“Facciamo così: se nei prossimi mesi a Caldirola non saranno stati inviati migranti significa che avevo capito male io. Ma in caso contrario andate da Rita Rossa a chiederle conto di certe affermazioni…” Al consigliere regionale Massimo Berutti, da tortonese doc (“anzi, di Montemarzino!), non è proprio ‘andata giù’ la polemica estiva sul possibile utilizzo della ex colonia della Provincia come ‘residence’ in cui ospitare un centinaio di migranti africani, e soprattutto non ha gradito il tono con cui è stato chiamato direttamente in causa, di recente, dal sindaco di Alessandria e presidente della Provincia. Ma, seduti al tavolino di un bar alessandrino, con Berutti proviamo ad approfittare della pausa estiva anche per chiacchierare di altro: un bilancio del primo anno come consigliere regionale, con focus soprattutto sulle difficoltà della giunta Chiamparino, a partire dalla riforma sanitaria. E guardiamo un po’ anche allo scenario politico nazionale e locale, per capire in che direzione il centro destra di ispirazione berlusconiana, ‘schiacciato’ tra renzismo, Lega in crescita costante e Movimento 5 Stelle, ha intenzione di muoversi per recuperare consenso, e giocare un proprio ruolo negli assetti futuri del paese.
Consigliere Berutti, per i giudici Chiamparino può continuare a governare il Piemonte per altri 4 anni, nonostante la vicenda delle firme irregolari. Due pesi e due misure rispetto alla vicenda Cota?
Non mi faccia entrare nel merito tecnico della vicenda: quello è il lavoro dei giudici, io sono stato eletto dai cittadini per fare politica, e sono di cultura garantista da sempre. Però mi pare evidente che tanti indizi alla fine qualche dubbio lo fanno venire: possibile che ogni volta che ci sono irregolarità che riguardano il centro destra finisca in un certo modo, e quando le stesse irregolarità riguardano il Pd il risultato sia sempre di segno opposto? Ciò premesso, in realtà rimane aperta la questione della lista del Pd di Torino, e se le irregolarità contestate venissero confermate gli equilibri del consiglio regionale cambierebbero in maniera importante. Certo, ci vorranno anni, quindi di fatto avanti tutta…..
E che tipo di percorso è, visto con i suoi occhi di consigliere di opposizione? Chiamparino e i suoi continuano ad evidenziare che stanno salvando il Piemonte dal baratro in cui lo ha sprofondato il centro destra: è così?
Per favore, usciamo dalla logica della campagna elettorale. La realtà è che quando governava il centro destra i suoi rappresentanti andavano a Roma con la schiena dritta, e trattavano. Oggi Chiamparino e i suoi vanno dai ministri di Renzi e si mettono a novanta gradi. Veda lei se vuole usare questa espressione naturalmente: possiamo anche dire che accettano senza discutere i diktat romani, per essere più formali. Ma la sostanza resta quella.
Davvero a pagare i conti di una pesante riorganizzazione dei servizi regionali, a partire dalla sanità, saremo soprattutto noi piemontesi di provincia?
E’ assolutamente così: Chiamparino a Roma si piega in maniera totale, poi torna a casa e cerca di tutelare Torino (in sanità ci sono esempi clamorosi in tal senso), a totale discapito delle periferie: perché poi alla fine da qualche parte devono tagliare, per far tornare i conti. E nell’alessandrino ne sappiamo qualcosa….
In sanità, i diversi ricorsi in tribunale quando saranno esaminati?
Immagino entro fine anno, e naturalmente sulla carta potrebbe cambiare tutto. Ma in pratica, se vuole una mia opinione, non succederà nulla: per gli stessi motivi di cui abbiamo parlato all’inizio della chiacchierata.
Quindi siamo destinati a veder smantellato il sistema dei servizi sanitari sul nostro territorio?
Questo non lo credo, e ho comunque grande fiducia nei nuovi tecnici che hanno in mano la nostra sanità, a partire dai vertici Aso e Asl. Venerdì mattina l’analisi di Giovanna Baraldi, nuovo direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria, è stata lucida, ricca di dati e concretezza. Mi sembra che ci siano la volontà e le competenze per fare bene, e che il piano strategico dell’Aso sia ambizioso, così come credo che i manager Asl sapranno lavorare per non privare territori come il tortonese o l’acquese di servizi sanitari adeguati: a Torino neanche sanno come è fatta la nostra provincia. Qui non tutto può gravitare sul capoluogo.
A proposito di territori: la vicenda delle ormai ex comunità montane è in via di risoluzione?
Le Unioni di comuni sono ormai una realtà, sperando naturalmente che possano funzionare, e che riescano a dar voce ai territori. Recenti nomine in qualche organismo locale mi pare dicano il contrario: nel centro che i comuni centri zona riescono ad imporre le loro scelte, e i comuni minori, frammentati, le subiscono. Intanto credo che i commissari straordinari delle ex comunità montane stiano completando il loro compito, anche se rimane da definire la posizione di alcuni dipendenti.
Sulla vicenda migranti a Caldirola ci sono novità? Il presidente della Provincia Rita Rossa la invita ad essere meno distratto, e semmai a fare proposte concrete…..
Non mi faccia polemizzare ancora: vedremo nei prossimi mesi chi fra me e Rita Rossa aveva ragione rispetto a Caldirola. Per quanto mi riguarda, ribadisco che la questione delle migrazioni africane non si può risolvere se non intervenendo là, in quel continente, con una sorta di nuovo piano Marshall. Però nel frattempo l’emergenza va gestita con attenzione e rigore, evitando le grandi concentrazioni, e la marginalizzazione. Che è quello che succederebbe in caso di opzioni come Caldirola. Invece sarebbe corretto distribuire i migranti in maniera proporzionale al numero di abitanti di ciascun comune.
Il tortonese, che è casa sua, in questi mesi è spesso protagonista di notizie di cronaca nera, soprattutto nelle valli…
Purtroppo è una delle conseguenze del progressivo abbandono del territorio, in termini di controllo. Le forze dell’ordine, nel tortonese in particolare ma non solo lì, sono assolutamente sotto dimensionate, per uomini e mezzi, e fanno quel che possono, anzi sono encomiabili. Ma nel nostro paese è in atto la costituzione, anche in zone come la nostra che fino ad un po’ di anni fa questi problemi non li avevano, di un vero e proprio mondo parallelo: reti criminali e delinquenziali con loro regole, e un loro sistema di autosostentamento. Bisogna intervenire subito, se non vogliamo che furti, droga, aggressioni diventino la regola quotidiana.
Parliamo di economia consigliere Berutti. Lei una decina di giorni fa ha sfilato con i lavoratori dell’edilizia, in marcia dall’autostrada al comune di Tortona, per protestare contro la nuova legge sul codice degli appalti. Difesa corporativa, o non solo?
Situazione delicatissima: è verissimo che esistono normative europee, a cui l’Italia è giusto si adegui. Ma le normative non sono così stringenti, e lasciano spazio per trovare un equilibrio. Soprattutto, i sindacati chiedono una cosa sacrosanta, ossia l’applicazione delle clausole di salvaguardia. Che vuol dire una cosa semplice: chi vince un appalto, deve comunque farsi carico dei lavoratori che gestivano precedentemente quel determinato servizio. Se così non fosse, le conseguenze sarebbero intuibili e deflagranti per l’occupazione del settore. Mi auguro si siano margini per trovare una soluzione legislativa corretta ed equilibrata.
E il Terzo Valico? Le recenti dichiarazioni di Fabrizio Palenzona hanno decisamente ‘mosso le acque’: che succederà?
Palenzona ha ragione, concordo con lui: il Terzo Valico sarà un vettore importante, se a monte potrà contare su un Porto di Genova, anzi su un sistema portuale ligure, moderno ed efficiente, ossia potenziato. Se così sarà, i benefici anche per la nostra provincia saranno notevoli, e al di là di crisi contingenti potremo davvero rimettere in moto l’economia, e la storia, di casa nostra. In caso contrario, un buco nell’Appennino fine a se stesso non servirà a nulla: ma per l’alessandrino significherebbe accettare declino e marginalità, quindi ci conviene davvero rimboccarci le maniche.
Consigliere Berutti, oggi lei è il principale esponente alessandrino del centro destra, considerato che voci insistenti danno ormai anche i senatori novesi Repetti e Bondi sul carro di Renzi….
Il centro destra ha spazi grandi di crescita, se riuscirà a dar voce alla maggioranza dei cittadini di questo paese, oggi spesso silenziosi e scoraggiati. Certi personaggi che lei cita vadano pure altrove: auguriamo loro buona fortuna, ma nessuno li rimpiangerà. In Piemonte, a Torino come ad Alessandria, dobbiamo fare opposizione seria, dal momento che il PD danni ne sta facendo tanti. Sono per un dialogo e confronto in tutta l’area del centro destra, con la Lega e con Fratelli d’Italia in particolare.
A Palazzo Rosso si voterà nel 2017, ma la campagna elettorale sembra già cominciata: lei Berutti ha un suo candidato?
Il candidato del centro destra lo devono scegliere gli esponenti della politica alessandrina, avviando una fase di serio confronto sui programmi. Vedo che c’è al momento qualche ‘fuga in avanti’ di singoli anche con intenzioni serie, ma secondo me il metodo va invertito: prima un confronto vero e approfondito sul progetto politico, poi la scelta del candidato più idoneo a realizzarlo.
Ettore Grassano