Barberis: “Alessandria, città in declino e senza partecipazione: il Palazzo è sempre più isolato!”

Barberis 2“Credo che sia assolutamente necessario un progetto politico, a livello nazionale come locale, che sia alternativa di sinistra al renzismo, la cui linea è quella della classica destra liberale: posizione legittima, sia chiaro, non fosse che la si sta ‘mascherando’ per altro, creando nel Paese una confusione mai vista prima”.

Ormai chi ci segue in maniera costante lo sa: ogni tanto ci piace confrontarci con Giorgio Barberis, ricercatore universitario alessandrino e politologo ‘engagè’, militante di sinistra da sempre, e in passato anche consigliere comunale, e assessore nella prima giunta Rossa. Oggi molto vicino ad un gruppo di intellettuali (Marco Revelli, per citarne uno) che sono al lavoro per costruire un’alternativa politica, a sinistra. Qualcuno dice che potrebbe chiamarsi L’Altra Italia, sul modello dell’Altra Europa per Tsipras, ma su questo Barberis precisa “sono appena rientrato dalla manifestazione che l’Altra Europa ha organizzato a Roma contro il governo Renzi, ma vorrei fosse chiaro che il processo deve essere inverso: non si deve partire dalla costruzione dell’ennesimo partitino, di cui proprio non si sente la mancanza, quando invece seguire un percorso capace di dare voce alle istanze sociali, ai diritti calpestati di una moltitudine sempre più vasta di persone che, in questo Paese, si vede negare i diritti basilari, frutto di decenni di lotte: il lavoro, la casa, lo studio, la salute. Dobbiamo reare dunque una grande, vera alternativa di sinistra che si opponga a tutto questo”.

Ma, se è vero che socialmente ci sono fette crescenti di popolazione ‘esclusa’, e al contempo cresce il numero di coloro che rifiutano l’imperante semplificazione “o Renzi, o la fine”, è altrettanto evidente che, a sinistra, c’è da tempo un problema di segmentazione in piccole ‘conventicole’ elettoralmente irrilevanti (“soprattutto con una legge come quella vigente, o come quella che pare essere in arrivo, addirittura peggiorativa”), e la ricerca di una proposta unitaria, fondata su un progetto chiaro e facilmente comunicabile. E, probabilmente, anche di un leader carismatico e conosciuto dagli elettori, come i tempi un po’ ovunque sembrano imporre. Sarà il leader Fiom Landini quel leader? E a livello alessandrino, come valuta Barberis l’operato dell’attuale giunta, e le condizioni generali della città? Abbiamo provato a chiederglielo.

 

Professor Barberis, a che punto è la notte del Paese, dal suo osservatorio?matteo-renzi-fonzie
Buio profondo, temo tendente al peggioramento. Non è che voglio fare il pessimista a tutti i costi, ma basta guardarsi attorno per capire cosa sta succedendo. Al governo c’è un premier che fa demagogia e populismo, si nasconde dietro il vessillo riformista ma è, ne più ne meno, un esponente della destra liberale più classica. Renzi, va riconosciuto, sa comunicare, ma soprattutto ha il controllo pressoché totale del sistema mediatico, che ama presentarlo come un innovatore, e ora gli sta contrapponendo l’alter ego ideale. Ossia l’altro Matteo, Salvini: portatore di un’ideologia di destra razzista e xenofoba, che proprio per questo è l’oppositore ideale per Renzi.

Salvini 2Ossia?
Ossia Salvini punta a fare il pieno del voto degli scontenti, non più solo del nord ma di tutto il Paese. E per Renzi è manna dal cielo: se l’alternativa al governo Pd-Berlusconi diventasse la Lega con il suo antieuropeismo e il suo razzismo, è chiaro che l’attuale premier non avrebbe più ostacoli. Ma la rivolta in atto nel Paese, a partire dalle periferie e passando naturalmente attraverso la nuova stagione di scioperi del sindacato ci racconta una storia diversa.

Quale?
C’è un’Italia di milioni di persone perbene, che hanno già perso o stanno perdendo diritti che fino all’altro ieri davamo per scontati: lavoro, sanità, studio. Ma anche e forse soprattutto certezza del diritto, e di un sistema giudiziario decente. Il caso Cucchi da un lato, il caso Eternit dall’altro ci dicono la stessa cosa: se sei debole, non hai più diritto a veder riconosciuti e tutelati i tuoi diritti fondamentali. E ad un sistema simile ci si deve ribellare, non ci sono altre soluzioni. E non è neppure vero che tutti si stanno impoverendo: il capitalismo continua ad essere un sistema che produce enorme ricchezza, che diventa speculazione finanziaria ed è concentrata in pochissime mani. Anche in Italia è così, e dobbiamo assolutamente trovare nuove modalità perché questa ricchezza venga ridistribuita, e ne possa beneficiare anche chi oggi ne viene sempre più escluso.

Dopo l’astensionismo record e senza precedenti alle elezioni regionali dell’Emilia Romagna Renzi ha minimizzato…
Classificare come un problema secondario il fatto che due terzi degli emiliani non siano andati a votare dà la misura della stupidità – e della pericolosità – del premier. Va bene giusto per fare le cene con Blair, altro storico affossatore della sinistra di alternativa.

Il professor Marco Revelli, che lei ben conosce, ha pubblicato di recenteRevelli La lotta di classe il saggio ‘La lotta di classe esiste, e l’hanno vinta i ricchi’. Concorda?
Completamente, l’ideologia neoliberista di cui Renzi è la dimostrazione più evidente di quanto affermato da Revelli. E tuttavia dobbiamo essere per forza ottimisti, e provare ad aggiungerci un ‘per ora’. Nel senso che una reazione organizzata è assolutamente indispensabile.

Fino a poco tempo fa si pensava ad un Partito del Lavoro a guida Landini. Ipotesi già tramontata?
La questione del leader non la sottovaluto, ma provo ad allargare il discorso: il lavoro è un diritto fondamentale, che ha subìto attacchi terribili dal renzismo, di cui l’eliminazione dell’articolo 18 è un emblema, e bene fa il sindacato a continuare la sua battaglia, che ci deve vedere al suo fianco. Ma quello, lo ribadisco, oggi è solo un pezzo della questione, che coinvolge la vita dei cittadini a tutto tondo, dai diritti civili a quelli di espressione, al welfare nelle sue varie declinazioni. Più che il nome di un eventuale partito, mi interessano i contenuti della proposta. Credo che si debba guardare con attenzione a quel che succede in Grecia e in Spagna, dove Siryza e Podemos rappresentano una nuova sinistra, che parte dai bisogni reali delle persone, e cresce facendosi anche naturalmente partito e rappresentanza politica.

Landini StefanoPerò Barberis, lo sa bene, da noi a sinistra ci sono ancora troppi colonnelli e generali senza esercito, accampati sulla riva del fiume in attesa di nuove truppe.
Ecco, quello è l’errore da evitare assolutamente: tutti i protagonisti di un passato più o meno recente, compreso Vendola, secondo me devono rendersi conto che il loro tempo è finito. Non sta a me stabilire se il prossimo leader della sinistra (perché dobbiamo renderci conto che, oltre ad un programma forte e chiaro, oggi per fare politica e prendere voti un leader serve) possa essere Landini (che a mio avviso potrebbe dare un contributo prezioso e crescente anche dentro il sindacato), oppure un volto completamente nuovo, come è successo in Grecia e Spagna. Ma certamente riproporre il passato sarebbe un suicidio politico elettorale. E questo vale per tutta la classe dirigente. Ma me la fa dire un’altra cosa sui politici?

Prego…..
Ci sono stati decenni in cui fare politica è stata un’attività socialmente importante: l’onorevole, o comunque il politico in generale, erano per la comunità di un territorio un punto di riferimento. E c’era anche l’orgoglio di essere un politico. Oggi chi fa politica quasi deve nascondersi, al di là di ristrette cerchie di addetti ai lavori: è diventata una vergogna. Ecco, io non credo alle regole modello 5 Stelle, e non vorrei stabilire per statuto che si devono fare solo tot mandati, o che si può candidare solo chi è giovane, e così via. Però credo che tutto debba ripartire da due principi essenziali: cosa sai fare (quindi le competenze per ricoprire un certo incarico: siamo arrivati al punto che fare il sindaco in comune, o fino a ieri in Provincia, è praticamente un titolo onorifico, uno status che prescinde da qualsiasi capacità), e quanto sei disposto a metterti in gioco per la comunità. E naturalmente basta ai politici di mestiere: la politica è un servizio.

Parliamo di casa nostra: che giudizio dà della giunta Rossa, di cui ha fatto parteRossa giunta per il primo anno di vita?
Ne ho fatto parte perché si era partiti con alcuni dei presupposti (la competenza, la partecipazione, il servizio alla comunità) di cui ho detto prima. E ne sono uscito quando ho capito che non c’erano le condizioni per mantener fede a quei presupposti. Il mio giudizio oggi è negativo: il sindaco e i suoi più stretti collaboratori sono chiusi nel palazzo, parlano di partecipazione ma non sanno cosa sia, e la città ha imboccato un percorso di declino (non crisi, attenzione: declino strutturale) di cui non si intravede la fine. Cito la questione, essenziale e dirimente in questi anni, del diritto alla casa. Sempre più persone sono sotto sfratto, perché non ce la fanno proprio a pagare. O sono già senza un tetto sulla testa, e non lo trovano. Cosa fa il comune? Non vedo un progetto, non vedo neppure la fattiva mediazione che si aspetterebbe da un’istituzione….

No Tav No Terzo ValicoAnche perché il nostro territorio, a livello comunale e provinciale, passa da un’emergenza all’altra, ad essere onesti…
Lo so, ma sono emergenze che sono state create nel tempo, e che purtroppo ora deflagrano in maniera prepotente. La questione Terzo Valico è un altro esempio: un’opera assolutamente inutile, uno spreco enorme di denaro pubblico, di cui si sa da sempre. Oggi, a maggior ragione, è chiaro che le risorse già stanziate sono indispensabili per mettere in sicurezza il territorio: e allora che si faccia, e se ci sono problemi formali o accordi con l’Europa sul fronte dei co-finanziamenti, si ricontrattino le condizioni. La politica non serve a questo?

Professor Barberis, potrebbe essere lei il candidato sindaco di Alessandria di unaBarberis 2 vasta area progressista che non si riconosce nel Pd? Magari con il sostegno anche del Movimento 5 Stelle?
(sorride, ndr) No, non mi faccia dire nulla in quella direzione, perché sarebbe davvero prematuro, e temo anche strumentalizzato. Ad Alessandria, a meno di novità imprevedibili, si voterà nel 2017. C’è tutto il tempo di costruire un percorso che parta dal basso, dalle gravi questioni sociali, e non dal candidato sindaco. Sicuramente, questo sì, non ho smesso di fare politica, e partecipo con interesse al percorso avviato a sinistra da L’Altra Europa per Tsipras. Il resto lo vedremo.

Ettore Grassano