Don Adolfo in arte Führer [Il Flessibile]

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di Dario B. Caruso.

Ahi ahi ahi.
Povera Chiesa.
Si è persa.
Ha soprattutto perso di vista i fondamenti della dottrina di Gesù.
Le parole che dovrebbero corrispondere ai fatti stanno via via lasciando spazio ad altre parole e ad atteggiamenti che somigliano a bestemmie.

Povera Chiesa.
Prendiamo ad esempio il termine accoglienza.

Accoglienza sì
Di fronte a casa c’è il Seminario Vescovile di Savona.
Fino a qualche decennio fa pullulava di sacerdoti, frati e seminaristi che lì albergavano per studiare, vivere, pregare e lavorare.
Oggi ospita pochissimi sacerdoti (forse tre) e numerosissimi profughi (cento? duecento? più ancora?) che vagano senza meta per il quartiere e la città.
Questi ragazzi (tutti maschietti di venti, venticinque anni) al momento non hanno alcuna prospettiva differente se non quella di essere mantenuti dallo Stato Italiano che sostiene la Chiesa Cattolica che conserva questi ragazzi che vagano senza meta per il quartiere e la città.

adolfo_flexAccoglienza no
Sabato sera con alcuni colleghi della Scuola di Musica Comunale locale abbiamo realizzato un concerto ad Albissola Marina, nella bellissima Piazza della Chiesa di N. S. della Concordia.
Il sound check – ci dicono – potrà avere inizio solamente al termine della funzione religiosa e del Santo Rosario.
Teniamo quindi le apparecchiature del service rigorosamente spente. Ci limitiamo a scaldare le dita con alcuni arpeggi di chitarra, due note di contrabbasso e una tastiera al minimo del volume. Ben defilati, genere musicale classico e tutto unplugged, che detto così fa un certo effetto.
Alle 19,45 l’assemblea dei fedeli esce dalla Chiesa e senza premura facciamo per accendere gli altoparlanti e regolare i volumi degli strumenti musicali e delle voci, quando esce il parroco che con parole infelici sottolinea la nostra maleducazione (?).
Alla richiesta di chiarimenti ci sbatte in faccia le porte della Chiesa tra l’apprezzamento di un uomo solo (un baciapile frustrato) e lo sgomento nostro e di una decine di altre persone.

Accoglienza sì
Stamattina leggo sui giornali della proposta dell’arcivescovo di Torino: “Ogni parrocchia del Piemonte accolga cinque profughi”.
Poi ascolto l’Angelus del Papa al tiggì: “L’osservanza dei precetti è sterile se non cambia il cuore e non si traduce in atteggiamenti concreti”.

Non mi aspetto risposte.
Né tantomeno scuse.
Non ne avrò.
E non cambierebbero il mio stile di vita e le mie convinzioni, di accoglienza da sempre.
Cambierà il mondo invece solamente se le parole corrisponderanno ai fatti.
Altrimenti resteranno vuote come le promesse di papa Francesco e di tutta la gerarchia ecclesiale.

Accoglienza?
Sì, grazie, per l’amor di Dio.