Dissento

Patrucco Giancarlodi Giancarlo Patrucco
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Mi capita spesso di dissentire, quindi nessuno è più felice di me quando leggo di 235.000 dissenzienti che hanno sottoscritto l’appello lanciato da Il fatto quotidiano “contro il Parlamento dei nominati e i ladri di democrazia”. Tra loro, firme prestigiose di “giuristi, intellettuali, artisti ed esponenti della società civile”, di cui il giornale mena giusto vanto.

Trascinato da quest’onda, Il fatto prosegue e incalza: “Intorno alla nostra petizione si è raccolta una vasta e vivace comunità di cittadini informati, consapevoli e ansiosi di partecipare attivamente alla vita pubblica, di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento e di dire la loro su un vero processo riformatore, senza rassegnarsi ai patti occulti e ai disegni oscuri di chi vuole espropriarci dei nostri diritti devastando i principi democratici irrinunciabili della nostra Costituzione.”

Se ho capito bene, la riforma costituzionale proposta dal Governo e appoggiata da Berlusconi con l’incontro del Nazareno, sarebbe dunque il frutto di un patto occulto e di un disegno oscuro, ordito da chi vuole devastare la Costituzione ed espropriare i cittadini dei loro diritti. E costoro, chi sarebbero? Basta scorrere il seguito del testo: i responsabili di tali nefandezze rispondono ai nomi di Renzi e Berlusconi o, come li chiama familiarmente Grillo: l’ebetino e il pregiudicato.

Ma, continua Il fatto, la voce di tanta gente si è fatta sentire e ha raggiunto i Palazzi, Berlusconi Renzi 2costringendo “i controriformatori alla retromarcia su alcune delle norme più vergognose”. Quindi, avanti così, per arrivare alla resa dei conti a Montecitorio.

La resa dei conti?!? La devastazione della Costituzione?!? I disegni oscuri?!? Più che un appello al confronto democratico, questi sembrano toni pre-insurrezionali, da sfida all’ O. K. Corral. Ma ce n’è veramente motivo?
Sempre Il fatto riporta le considerazioni con cui Ermanno Olmi ha dato la sua adesione all’appello: “C’è un articolo che non è stato scritto alle origini della nostra Costituzione: non per dimenticanza, ma perché era già radicato in ciascuno dei padri costituenti. Costoro avevano l’onestà come primo comandamento. E con quel puntiglio hanno scritto tutti gli altri articoli.”

Ecco, io vorrei partire da qui per segnalare che l’onestà è declinabile in almeno due modi diversi. Esiste l’onestà dei comportamenti, che porta ad evitare gli arricchimenti illeciti, l’uso distorto delle rendite di posizione, i favoritismi e i familismi, la trascuratezza o addirittura il danno del bene comune. Esiste, poi, un altro modo di declinare l’onestà, che è quello della trasparenza, della limpidezza, dell’equanimità, della temperanza nel ragionamento intellettuale. A questi due modi mi appello – stavolta io – per motivare e riassumere le ragioni del mio dissenso.

Era già chiaro da molto tempo, e ormai è chiaro a tutti – che il destino dell’Italia è finito nelle capaci e spesso rapaci mani di una classe dirigente, politica e non, che ha badato soprattutto al profitto personale, piuttosto che al bene della Nazione. Negli ultimi vent’anni il cancro si è talmente esteso e ramificato da scendere per li rami e giungere alla periferia. Anzi, in non pochi casi, ha proceduto in senso inverso.

Gli articoli di politica, amministrazione, economia e finanza si sono fatti sempre più simili ai mattinali di polizia: appropriazioni indebite, transazioni illecite, sperperi, corrotti e corruttori a ogni livello. Le denunce fioccano, ma il malcostume persiste. Chi appartiene a una corporazione si tiene stretta quella tessera perché sa che il numero, e non la qualità, fa la forza. Chi di quella corporazione è quadro o funzionario sa che non è la competenza bensì l’acquiescenza la sua vera forza. Solo così si salgono le scale, passando sulle teste di coloro che scivolano verso il fondo.

Tutto procede in questo modo, immoto e immobile, finché arriva un giovanotto che denuncia queste cose apertamente. Le denuncia e dice di volerci metter mano. Anzi, non solo lo dice, ma inizia pure a farlo. Solo parole? Vedremo. Pure presto. Nel frattempo, suggerirei di andarci piano con i patti occulti e i disegni oscuri. Questo Paese è stato funestato troppe volte da eventi di matrice oscura, in quella che venne definita come “la strategia della tensione”. La tensione è tornata e sarebbe bene ridurla, prima che la strategia arrivi davvero.