Lavagno: “Sono preoccupato per il futuro della sanità casalese”. Saitta replica: “Hanno inventato i telefoni, poteva chiamarmi”

Lavagno 2Si intitola Lettera a Chiamparino e Saitta sulla sanità casalese, e sul suo blog personale il parlamentare casalese Fabio Lavagno (oggi Pd, eletto nelle liste di Sel) la presenta così: “Ho voluto riportare le preoccupazioni relative alla sanità casalese al Presidente Chiamparino e all’Assessore Saitta, destinatari di una mia lettera che invita ad un serrato confronto su questi temi.
Le preoccupazioni e il senso di smarrimento relative, in particolare al futuro dell’Ospedale Santo Spirito, mi sono state riportate in forma piuttosto diffusa da amministratori, operatori sanitari e cittadini.
Ritengo apprezzabile il secondo comunicato diffuso la scorsa settimana da parte dell’Assessore alla Sanità, perché in attesa di essere “tradotto” in atti da parte dell’ASL, richiama ad una specificità sul reparto oncologico. Non posso non sottolineare, però, come questo non sia che un aspetto che investe il futuro del presidio ospedaliero di Casale, classificato oggi come DEA di I livello, ma che per essere mantenuto con questo ruolo nei prossimi anni, necessita di adeguate scelte aziendali anche riferite alle politiche sul personale.
Sono convinto che solo un serio confronto con le Amministrazioni locali possa invertire la tendenza che al termine “riorganizzazione” si associ l’idea di un impoverimento dei servizi e delle prestazioni”.

La lettera in questione, su carta intestata della Camera dei Deputati, la potete leggereChiamparino Saitta qui, e ha suscitato, in un partito che sempre meno pare tollerare il dissenso interno (Renzi docet), la reazione un po’ scomposta dell’assessore regionale alla Sanità Saitta, che dichiara tra l’altro “Mi rammarica constatare che ci sia qualcuno che strumentalizzando le questioni, vuole alzare i toni, gettare discredito sull’operato della Giunta finendo solo per spaventare i cittadini e gettare discredito sulla sanità casalese“, e ancora, con ironia non particolarmente raffinata, “Le ricordo che quando ci si vuole davvero parlare non si scrivono lettere aperte, ma si possono utilizzare strumenti di recente invenzione noti come ‘telefoni’. Le garantisco che tali strumenti funzionano e ci consentono contatti quotidiani, costanti e puntuali, indispensabili per comprendere ed affrontare i problemi man mano che emergono”.

E gli esponenti del Pd casalese e alessandrino che fanno? Si schierano a favore di Lavagno, contro il centralismo regionale che fa di questa provincia un’appendice un po’ miserabile, a cui lasciare qualche briciola e poco più? Ma neanche per sogno. Quasi tutti, in maniera più o meno esplicita, si adeguano alla logica ‘i panni sporchi si lavano in sezione”, o al telefono, come consiglia Saitta.

E i bene informati ci vedono già il tentativo di ingraziarsi i vertici del partito e chi farà le liste, in vista delle elezioni politiche del 2018. Dove, considerato anche il collegio unico Alessandria Asti, non tutti gli attuali parlamentari alessandrini saranno rieletti, e forse neppure ricandidati. E’ questione di matematica signori, e di mors tua vita mea. O forse semplicemente è sangue e merda, secondo l’insuperata definizione che della politica diede il socialista Rino Formica.

Ettore Grassano