Buzzi (Cissaca): “Obiettivo massima trasparenza, con i soci e con i cittadini”. Ma all’orizzonte ci sono nuovi tagli regionali

Buzzi Poggio TaddeiL’ultima campagna promozionale del Cissaca lo vede sorridente al fianco di due ‘campioni’ di casa nostra, l’attore Massimo Poggio e il calciatore dei Grigi Riccardo Taddei. #Fai un autografo anche tu è lo slogan che il Consorzio Intercomunale di Servizi Socio Assistenziali dei comuni dell’alessandrino quest’anno ha scelto, in epoca di social network, per cercare di stimolare la popolazione (quella in rete, ma anche quella fuori) sul fronte dichiarazione dei redditi: il 5×1000 destinato al sostegno dei numerosi progetti sociali del Cissaca, in un momento in cui la coperta delle risorse pubbliche tende a farsi sempre più corta, può essere un pilastro essenziale del nuovo corso, così come lo possono essere le aziende del territorio: “c’è una nuova consapevolezza sul fronte della responsabilità sociale delle imprese – conferma Mauro Buzzi, presidente del Consorzio – e questo speriamo generi presto nuove forme di partecipazione e sostegno, di cui abbiamo assoluto bisogno”. Anche perché il ‘format’ tradizionale, in base al quale il finanziamento dei Consorzi Socio Assistenziali spetta alla Regione, e ai comuni di riferimento, diventa di anno in anno più faticoso, tra ritardi ormai strutturali, e progressive ‘limature’ alle risorse. Anche di questo parliamo con Mauro Buzzi, che oggi, dopo la conclusione del rapporto di lavoro con il direttore Laura Mussano, si ritrova a ricoprire al Cissaca un ruolo decisamente più operativo, e non di semplice rappresentanza: “abbiamo suddiviso le competenze del direttore tra due funzionari, sul fronte amministrativo e su quello sociale. Ma certamente cerco di essere il più presente possibile”. Con non poche difficoltà, per continuare ad erogare prestazioni di qualità a tutti coloro (minori, anziani, disabili, adulti in difficoltà) che ne hanno necessità all’interno del territorio di riferimento (24 comuni, per quasi 130 mila abitanti complessivi: con Alessandria che fa naturalmente ‘la parte del leone’). E anche per far fronte alle scadenze di pagamento nei confronti dei fornitori, in primis le cooperative socio-assistenziali che per il Cissaca lavorano, e che in questi ultimi 5-6 anni si sono ritrovate spesso o quasi sempre (a causa del ‘dissesto’ di Palazzo Rosso) a dover fronteggiare una realtà di estrema difficoltà, fatta di cronici ritardi nel pagamento delle fatture, con ricorso per sopravvivere ad anticipi bancari dai tassi sempre più onerosi. “Lo sappiamo bene – annuisce Buzzi –, e noi stessi ci troviamo nella scomodissima posizione ‘di mezzo’: se non incassiamo dai nostri soci, non possiamo pagare i fornitori, in primis le cooperative. E noi stessi conosciamo bene la difficoltà del rapporto con il sistema del credito”. Proviamo dunque a capire qual è, oggi, la situazione del Cissaca, e quali sono le prospettive.
Presidente Buzzi, partiamo da una fotografia ‘finanziaria’: pare brutto, per unBuzzi Mauro Consorzio che eroga prestazioni sociali e di assistenza. Ma le questioni, lo sappiamo, sono legate ‘a doppio filo’, e senza salute finanziaria rischia di andare in tilt tutto il resto, compreso il ‘cuore sociale’ del Cissaca, che è la vostra essenza.
Parliamo pure, massima trasparenza. Noi abbiamo un bilancio di circa 11 milioni di euro all’anno, e il nostro principale finanziatore è la Regione Piemonte, che fino al 2014 ci ha riconosciuto circa 4,5 milioni di euro, di cui 2,3 milioni ‘diretti’, e 2,2 milioni per singoli progetti. Ma le quote regionali dal 2012 al 2014 hanno visto una diminuzione di circa il 20%. Dai comuni poi arrivano oltre 4 milioni, di cui 2,7 milioni solo dal comune di Alessandria. La Asl interviene per circa 1,3 milioni di euro (anch’essi in diminuzione negli ultimi anni), e infine abbiamo altri proventi per circa 2 milioni di euro.

Le risorse 2014 le avete già incassate tutte?
(sorride, ndr) Magari….la Regione Piemonte al momento ci ha dato il 10%, anche se garantendo il saldo entro l’estate. Il comune di Alessandria ci ha dato il 50%, e entro fine anno dovrebbe pagare il resto. I più puntuali sono sempre i comuni minori. Poi però c’è un’altra complicazione: ossia la Regione non ci ancora comunicati dati precisi, ma per il bilancio 2015 si parla di una riduzione di circa il 10%. Che per noi non è poco, avendo già ‘limato’ tutto ‘all’osso’. Non solo: in Piemonte esistono situazioni assolutamente difformi, per cui ci sono aree come la nostra, particolarmente virtuose e attente sul fronte dei costi, che rischiano di essere oltremodo penalizzate. C’è un confronto aperto con i diversi assessorati regionali, ma non è certamente un percorso agevole.

 

Comune di Alessandria 3Poi c’è la vicenda legata al dissesto di Palazzo Rosso, presidente Buzzi. Da un po’ non se ne parla, ma come stanno le cose?
Allora: come Consorzio noi siamo creditori, nell’ambito del dissesto, di 8 milioni e 200 mila euro, e abbiamo rifiutato qualsiasi transazione al ribasso. Li vogliamo tutti insomma, e con gli interessi legali: perché ci spettano per legge, e perché noi, a nostra volta, dobbiamo girarli ai nostri fornitori, in primis le cooperative appunto. Anche in questo caso, con interessi onerosi che stanno maturando. Insomma: noi come Consorzio non siamo in dissesto, e quindi giustamente dobbiamo pagare tutti e in toto. E’ in corso l’iter tecnico, tra Osl e Ministero, e rimaniamo in attesa. In parallelo, abbiamo un procedimento giudiziario in corso con gli ex pubblici amministratori alessandrini Fabbio e Ravazzano: il giudice ha riconosciuto che siamo parte lesa, ma non ha ancora stabilito la quantificazione del danno: noi abbiamo chiesto 10 milioni di euro. Infine, terzo tassello, a settembre dovrebbe arrivare a sentenza la nostra ingiunzione di pagamento nei confronti del comune di Alessandria, che il comune stesso aveva impugnato. Anche qui, vedremo che succede.

Insomma, tre percorsi, e un obiettivo comune: portare a casa tutto quel che vi è dovuto..
Su questo non ci piove: sono risorse indispensabili per continuare a garantire prestazioni e servizi sociali obbligatori, indirizzati a categorie che vivono già in difficoltà estrema. Quindi non si scherza, e si va fino in fondo.

Parliamo appunto dei servizi del Cissaca, e dei vostri assistiti: minori, anziani,Cissaca sede centrale portatori di handicap, adulti in difficoltà. In questi anni si è andati incontro ad un ridimensionamento complessivo delle prestazioni? E se sì, chi è maggiormente penalizzato?
Rispetto ad un anno o due fa, per fortuna lo standard e la quantità dei servizi erogati sono rimasti inalterati: un ridimensionamento complessivo, se c’è stato, è questione di alcuni anni fa. In ogni caso, certamente alle persone adulte in difficoltà, ma non disabili, per forza di cose oggi, date le risorse scarse, si offrono meno aiuti e sostegni di quel che ci piacerebbe accadesse. Per quanto riguarda gli anziani, ci sono una lista d’attesa più o meno stabile attorno alle 200 unità, sia sul fronte dei contributi alle rette per le case di cura che per l’assistenza domiciliare. Esiste un’unità di valutazione geriatrica, a cui partecipano Cissaca e Asl, che effettua tutte le verifiche del caso, in base a criteri non solo economici, ma appunto di gravità della situazione del soggetto. Abbiamo anche aderito ad un ‘care premium’ dell’Inps, e qualche beneficio da lì è certamente arrivato. Mentre sul fronte disabili le liste d’attesa sono stabili ma fluide e ben gestite, senza emergenze insomma.

Poi ci sono i minori assistiti in apposite strutture: un fenomeno purtroppo non marginale, e di dimensioni rilevanti….
Sul fronte minori non esistono liste d’attesa, ma c’è un problema grande come una casa: quando il tribunale decide l’inserimento di un minore in una struttura, il Consorzio di residenza ufficiale del minore stesso è tenuto a farsi carico per intero del costo relativo, a prescindere dal luogo in cui verrà inserita la persona. E questo anche senza preavvisi. Per dare una dimensione numerica: nel 2014 abbiamo assistito 425 minori, per un costo complessivo di circa 2.700.000 euro, e 661 anziani, ad un costo analogo. Il minore ‘costa’ di più dell’anziano insomma, ha esigenze diverse; si arriva intorno ai 125 euro al giorno. Un percorso alternativo all’affidamento in comunità peraltro è rappresentato dall’affido in famiglia: anche questo, peraltro, è percorso da gestire in maniera rigorosa, facendo una serie puntuale di verifiche, non solo a priori, ma costantemente nel percorso.

Stranieri_in_italia_NPresidente Buzzi, affrontiamo anche il capitolo stranieri: ci sono per loro percorsi ad hoc di assistenza e sostegno?
Assolutamente no, è una retorica da ‘smontare’. Il nostro Consorzio, come tutti gli altri naturalmente, è tenuto a fornire servizi, prestazioni, assistenza ad una determinata tipologie di persone, con determinate caratteristiche e difficoltà. Naturalmente assistiamo anche gli stranieri, se e quando riconosciuti come regolari, e con conseguenti diritti. Certo, per ragioni anagrafiche evidenti abbiamo pochi anziani stranieri tra gli assistiti, e un discreto numero di minori. Ma questo appunto è la conseguenza di una certa situazione sociale e statistica: nessun privilegio, per nessuno. Come Consorzio siamo invece completamente estranei rispetto al percorso di accoglienza e assistenza dei migranti. E mi tocca dire per fortuna: nel senso che, al di là di distorsioni e speculazioni anche gravi di cui ogni tanto si legge, lì mi pare che sia proprio il meccanismo a funzionare poco: ci sono cooperative che, a quando mi ha raccontato chi se ne occupa, ricevono quanto pattuito anche diversi anni dopo aver reso il servizio, e così facendo rischiano il fallimento.

Cosa vi aspettate, sinceramente, dal prossimo futuro? Ci sarà modo di uscire dallaBuzzi Taddei logica dei ‘tagli’ continui, che non può che condurre al collasso del sistema socio assistenziale?
E’ una partita che certamente si gioca su altri tavoli, e rispetto alla quale cercheremo per quanto possibile di dire la nostra: ma non decidiamo noi. Ciò che certamente ci preme, per il prossimo futuro, è far crescere il dialogo e la trasparenza, sia verso i nostri soci che verso la popolazione. Sul primo fronte, è nostra intenzione arrivare ad avere contratti di servizio con tutti i comuni che fanno parte del Consorzio, in maniera che ci sia un rendiconto costante della nostra attività mirata sui singoli territori non solo a posteriori e sul piano burocratico-documentale (quello già c’è, naturalmente), ma proprio a livello di feed-back quotidiano, in maniera da poter creare un percorso condiviso e costantemente aggiornato. Con la stessa logica di trasparenza, sul fronte del rapporto con la cittadinanza, metteremo a punto la Carta dei Servizi, perché sia chiaro ed esplicitato a tutti quali sono le nostre attività e competenze, e come e quando ci si può e deve rivolgere al Cissaca.

Ettore Grassano