“Mi sento rinato, e mi è tornata l’energia dei trent’anni: eppure ne ho più del doppio, oramai”. Il dottor Francesco Musante è una delle ‘storiche’ colonne dell’Ospedale Santi Antonio e Biagio, ed è una precisa ragione professionale a determinare il suo attuale entusiasmo: la nuova piattaforma tecnologica grazie alla quale, da un paio di mesi, il reparto da lui diretto, ossia Radiologia, ha superato una serie di carenze ‘croniche’, e si appresta a tornare una struttura di eccellenza su scala nazionale, “come negli anni Novanta, quando andavamo con orgoglio a presentare le nostre attività ai convegni dedicati alla nostra specialità. Ora possiamo tornarci, finalmente, forti di un progetto che ha tantissimi aspetti innovativi”.
Ma di cosa si tratta, concretamente, e con linguaggio comprensibile ai non addetti ai lavori?
“Il nostro parco macchine aziendali – spiega Musante, sorridente – era assolutamente obsoleto, e la nostra direzione generale, con notevole lungimiranza e nonostante si stia tutti quanti vivendo in anni di tagli costanti di risorse, ha ben compreso la necessità di un investimento che coinvolge, attraverso Radiologia, di fatto tutto il nostro ospedale, essendo la nostra attività al servizio trasversale di tutti i reparti, oltre che degli esterni, con prescrizione del medico di famiglia”.
Parliamo, nello specifico, dell’implementazione di due nuove risonanze magnetiche, due TAC multistrato e quattro ecografi multidisciplinari. “Tutti macchinari – sottolinea il dottor Musante – che sono ormai attivi dallo scorso primo settembre, e che ci consentiranno, dopo un breve rodaggio, di tornare a numeri e qualità di prestazioni prima inimmaginabili: lo standard a cui puntiamo per il 2015 è di 15 mila TAC, 10 mila risonanze e 10 mila ecografie, con una notevole riduzione delle liste di attesa dall’esterno”. Il che significa che si ridurrà il volume di affari per le strutture private convenzionate sul territorio alessandrino? “Non lo so – spiega Musante – e quel che posso dire è che quelle strutture in questi anni hanno senz’altro un ruolo importante, data la difficoltà con cui, fino al rinnovo delle macchine, ci trovavamo ad operare. In ogni caso, però, rimane il cittadino/paziente a poter scegliere, liberamente, a chi rivolgersi”.
Innovative sono, certamente, le modalità del progetto portato avanti dall’Azienda Ospedaliera alessandrina: “Abbiamo realizzato l’investimento – sottolinea il responsabile della Radiologia – grazie ad una gara europea e ad una partnership pubblico privato che è stata affidata a tre qualificati operatori (Medipass Srl – Gidea Alta tecnologia Srl – Morviducci Srl) adatti ad affiancare l’azienda, sia nei lavori di realizzazione e installazione delle moderne apparecchiature, sia per condurre l’erogazione degli esami a supporto dei radiologi ospedalieri.
La direzione del progetto rimane però naturalmente nostra, e l’iniziativa viene finanziata attraverso il riconoscimento di un canone per gli investimenti e una quota parte del valore degli esami eseguite durante gli 8 anni di durata contrattuale”.
E certamente, se negli ultimi anni la Radiologia dell’Ospedale di Alessandria è stata costretta a viaggiare con utilitarie logore e spesso anche ‘ferme ai box’, può ora contare su fuoriserie nuove di zecca, con cui si può mettere la freccia, e puntare tranquillamente alla pole position, almeno regionale.
Ma chi è, in un grande Ospedale come quello di Alessandria, ad aver più bisogno di prestazioni radiologiche? “Praticamente tutti – spiega il dottor Musante -, nel senso che la nostra attività è più o meno equamente distribuita tra ricoverati nei diversi reparti (chirurgia, pneumologia, medicina, rianimazione, chirurgia, e via via tutti gli altri), pronto soccorso e pazienti esterni. Questi ultimi, è chiaro, erano quelli che fino ad oggi pagavano maggiormente i limiti di una precedente strumentazione ormai assai ‘datata’, per cui ci potevano essere tempi d’attesa molto dilatati. D’ora in poi prevediamo di accorciarli notevolmente, anche se naturalmente la priorità rimarrà quella delle urgenze di reparto, e del pronto soccorso in rapporto alla gravità dei diversi codici”.
Quanti sono i professionisti che oggi lavorano in Radiologia ad Alessandria, nello staff del dottor Musante? “Con me ci sono altri 10 medici, 6 infermieri e circa 26 tecnici. Può sembrare un team nutrito, ma posso assicurare che, in rapporto ai ritmi di lavoro e alle esigenze, siamo assolutamente sotto organico. E naturalmente il nostro è un comparto che richiede un aggiornamento costante e continuo, in termini di formazione direttamente ai convegni, o anche a distanza grazie alle nuove tecnologie: quel che è certo è che, da oggi in poi, potremo rappresentare con questi nuovi macchinari un punto di riferimento di qualità anche per altre strutture, e presentare la nostra esperienza come un percorso che anche altri potrebbero intraprendere”. Altro aspetto interessante: il medico radiologo è una specializzazione che affascina, e che ha ancora un buon mercato, dal punto di vista degli sbocchi professionali?
“Direi di sì – conclude Francesco Musante -, e soprattutto se si è disposti ad una certa mobilità c’è ancora una buona richiesta di giovani qualificati e competenti. Un po’ più affollato comincia ad essere il comparto dei tecnici di laboratorio: ricordo che all’ultimo concorso qui al Santi Antonio e Biagio abbiamo avuto oltre 900 iscritti, per soli due posti. Naturalmente a presentarsi è stata solo la metà dei candidati, e i posti effettivi sono anche risultati essere più di due: ma è indubbio che rimangono numeri molto sbilanciati”.
Ettore Grassano