Serve ancora votare, ora che comanda Lui? [Controvento]

Renzi 10di Ettore Grassano

 

Ai più attenti di voi certamente non sarà sfuggita, domenica scorsa su La Stampa, l’intervista al prof. Arturo Parisi, già tra i padri costituenti dell’Ulivo, ministro della Difesa con Prodi e molto altro. Parisi è un intellettuale serio, moderato, riflessivo. Non certo un rivoluzionario, o un uomo da barricate. Eppure, a fronte della deriva renziana del Partito degli Onesti (al quale non ho idea se ancora sia iscritto, peraltro) esprime concetti pesantisissimi.

Dice Parisi, in merito alle dichiarazioni del premier Renzi sull’abolizione delleParisi Arturo Primarie: “Se è per quello si può fare a meno anche delle elezioni ufficiali, le “secondarie”, e quindi della democrazia: quasi tutte le obiezioni avanzate contro le semifinali possono essere usate anche contro le elezioni finali”.

E poi aggiunge: “Ho annusato l’idea che, almeno per l’anno prossimo, e almeno a Roma, le elezioni potrebbero essere rinviate: sarebbe scorretto istituzionalmente e rischioso politicamente”.

Ovviamente questa è l’opinione di Parisi, non il Vangelo. Ma come si fa a non ridere (e, per i pochi ancora appassionati di democrazia, anche a non preoccuparsi) di fronte alle affermazioni di Renzi? In sostanza, diceva il ganzetto toscano fino a pochi giorni fa, ora che comando io che bisogno c’è ancora di primarie? Decido io chi si candida a sindaco di Roma, o di Milano, o di Torino, così come decido io i 100 capolista eletti d’ufficio alle prossime elezioni politiche. Sottintendendo: così è tutto molto più semplice, si evitano consultazioni che coinvolgerebbero milioni di persone, caos, spreco di tempo e di denaro. Per non dire poi del confronto dialettico interno al Partito, che genera solo fastidio nell’elettorato. La gente non ne può più di certe manfrine, vuole qualcuno che si assuma la responsabilità, decida, risolva….

Ma questi ragionamenti a voi non sembra di averli già sentiti rimbalzare, in Italia? Ma no, non mi riferisco a Berlusconi dai, e men che meno a Craxi (un gigante rispetto a Renzi, e a tutti questi personaggi che ci propinano oggi come salvatori di una patria in disarmo). Dico un po’ più in là, quasi un secolo fa oramai. Ci arrivare da soli, vero?

Per carità: verissimo che domenica sera, ospite di uno dei suoi speaker di fiducia, l’insopportabile finto buono Fazio, Renzi ha subito rivoltato la frittata, annunciando primarie a Roma, e forse pure altrove.  Quindi non resta che attendere le sue nuove esternazioni dei prossimi giorni.

Comunque Parisi dice ‘occhio ragazzi’, che questo qui non ha nessuna voglia di far votare i romani nel 2016. E ti credo, visto che i sondaggi veri (pare un po’ diversi da quelli che vengono diffusi ufficialmente) parlano di un Movimento 5 Stelle primo partito con percentuali bulgare, e di una Lega Nord al 20% nella capitale, dove mai prima d’ora si è presentata. Ci pensate che comiche, se si arrivasse al ballottaggio tra grillini e leghisti, con il Partito degli Onesti fermo al palo?

Quello sì che sarebbe un attentato alla democrazia, da stracciarsi le vesti e tornare nelle piazze a cantare Bella Ciao, per il popolo e con il popolo.

Quindi, per non rischiare di mettere a rischio, la nostra preziosa democrazia, meglio d’ora in poi autorizzare le elezioni (a Roma, e poi via via altrove) solo quando si è certi di un risultato da Paese civile, maturo e democratico. O no?

 
Marino IgnazioPs: Lungi da me difendere Marino, ma non trovate stucchevole anche tutto questo eroismo mediatico contro il potente caduto in disgrazia? Scopriamo ora che fu chirurgo modesto, cacciato perchè gonfiava i rimborsi. Addirittura che l’uomo non ha un briciolo di stile, e indossa scarpe imbarazzanti, e che è “un uomo piccolo piccolo”.  Ma queste cose, un mese fa, voi le leggevate da qualche parte? Bel problema anche questo, di un sistema di media sistematicamente lanciati in soccorso del vincitore, e pronti a bastonare chi perde. Un mestieraccio, fatto così: altro che sempre meglio che lavorare…