite a darci dentro in modo omogeneo? C’è amalgama?
(sorride, ndr) Non nego che personalmente mi sto facendo un discreto ‘mazzo’, ma francamente anche gli altri ci danno dentro. C’è davvero una valanga di materiali da studiare, analizzare, comparare. Per poi passare alle audizioni dei principali personaggi coinvolti, e infine preparare una relazione da presentare al consiglio comunale.
E’ vero che i risultati sono sottoposti a segretezza?
Sì, nel senso che io, o altri, non possiamo renderli noti all’esterno in corso d’opera, né a mezzo intervista né per altra strada. Naturalmente l’obiettivo ultimo della commissione è quello di portare alla luce tutto ciò che magari è ancora poco chiaro, o nella penombra. Però possiamo farlo soltanto attraverso il canale istituzionale del consiglio comunale.
Un bel limite, per un presidente targato 5 Stelle, che ha nel suo dna l’essere un cittadino comune, e non un inquilino del Palazzo…
Ma l’importante è che ad un certo punto la gran mole di dati, e di evidenze, venga portata a conoscenza dei cittadini. Come è stato fatto per Amag, attraverso il libro bianco e la relazione finale, entrambi consultabili sul sito del Movimento 5 Stelle. E’ una lettura interessante, che consiglio a tutti. Perché emerge come, oltre ad una serie di voci di spese assai opinabili, la struttura stessa del gruppo Amag sia curiosa. Ripeto, curiosa, che non vuol dire illegale: però insomma l’impressione è che, al di là della capogruppo, le altre siano scatole vuote, ma con tanto di loro cda. E soprattutto esiste una struttura di controllo piramidale, per cui c’è una sola figura interna dotata di ampi poteri, e che rende conto non all’azionista di maggioranza (il comune di Alessandria), ma direttamente al sindaco. Per questo come 5 Stelle abbiamo chiesto (ma anche una legge del governo Monti è andata in parallelo in quella direzione) che sia garantito un maggior controllo da parte del consiglio comunale: su Amag, come sulle altre partecipate?
E come, consigliere Di Filippo?
Attraverso la modifica di regolamento e statuto comunale. Mi rendo conto che possono sembrare passaggi tecnici, e un po’ noiosi, ma sono invece procedure essenziali per arrivare ad un regime di assoluta trasparenza. Il segretario comunale ha espresso parere positivo, ora si tratta di convocare una riunione anche della commissione Affari Istituzionali. Noi vorremmo arrivare, già in riferimento al 2013, all’elaborazione anche di un bilancio consolidato, che tenga conto della reale situazione di tutte le partecipate. Così non si scappa insomma, e non si possono più tentare artifici o giochetti.
Ora siete al lavoro su Aral?
Sì, ed è situazione altrettanto intricata e delicata, anche se non posso entrare nel merito dei contenuti, in questa fase. Siamo però alla fase delle audizioni, e quindi tra non molte settimane dovremmo poter trarre le dovute conclusioni, da presentare al consiglio comunale. Diciamo che, occupandoci di Aral (quindi della partecipata deputata allo smaltimento rifiuti) è stato necessario guardare all’intera filiera del ciclo dei rifiuti: quindi Amiu, e Consorzio di Bacino. Un lavoro molto corposo, di analisi di tutti gli atti ufficiali di Aral dal 2007 ad oggi, ma anche in parte degli altri due soggetti.
Una faccenda delicata e costosa per gli alessandrini quella dei rifiuti. Avete già incontrato il direttore di Aral, Piercarlo Bocchio, da lunghissimo tempo deus ex machina del comparto, con diverse amministrazioni comunali, tra cui anche quella attuale?
Non ancora, ma sarà uno dei prossimi passi indispensabili. Non mi faccia dire di più. La questione rifiuti in realtà non dovrebbe essere così complicata, perché si tratta di un servizio, dalla raccolta allo smaltimento, completamente pagato dai cittadini attraverso bollette sempre più ‘salate’. La vicenda ad Alessandria si è complicata per una serie di scelte, e in particolare perché il comune di Alessandria nel 2010 (imitato ad un certo punto anche da Valenza) decise di incaricarsi direttamente della riscossione delle bollette. Con tutte le conseguenze note, in termini di mancati trasferimenti delle risorse ad Amiu, in particolare, ma anche agli altri soggetti della filiera.
Peraltro, presidente Di Filippo, le criticità alessandrine del comparto rifiuti andranno ad ‘incrociarsi’, prima o poi, con la riorganizzazione della filiera, e la nascita degli Ambiti: che per quanto ci riguarda dovrebbe essere uno solo, per le due province di Alessandria e Asti.
(ci guarda in silenzio, e sospira) Mah….vedremo se e come la riforma sarà realizzata: ci sono tanti modi di fare le riforme, non tutti efficaci. In Italia siamo campioni delle riforme nominalistiche: creo un ambito, faccio i sottoambiti, lascio il potere e le decisioni in mano ai soliti noti, e il gioco è fatto. Ripeto: vedremo, e ci faremo sentire.
E Atm?
Quello sarà il capitolo di analisi successivo, l’ultimo grande filone. Ma prima fateci chiudere quello dei rifiuti: non ci vorrà molto, spero. E anche qui racconteremo una storia interessante: l’importante naturalmente è che agli alessandrini interessi, e che abbiano voglia di esserci, di partecipare. A me pare di sì….
Ma adesso ci sono anche i Forconi in campo Di Filippo: non è che perderete la leadership della protesta?
Noi con i Forconi non c’entriamo nulla, ma certamente non abbiamo l’esclusiva della protesta. Però, mi creda, se si andasse a votare, i 5 Stelle oggi sarebbe il partito di maggioranza nel Paese: è per questo che fingono di litigare, ma tengono duro, e cercano di inventarsi qualsiasi via d’uscita. Ma non basterà: gli italiani di questi partiti, e di chi li rappresenta da sempre, non ne possono davvero più.
Ettore Grassano