Spettabile redazione,
ho appreso dai mezzi di informazione che il 6 Settembre a Grondona (AL) si svolge l’Antica Fiera del Bestiame con esposizione di animali, bancarelle e prodotti artigianali, dimostrazione del centro attività cinofile Skadog Vignole. La manifestazione è organizzata, patrocinata e sostenuta da Comune di Grondona, Pro Loco di Grondona, Ente Parco Naturale Capanne di Marcarolo, avvezzo anch’esso a organizzare fiere del bestiame secondo una tradizione ancestrale dura a morire.
Conosco Grondona per le sue torri e le sue chiese e l’ho visitata come luogo della Resistenza perché le sue frazioni sono state protagoniste di drammatici scontri tra nazifascisti e partigiani che Grondona ricorda annualmente e mi pare che ciò costituisca un segno di civiltà. Al contrario, non considero segno di civiltà ostinarsi a ripetere ogni anno questo genere di fiere il cui nome contiene di per sé un vulnus.
“Bestiame” è un termine sempre più inaccettabile perché definisce gli animali come appartenenti a una categoria merceologica certamente legale ma profondamente ingiusta. Gli animali non sono merce ma individui: bestiame, pollame, uccellame, selvaggina sono parole che dovrebbero farci riflettere. Questa fiera “antica” lo è davvero: lasciamola all’antichità e ricordiamocene attraverso fotografie, cartoline, libri, articoli di giornali, racconti di persone anziane che l’hanno vista e organizzata in tempi in cui i diritti degli animali non erano come lo sono oggi. Presentare animali legati, incatenati, recintati, ingabbiati, esposti come merce non giova agli animali e neppure a chi organizza che dovrebbe guardare a quegli esseri senzienti in ben altro modo. Penso anche alla presenza di un pubblico infantile costretto a vedere animali detenuti in condizioni innaturali: l’insegnamento che ne trae non è positivo perché evidenzia l’idea del dominio che gli esseri umani esercitano nei confronti degli esseri non umani.
“A pranzo la proloco vi aspetta per proporvi un gustoso pranzetto con carne all’albese, quiche coppa e caprino, fagiolane tonno e cipolle, agnolotti grondonini, stufato di capra, roast beef di manzo e dolci della casa.” L’animale-merce passa direttamente dall’esposizione alla pentola. L’antichità di Grondona si manifesta anche a tavola dove credo si possano dare importanti segni di cambiamento. Sono in confortante crescita gli appuntamenti enogastronomici che danno ampio spazio ai cibi vegetali, nel rispetto della vita degli animali, dell’ambiente e della salute umana e sarebbe bene che ogni festa si aprisse a una nuova cultura del cibo.
Forse è ancora lontana una presa di coscienza che rispetti la vita di ogni specie animale ma qualcosa sta cambiando perché sempre più persone trovano anacronistico questo genere di appuntamento che io mi auguro sparisca per sempre e che non considero affatto un vanto per il Comune di Grondona.
Gli animali non sono merce, non sono ingredienti ma esseri senzienti, compagni e compagne di vita: è importante che le istituzioni si facciano portatrici di questi valori.
Cordiali saluti.
Paola Re – Tortona