«Siamo solo all’inizio. Sino ad ora abbiamo utilizzato solo una minima parte delle forze che abbiamo a nostra disposizione. Voi non potete neppure immaginare quanto siamo forti. Abbiamo un potere immenso. Resterete tutti stupefatti. Non potete resisterci»
Haji Othman, miliziano jihadista
Forse ha ragione lui, Haji Othman, cosiddetto “responsabile per le minoranze” del cosiddetto Califfato, nell’intervista rilasciata a Lorenzo Cremonesi sul Corriere della Sera.
«Siamo solo all’inizio»
Siamo solo all’inizio di una ondata di violenza e crudeltà senza pari, di fronte alla quale siamo smarriti, quasi incapaci di reagire. Imbarazzati, a volte (o molto spesso), di fronte alle immagini dei jihadisti che giocano a pallone con le teste dei nemici decapitati. Ci voltiamo dall’altra parte, e prepariamo la grigliata di ferragosto parlando di quanto ci era piaciuto Robin Williams ne L’attimo fuggente.
“Qui non verranno, sono cose interne a quei paesi, dove le questioni si sono sempre risolte in questo modo”. I nostri commenti alla fine sono questi. Certo, ci vorrà un po’ prima che i califfi arrivino in piazzetta della Lega a tagliar le teste ai commercianti petulanti, e non è per forza detto che ci arrivino. Ma l’impressione che si ricava è che stavolta non si tratti di un caso circoscritto, benché crudele e raccapricciante oltre ogni limite. Non lontano dal Califfato ci sono la Palestina, Gaza e Israele. C’è una tregua fragilissima in corso, da quelle parti, e una guerra continua e continuata che miete migliaia di vittime, civili e militari.
Ma soprattutto ci siamo noi occidentali, che abbiamo diluito e confuso le nostre radici politiche, culturali e religiose. Noi siamo terra di conquista per definizione, perché a nulla teniamo se non al nostro benessere (che non sappiamo nemmeno quanto durerà). Siamo il ventre molle del mondo, in decadenza da decenni e felici di esserlo. Per i jihadisti sarà più difficile conquistare Baghdad che entrare nelle nostre città. Non abbiamo nulla da opporre, di serio. A parte alcuni grandi uomini (il papa, per esempio), i nostri “responsabili” ci parlano d’altro, sperando che anche questa volta ci vada bene e arrivi qualcuno al nostro posto a fermare i fondamentalisti.
Non sarà sempre così, temo.
«Siamo solo all’inizio»