Facciamoci causa! [Controvento]

Tribunale giustiziadi Ettore Grassano

Alessandrini al top della litigiosità ufficiale, quella della causa in tribunale non solo minacciata (“ti faccio causa!”), ma reale. Il dato, riportato nei giorni scorsi da una classifica del Sole 24 Ore, ci piazza come cause totali (avviate nel 2012) al 55esimo posto nazionale in realtà, quindi assolutamente medi. Ma al primo posto in Piemonte, insieme a Torino.

Il che, tradotto, significa che in realtà i piemontesi, alessandrini compresi, sono comunque meno litigiosi di tanti altri italiani. E tuttavia ad Alessandria ci sono 62 procedimenti in corso ogni 1.000 abitanti, che pochi non sono. Anche se parliamo in realtà della somma di cause civili, penali e fiscali di primo grado, e dentro c’è quindi praticamente di tutto.

Certamente però, se pensiamo alla diffidenza con cui la cultura popolare di neanche tanti anni fa (contadina e non) si avvicinava al mondo dei tribunali, o meglio se ne teneva alla larga, ora assistiamo ad un vero e proprio proliferare di micro-cause per tentate di dirimere qualsiasi divergenza: dal rapporto tra vicini per questioni di rumori o di confini al tamponamento in auto, per non parlare di separazioni, cause di lavoro, furti e quant’altro.

Se non altro si fa girare l’economia del mondo forense, verrebbe da pensare. Non fosse che, invece, gli avvocati (essendosi in effetti però nel frattempo moltiplicati in numero) sono pure loro tra le categorie che piangono miseria e molti, a quanto pare, faticano non poco a far quadrare i conti della professione.

Non addentriamoci qui, per carità, nel serissimo tema della riforma della Giustizia: uno di quegli evergreen che, statene certi, sopravviverà indenne anche al Governo Renzi. Che pure invece pare determinatissimo a metterci mano, nei prossimi mesi. Sempre che sopravviva ad un vero e proprio commissariamento dell’Unione Europea, opzione sempre meno campata per aria. In quel caso, le riforme le farebbero direttamente i tedeschi, togliendo i ‘sior tentenna’ che ci governano da qualsiasi imbarazzo.